La Sistematica è un “Ramo delle scienze biologiche che si occupa dello studio e dell’identificazione delle relazioni tra esseri viventi e fossili e rappresenta tali relazioni in sistemi gerarchici che, a loro volta, ne costituiscono la classificazione” (Enciclopedia Treccani). Questa rubrica di Andrea Guastella non riguarda tuttavia gli eucarioti, ma il Mondo dell’arte descritto come sistema (Lawrence Alloway, “Artforum”, 1972), e non ha alcuna pretesa di elaborare tassonomie. Si propone, questo sì, di indagare le relazioni sistemiche – “Qual è il significato e la funzione culturale, sociale ed economica dell’arte figurativa nella situazione attuale? Qual è il rapporto esistente fra valore estetico e valore economico in una società in cui anche la produzione artistica tende ad essere connotata e condizionata ormai in forma sempre crescente dal mercato e dalla moda? In che misura l’attuale interazione organica fra la rete internazionale delle gallerie e quella dei musei, che caratterizza il mondo dell’arte contemporanea al suo livello più alto, incide sulle modalità creative degli artisti e su quelle della fruizione da parte del pubblico?” (Francesco Poli, Il sistema dell’arte contemporanea, Laterza, 2009), e si dovrebbe continuare – attraverso la viva voce dei soggetti interessati: critici, collezionisti, galleristi, curatori. Persino gli artisti, se si comportano bene, hanno diritto di parola.

Intervista a Gianluca Balocco, in arte Moor (parte terza)

Conosco da qualche tempo Gianluca Balocco, in arte Moor. L’altro giorno mi invia uno scritto su vuoto, eros ed indeterminazione dell’immagine: le tematiche salienti dei suoi ultimi lavori. Il testo è molto interessante. Mi sembra tuttavia che le argomentazioni di Gianluca rispondano a precise domande, che andrebbero contestualizzate; gli suggerisco, pertanto, di trasformarlo in intervista. Non passano neppure due minuti e Gianluca mi gira un dialogo serrato, con tanto di quesiti: il testo di prima, spiega, è scaturito da un confronto con l’intelligenza artificiale; confronto che, per la sua puntualità e completezza, mette seriamente in dubbio le mie competenze di intervistatore. Lo pubblichiamo integralmente, in tre puntate.

Intervista a Gianluca Balocco, in arte Moor (parte seconda)

Conosco da qualche tempo Gianluca Balocco, in arte Moor. L’altro giorno mi invia uno scritto su vuoto, eros ed indeterminazione dell’immagine: le tematiche salienti dei suoi ultimi lavori. Il testo è molto interessante. Mi sembra tuttavia che le argomentazioni di Gianluca rispondano a precise domande, che andrebbero contestualizzate; gli suggerisco, pertanto, di trasformarlo in intervista. Non passano neppure due minuti e Gianluca mi gira un dialogo serrato, con tanto di quesiti: il testo di prima, spiega, è scaturito da un confronto con l’intelligenza artificiale; confronto che, per la sua puntualità e completezza, mette seriamente in dubbio le mie competenze di intervistatore. Lo pubblichiamo integralmente, in tre puntate.

Moor

Eros, vuoto e indeterminazione dell’immagine. Doppia intervista a Gianluca Balocco, in arte Moor

Conosco da qualche tempo Gianluca Balocco, in arte Moor. L’altro giorno mi invia uno scritto su vuoto, eros ed indeterminazione dell’immagine: le tematiche salienti dei suoi ultimi lavori. Il testo è molto interessante. Mi sembra tuttavia che le argomentazioni di Gianluca rispondano a precise domande, che andrebbero contestualizzate; gli suggerisco, pertanto, di trasformarlo in intervista. Non passano neppure due minuti e Gianluca mi gira un dialogo serrato, con tanto di quesiti: il testo di prima, spiega, è scaturito da un confronto con l’intelligenza artificiale; confronto che, per la sua puntualità e completezza, mette seriamente in dubbio le mie competenze di intervistatore. Lo pubblichiamo integralmente, in tre puntate.

Giacomo Rizzo

Lo scultore e la Santuzza

Ogni anno o quasi, in occasione della Festa di Santa Rosalia, a Palermo viene realizzato un Carro trionfale, portato in processione per le strade della città. La versione approvata per l’evento celebrativo del 2024 è stata affidata all’artista Giacomo Rizzo, che ha creato una Rosalia ieratica e monumentale: quasi un’Atena “crisoelefantina”. Ne abbiamo parlato con l’autore.

giusy emiliano

“Mai dire mai”. Giusy Emiliano

Organizzatrice di eventi e curatore indipendente, sempre in cerca di artisti di talento, Giusy Emiliano collabora stabilmente con la divisione Land and Water del Quartier Generale delle Nazioni Unite di Roma (FAO). Abbiamo parlato con lei di arte e scienza, migrazioni, sostenibilità ambientale. E, last but non least, di come un artista contemporaneo (o un altro curatore) possa “entrare” in un ambiente come il suo.

Anything to say

Anything to say?

