C’è qualcuno che ride. Pirandello spiega le reazioni al Padiglione di Bartolini

Riflessioni intorno al mancato obiettivo del Padiglione Italia alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia

Giuseppe Leone, prima e dopo

Ho davanti agli occhi una foto con due uomini seduti: il primo, Sciascia, distinto e rilassato. Il secondo, Bufalino, allampanato e sottile come una molla pronta a balzare al primo tocco. Entrambi siciliani, entrambi scrittori del secolo appena passato. Accanto a loro, un posto vuoto, come in attesa di qualcuno. Manca Consolo? No, manca Peppino Leone, il fotografo. Manca perché da pochi giorni se ne è andato. O forse no. È rimasto dall’altra parte, con l’occhio incollato all’obiettivo, a scrutare i nostri moti più sottili. Non manca, ci manca. E non sarà dimenticato.

Fiermonte Museum

Una donna artista, musa ispiratrice di altri due artisti; una storia di passioni amorose e un museo, che non solo ne raccoglie la memoria, ma continua a stimolare la creatività. Tutto ciò è racchiuso a Lecce nel Fiermonte Museum, che riapre al pubblico, dal 15 maggio prossimo, con una veste ancora più identitaria; proponendo un percorso emozionale, che consente di immergersi nel mondo artistico dei primi decenni del ‘900 francese, fra Salon e salotti culturali.

Francesco De Grandi

Francesco De Grandi ha in sé la forza viscerale e la grazia misteriosa della Pittura. I mezzi formali pregevoli, le doti audaci di colorista, la vocazione immaginativa si predispongono per essere fedelmente al servizio di una fiamma antica che mai si sopisce, anzi si rinnova in visioni ed impulsi sempre di straordinaria efficacia e pieni di devoto rapimento. 

Sacro è

In un’epoca il cui il tradizionale senso del sacro è stato spodestato da nuovi paradigmi la mostra Sacro è della Fondazione Merz, questiona 8 artisti internazionali ponendoli in dialogo con alcune opere di Mario e Marisa Merz. Il titolo della mostra si ispira alla recente opera poetica Sacro Minore di Franco Arminio (Bisaccia, 1960). La mostra è a cura di Giulia Turconi.

Trovarsi tra le stelle per disconnettersi dal digitale: l’opera degli Antonello Ghezzi al MudaC

Magia, stelle, romanticismo e creatività si intrecciano in un balletto incantato nelle opere del duo Antonello Ghezzi, formato da Nadia Antonello e Paolo Ghezzi.

Hovering

Metamorfosi, materialità e spazio sono le parole chiave della seconda mostra della Galleria Capsule di Shanghai, recentemente sbarcata negli spazi della Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani a Venezia.

Alfredo Volpi: Lucca-São Paulo

Alfredo Volpi nasce a Lucca ma vive in Brasile dove scopre la pittura e sviluppa una poetica in cui le sue radici italiane e, soprattutto toscane, sono evidenti. L’esito è un successo internazionale che ancora oggi prosegue con la sua presenza nel nucleo storico dell’Arsenale alla 60’ Biennale.

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Non avere l’idea di cosa sia un museo

Era il luglio del 1982, quando il perdurare della mala gestione del Museo Guttuso di Bagheria vide mobilitare alcuni amici di Guttuso, tra i quali il prof. Franco Lo Piparo, dell’Università di Palermo, nel tentativo di trasformare la donazione per il Museo civico in una fondazione; anche per sottrarla all’incuria della gestione comunale e renderla efficiente e funzionante. Quarant’anni dopo non si può dire che le cose siano cambiate in meglio.

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Scacchiera: postmodern o postmortem (III parte)

E non manca, sul fondo della scacchiera, chi sembra credere alla possibilità di costruire una sorta di alternativa all’egemonia culturale dell’arte contemporanea, magari rispolverando un tradizionalismo anch’esso d’antan. Riattaccare cioè con l’arruolamento dei sacerdoti? Sembra discutibile. Forse ci vorrebbe altro per scuotere la foresta dei giocatori di scacchi, per colpire la volatilità degli atleti. Non gli scacchi burlati e le traballanti damine, d’accordo, ma neppure gli epigoni di Emo e di Speer, tanto per fare dei nomi.

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Palagonisch. Stefan à Wengen

Si è inaugurata il 23 marzo scorso a Palermo presso l’Haus der Kunst dei Cantieri Culturali della Zisa la mostra Palagonisch, neologismo coniato da Goethe nel suo Viaggio in Sicilia per descrivere il disgusto misto a fascinazione che gli suscitò la visita di Villa Palagonia a Bagheria.