La Sistematica è un “Ramo delle scienze biologiche che si occupa dello studio e dell’identificazione delle relazioni tra esseri viventi e fossili e rappresenta tali relazioni in sistemi gerarchici che, a loro volta, ne costituiscono la classificazione” (Enciclopedia Treccani). Questa rubrica di Andrea Guastella non riguarda tuttavia gli eucarioti, ma il Mondo dell’arte descritto come sistema (Lawrence Alloway, “Artforum”, 1972), e non ha alcuna pretesa di elaborare tassonomie. Si propone, questo sì, di indagare le relazioni sistemiche – “Qual è il significato e la funzione culturale, sociale ed economica dell’arte figurativa nella situazione attuale? Qual è il rapporto esistente fra valore estetico e valore economico in una società in cui anche la produzione artistica tende ad essere connotata e condizionata ormai in forma sempre crescente dal mercato e dalla moda? In che misura l’attuale interazione organica fra la rete internazionale delle gallerie e quella dei musei, che caratterizza il mondo dell’arte contemporanea al suo livello più alto, incide sulle modalità creative degli artisti e su quelle della fruizione da parte del pubblico?” (Francesco Poli, Il sistema dell’arte contemporanea, Laterza, 2009), e si dovrebbe continuare – attraverso la viva voce dei soggetti interessati: critici, collezionisti, galleristi, curatori. Persino gli artisti, se si comportano bene, hanno diritto di parola.

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Il giardino delle Vergini

Prosegue il racconto, a cura di Andrea Guastella, dell’antologica di Rosa Mundi Il giardino delle Vergini, conclusasi il 10 marzo scorso a Palermo presso Palazzo Branciforte: un allestimento scenografico dove oggetti d’uso quotidiano, come nel film di Sofia Coppola Il giardino delle vergini suicide, riacquistano, tra l’incanto delle Esperidi e il roseto del Canto dei Cantici, la “verginità” perduta.

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Il giardino delle Vergini

Si è conclusa il 10 marzo scorso a Palermo presso Palazzo Branciforte, sede della Fondazione Sicilia, l’antologica di Rosa Mundi Il giardino delle Vergini, una rassegna esaustiva dell’intera produzione dell’artista, lunga ormai trentatré anni, dalle prime opere pittoriche del secolo scorso ai lavori in marmo e pietra selezionati per la Biennale di Venezia del 2022 alle più recenti composizioni video e fotografiche prodotte durante i suoi ultimi viaggi in Senegal e a Cipro, dove ha vinto l’Awards per la Biennale d’arte 2023. Ripercorriamo in tre puntate, con la guida di Andrea Guastella, un allestimento scenografico che ha immerso i visitatori nel mondo di luci e ombre dell’artista, in dialogo con le musiche originali di Mario Bajardi, Alberto Bof, Carlo Condarelli e Jacopo Lo Bue: un sogno ad occhi aperti dove oggetti d’uso quotidiano e materiali riciclati, come la plastica o i petali appassiti delle rose, riacquistano, tra l’incanto delle Esperidi e il roseto del Canto dei Cantici, la “verginità” perduta.

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Giuseppe Leone, prima e dopo

Ho davanti agli occhi una foto con due uomini seduti: il primo, Sciascia, distinto e rilassato. Il secondo, Bufalino, allampanato e sottile come una molla pronta a balzare al primo tocco. Entrambi siciliani, entrambi scrittori del secolo appena passato. Accanto a loro, un posto vuoto, come in attesa di qualcuno. Manca Consolo? No, manca Peppino Leone, il fotografo. Manca perché da pochi giorni se ne è andato. O forse no. È rimasto dall’altra parte, con l’occhio incollato all’obiettivo, a scrutare i nostri moti più sottili. Non manca, ci manca. E non sarà dimenticato.

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Palagonisch. Stefan à Wengen

Si è inaugurata il 23 marzo scorso a Palermo presso l’Haus der Kunst dei Cantieri Culturali della Zisa la mostra Palagonisch, neologismo coniato da Goethe nel suo Viaggio in Sicilia per descrivere il disgusto misto a fascinazione che gli suscitò la visita di Villa Palagonia a Bagheria.

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Palagonisch. Gabriele Massaro

Si è inaugurata il 23 marzo scorso a Palermo presso l’Haus der Kunst dei Cantieri Culturali della Zisa la mostra Palagonisch, neologismo coniato da Goethe nel suo Viaggio in Sicilia per descrivere il disgusto misto a fascinazione che gli suscitò la visita di Villa Palagonia a Bagheria. La mostra, a cura di Michael Kortlaender del Verein Dusseldorf Palermo, visitabile sino all’11 maggio prossimo, vede protagonisti i siciliani Giuseppe Agnello e Gabriele Massaro e il tedesco Stefan à Wengen. Abbiamo intervistato Gabriele Massaro su alcuni aspetti del progetto

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Ex_Patria. Colloquio con Jacek Ludwig Scarso

In risposta alla tematica della Sessantesima Biennale Arte Foreigners Everywhere, la Fondazione Marta Czok presenta dal 26 marzo al 19 maggio presso il Project Space della Fondazione a Venezia, a due passi dal Ponte di Rialto, la mostra EX_PATRIA, con il patrocinio dell’Ambasciata di Polonia a Roma: una collezione di opere recenti e storiche di Marta Czok, dagli anni Ottanta ai giorni odierni, che riflettono sulla costruzione del concetto di patria. Ne abbiamo parlato con il curatore della mostra e dello spazio, Jacek Ludwig Scarso

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Indagatore dell’inconscio

A margine della sua personale La pelle del tempo al Museo Carlo Bilotti di Roma, in corso sino al 21 aprile 2024, ho incontrato Danilo Quintarelli, indagatore dell’inconscio. Ne è nato questo colloquio, in tre parti, in cui approfondiamo i momenti salienti della sua ricerca.