Anything to say? A monument to courage è l’opera itinerante di Davide Dormino installata tra il 2015 e il 2024 in varie piazze europee. Andrea Guastella riflette sulle opere d’arte che stimolano la nostra partecipazione

Cesare Catania, guardando il futuro

Cesare Catania è una sorta di polistrumentista della figurazione. La sua arte – dalla pittura, alla scultura, alle contaminazioni digitali – è una macchina in continua evoluzione. In questa seconda parte del nostro colloquio, ci addentriamo nel laboratorio dell’artista, concentrandoci sul suo metodo di lavoro, sul suo rapporto con i Futuristi e sulle sue ultime creazioni, a cominciare dalle opere presentate in occasione della 60esima Biennale Arte di Venezia, dove è ospite presso il Padiglione Nazionale Camerun.

Cesare Catania

Cesare Catania, guardando il futuro

Cesare Catania è una sorta di polistrumentista della figurazione. La sua arte – dalla pittura, alla scultura, alle contaminazioni digitali – è una macchina in continua evoluzione. Abbiamo parlato a lungo con l’artista del suo lavoro, indagandone la tensione al futuro.

Giuseppe Modica, Invisibile immanenza

Ciò che interessa a Giuseppe Modica è “cogliere con la pittura quella distanza invisibile che sta tra lo spazio fenomenico del qui presente della superficie e l’oltre imprendibile di una profondità illusoria”. Ne abbiamo parlato in margine alla sua ultima mostra Rotte mediterranee e visione circolare, a cura di Maria Giuseppina Di Monte e Gabriele Simongini, visitabile a Roma presso la Casa Museo Hendrik Christian Andersen sino al 15 settembre 2024. In questa seconda parte del nostro colloquio, proviamo a toccare, entrando in punta di piedi nel laboratorio dell’artista, alcuni punti chiave della sua pittura.

Giuseppe Modica, Invisibile immanenza

Ciò che interessa a Giuseppe Modica è “cogliere con la pittura quella distanza invisibile che sta tra lo spazio fenomenico del qui presente della superficie e l’oltre imprendibile di una profondità illusoria”. Ne abbiamo parlato in margine alla sua ultima mostra Rotte mediterranee e visione circolare, a cura di Maria Giuseppina Di Monte e Gabriele Simongini, visitabile a Roma presso la Casa Museo Hendrik Christian Andersen sino al 15 settembre 2024.

La Giovane Marmotta. Massimo Giacon

Figura aliena, ma non alienata del mondo della creatività, Massimo Giacon lavora da più di quarant’anni anni sospeso tra le sue diverse attività di fumettista, illustratore, designer, artista e musicista. In questa seconda parte del nostro colloquio, proviamo a entrare nel suo laboratorio di Giovane Marmotta.

Massimo Giacon

La Giovane Marmotta. Massimo Giacon

Figura aliena, ma non alienata del mondo della creatività, Massimo Giacon lavora da più di quarant’anni anni sospeso tra le sue diverse attività di fumettista, illustratore, designer, artista e musicista. Abbiamo discusso a lungo, tra un viaggio a Marte e un campeggio fuori porta, della sua appartenenza alle Giovani Marmotte.

Rosa Mundi

Il giardino delle Vergini

Terzo e ultimo appuntamento con il racconto, a cura di Andrea Guastella, dell’antologica di Rosa Mundi Il giardino delle Vergini, conclusasi il 10 marzo scorso a Palermo presso Palazzo Branciforte: un allestimento scenografico dove oggetti d’uso quotidiano, come nel film di Sofia Coppola Il giardino delle vergini suicide, riacquistano, tra l’incanto delle Esperidi e il roseto del Canto dei Cantici, la “verginità” perduta.

Rosa Mundi

Il giardino delle Vergini

Prosegue il racconto, a cura di Andrea Guastella, dell’antologica di Rosa Mundi Il giardino delle Vergini, conclusasi il 10 marzo scorso a Palermo presso Palazzo Branciforte: un allestimento scenografico dove oggetti d’uso quotidiano, come nel film di Sofia Coppola Il giardino delle vergini suicide, riacquistano, tra l’incanto delle Esperidi e il roseto del Canto dei Cantici, la “verginità” perduta.

Rosa Mundi

Il giardino delle Vergini

Si è conclusa il 10 marzo scorso a Palermo presso Palazzo Branciforte, sede della Fondazione Sicilia, l’antologica di Rosa Mundi Il giardino delle Vergini, una rassegna esaustiva dell’intera produzione dell’artista, lunga ormai trentatré anni, dalle prime opere pittoriche del secolo scorso ai lavori in marmo e pietra selezionati per la Biennale di Venezia del 2022 alle più recenti composizioni video e fotografiche prodotte durante i suoi ultimi viaggi in Senegal e a Cipro, dove ha vinto l’Awards per la Biennale d’arte 2023. Ripercorriamo in tre puntate, con la guida di Andrea Guastella, un allestimento scenografico che ha immerso i visitatori nel mondo di luci e ombre dell’artista, in dialogo con le musiche originali di Mario Bajardi, Alberto Bof, Carlo Condarelli e Jacopo Lo Bue: un sogno ad occhi aperti dove oggetti d’uso quotidiano e materiali riciclati, come la plastica o i petali appassiti delle rose, riacquistano, tra l’incanto delle Esperidi e il roseto del Canto dei Cantici, la “verginità” perduta.

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