Cardi Gallery Milano: Le sperimentazioni formali di Mario Ceroli

La Cardi Gallery ospita, fino al 6 aprile, la mostra “Mario Ceroli. La meraviglia”.

La galleria di Via Porta Nuova a Milano accoglie una serie di opere dell’artista abruzzese, le cui sperimentazioni formali e visive danno vita ad un percorso espositivo avvolgente e denso di significati. Si tratta chiaramente di una minima parte della produzione artistica di Ceroli, che alla Cardi espone, tra le altre opere, otto imponenti installazioni della serie  “Discorsi platonici sulla geometria”. La figura del gigante, protagonista della serie, viene rappresentata intenta a trasportare un fardello che si configura come selezione di figure geometriche. Se sulla schiena dell’Atlante Farnese del II secolo d.C. grava una sfera raffigurante il globo celeste, gli otto Atlante di Ceroli sono sollevano prismi, sfere, parallelepipedi, cubi geometricamente perfetti. Un’altra particolarità consiste nel fatto che ogni figura porta con sé un solido diverso. Il riferimento platonico al mondo delle idee prende forma in un’installazione in cui, grazie al sapiente utilizzo del legno e alla monumentalità delle “idee” geometriche, emerge con forza la fatica dei giganti condannati alla gravosa pena.

Accanto agli otto giganti compare la raffigurazione della figlia di Mario Ceroli. La bambina, vagamente astratta e dipinta di nero, si posiziona in cima ad una scala di legno, in una composizione in cui si ravvisa una certa dinamicità, nonostante la rigidità della figura. Quattro campane di bronzo, provenienti dalla Chiesa di Sant’Agnese, formano l’”Accordo di quattro elementi” e, assieme all’opera posta sul pavimento dal titolo “Identità” (un’installazione costituita dalle lettere che formano la parola stessa) sono i lavori più datata tra quelli presenti in mostra. I giganti sono stati infatti realizzati da Ceroli tra il 1985 e il 1990, mentre le opere al piano superiore sono del 1979, fatta eccezione per “L’amore con madreterra”; l’installazione in questione si compone di una sagoma intagliata di una figura non meglio identificata, ai cui piedi sorge una sorta di percorso fatto di legno dipinto di nero.

 L’uomo disteso è rivolto verso il soffitto e dialoga con le restanti opere della mostra, grandi composizioni di legno su tavole di pino. “Inferno”, “Prova d’orchestra” e “La nascita di Venere” concludono il percorso del piano di sopra. Quest’ultima, in particolare, si compone di una texture in paglia sulla consueta tavola di pino e appare come sintesi di tutte le altre spigolose opere in sala. È la conclusione di un percorso verso la meraviglia di Mario Ceroli, ricercata attraverso il connubio tra forme diverse, materiali inusuali e l’elusione della tridimensionalità. Il lavoro sul materiale, che siano arbusti, tronchi o rami, è emblema di una ricerca che spesso è accostata a quella degli esponenti dell’arte povera – come Kounellis o Paolini – ma che è in realtà assolutamente indipendente da qualsiasi altra indagine artistica portata avanti dalla seconda metà del ‘900 in poi.

I lavori di Ceroli dialogano tra loro armoniosamente come fossero strumenti di un’orchestra, il cui direttore è l’artista che scandisce il tempo statico delle proprie composizioni lignee. La potenza espressiva che le opere riescono a raggiungere è conferita in buona misura dalle grandi dimensioni e da una rigidità che però lascia spazio a molteplici interpretazioni. Ciò che è al centro della ricerca di Ceroli è senza dubbio la volontà di mettere al centro l’elemento primario, il legno quale materiale in grado di distogliere l’attenzione dall’estetica per porla sul gesto primordiale del “fare”, del costruire qualcosa di unico. Il valore simbolico della scultura lascia spazio alla curiosità nei confronti di materiali naturali e alla loro versatilità. I “Quadri di materia” della seconda parte della mostra alludono proprio a questo processo verso l’abolizione del “tutto tondo” e allo studio delle proprietà di un materiale sino agli anni ’70 poco esplorato dagli scultori italiani.

La mostra resterà aperta fino al 6 aprile 2024