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Il Bestiario nel Roseto: Banksy e Rosa Mundi

Si è tenuta lo scorso anno a Venezia Presso palazzo Donà dalle Rose Il Bestiario nel Roseto, una rassegna di Banksy e Rosa Mundi, artisti accomunati – oltreché dall’urgenza dei temi che affrontano come la guerra, l’immigrazione, la povertà – dal non rivelare il loro volto: una possibile risposta all’ansia di protagonismo di tanti artisti nostrani?

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Variazioni su Banksy

“Due qui/ To Hear”: questo il titolo del Padiglione Italia alla 60esima Biennale d’Arte di Venezia. Un gioco di parole che mi ricorda tanto una barzelletta del grande Pera Toons sui grassi, i gatti e i giocattoli in inglese. E che dire del Buddha circonfuso di suoni? Solo Luca Rossi, in un post profetico dello scorso anno, se l’era immaginato. Anch’io, a pensarci bene, ho un Budda nello studio: l’ho battezzato il Budda mi ni futtu, cioè il Budda me ne frego di tutto. Il mondo va in rovina? Lui ride! Magari lo stesso Bartolini è in cerca del Nirvana, cui potrebbe avvicinarsi rinunciando al Padiglione. Scherzo, ovviamente. Se non ci fossero le opere, di cosa potremmo chiacchierare? In attesa di vederle, vi giro alcuni appunti sull’arte e gli artisti che ho preso lo scorso anno, sempre a Venezia, durante una mostra di Banksy, che in quella occasione esponeva insieme a Rosa Mundi.

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La marcia delle donne

La città di Cassino ha scelto l’immagine che rappresenterà l’anniversario dei suoi ottant’anni dalla distruzione: Due donne di Alessia Forconi. Pubblichiamo, col bozzetto della scultura, che verrà collocata a Cassino all’incrocio di Via Gaetano Di Biasio con il Corso della Repubblica, alcune pacate riflessioni.

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Un lungo viaggio

Lunedì 5 febbraio, dopo una breve e dolorosa malattia, si è spento a ottantatré anni Franco Cilia. Pittore e scultore siciliano tra i più noti – del suo lavoro si sono occupati, tra i tanti, Federico Zeri, Mario Luzi e Gesualdo Bufalino – Franco ha esposto in tutto il mondo. Memorabile, in particolare, una sua mostra al Masp di San Paolo del Brasile a cura di Pietro Maria Bardi. Pubblico, per ricordarlo, una lettera vergata in occasione dei suoi primi ottant’anni. “Il viaggio”, come ha scritto Saramago, “non finisce”.

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Organic Pictures. Francesco Fossati

In tempi in cui la questione ecologica viene imposta attraverso gesti che, prendendo di mira opere d’arte, attirano l’attenzione su se stessi anziché sulla natura che intendono salvare, Francesco Fossati persegue una ricerca che fa del rispetto e dell’amore per la natura il suo primo obiettivo. Lo abbiamo intervistato, in due puntate, in margine a una sua personale, a cura di Camilla Remondina, presso IAGA Contemporary Art a Cluj/Napoca, in Romania, sino al 20 febbraio 2024. La mostra, derivata dalla vincita del “premio galleria” al Combat Prize nel 2022, è la prima ricognizione del progetto di Francesco Organic Pictures, ormai al suo ottavo anno: pezzi appartenenti ad ogni “stagione” produttiva dialogano tra loro in un allestimento studiato appositamente per la mostra.

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Organic Pictures. Francesco Fossati

In tempi in cui la questione ecologica viene imposta attraverso gesti che, prendendo di mira opere d’arte, attirano l’attenzione su se stessi anziché sulla natura che intendono salvare, Francesco Fossati persegue una ricerca che fa del rispetto e dell’amore per la natura il suo primo obiettivo. Lo abbiamo intervistato, in due puntate, in margine a una sua personale, a cura di Camilla Remondina, sino al 20 febbraio presso IAGA Contemporary Art a Cluj/Napoca, in Romania. La mostra, derivata dalla vincita del “premio galleria” al Combat Prize nel 2022, è la prima ricognizione del progetto di Francesco Organic Pictures, ormai al suo ottavo anno: pezzi appartenenti ad ogni “stagione” produttiva dialogano tra loro in un allestimento studiato appositamente per la mostra.

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Una donna coraggiosa. Milena Nicosia

L’ultima mostra di Milena Nicosia, Eidola, chiusa il 14 gennaio scorso, si è svolta in uno spazio, Palazzo Cosentini di Ragusa, stupendo almeno quanto problematico in ragione delle modifiche subite dall’uomo, dell’ingiuria degli anni e di una manutenzione difettosa: una location perfetta per rappresentare, anche alla luce di eventi recenti come la pandemia, il potere trasformativo dell’arte e della cultura.