Artissima 24
Xu Bing
Images from the satellite Ladybug I

Xu Bing. Art Satellite

Metaverso, A.I., Arte Spaziale. Il 21esimo secolo vuole l’essere umano e di conseguenza l’Arte (o il contrario) come esploratore di nuovi corpi, identità, mondi e realtà parallele, è arrivata l’ora di riformulare le dinamiche del settore Arte?
La prima opera di videoarte a essere stata realizzata nello spazio porta in orbita un linguaggio universale grazie al progetto Art Satellite di Xu Bing.

Nel quartiere Cannaregio di Venezia, la Chiesa dei Santi Geremia e Lucia ospita un nuovo capitolo di Arte Spaziale: la personale di Xu Bing (徐冰), inaugurata il 17 Aprile in occasione della LX edizione della Biennale. La mostra, dal titolo Art Satellite – The First Animation Film Shot in Space, è curata da Sen Fu e visitabile fino al 7 ottobre 2024. La mostra è stata battezzata con una conversazione aperta al pubblico nelle sale dell’università IUAV di Venezia poche ore prima dell’apertura ufficiale durante la quale sono intervenuti Angela Vettese, Angelo Maggi e il curatore Sen Fu. Quest’ultimo, affiancato nella curatela di Art Satellite da Giovanni Argan e Yiping, sceglie di partire da un dettaglio della Chiesa come cardine intorno al quale far ruotare la dimensione concettuale della mostra. Sulla parete dell’abside in vista dal Canal Grande si legge LUCIA VERGINE DI SIRACUSA MARTIRE DI CRISTO IN QUESTO TEMPIO RIPOSA ALL’ITALIA AL MONDO IMPLORI LUCE PACE, la seconda metà della frase (all’Italia, al mondo, implori luce, pace) viene selezionata e ripresa per essere legante tra l’universo complesso ed enigmatico di Xu Bing e l’altrettanto vasto e occulto ambiente cristiano-ecclesiastico. Non manca un omaggio a quella che può essere definita la genesi della Storia dell’Arte Spaziale, Xu Bing dedica la parte di una delle proiezioni in mostra a coloro che hanno inviato opere d’arte in questo territorio ancora poco esplorato. Nel suo caso l’opera diventa tale grazie alla documentazione della stessa in orbita, così, completata dalla ripresa del satellite, si aggiudica il titolo di prima opera di videoarte a essere stata realizzata nello spazio. Quella di Venezia non è una circostanza isolata ma risulta essere una delle varie tappe di Art Satellite, che rientra in un ampio progetto di carattere internazionale di Arte Spaziale progettato dal maestro, realizzato attraverso l’utilizzo di un ulteriore satellite in orbita da febbraio 2024, denominato SCA-1, nel quale verranno prodotte e ospitate opere di artisti (e non solo) di diverse nazionalità.

Ciò che deve essere evidenziato di questa operazione non è la sola particolarità di aver spedito un qualche cosa di non direttamente utile e funzionale nello spazio, determinante e singolare, ma il fatto che in un luogo non terrestre dove sicuramente sono presenti altre lingue, (non parliamo solo di quelle acustiche, segniche e scritte alle quali siamo abituati), viene presentata un’opera che nasce dall’urgenza di una comunicazione universale. Da notare che nelle navicelle spaziali il linguaggio umano sta già subendo variazioni per necessità di adattamento, il ‘creolo spaziale’ è infatti un mix tra russo e inglese. Il punto, spiega la linguista Gretchen McCulloch nell’ episodio 1 di Lingthusiasm1, è che se uno parla nella sua lingua nativa, rischia di parlare troppo in fretta o senza farsi capire, ma se tutti parlano una lingua che non è la loro, allora si trova un livello in cui tutti riescono a farsi capire dal prossimo. Se il ‘creolo spaziale’ avvicina tra loro solo gli addetti al settore spaziale, la volontà di Xu Bing è quella di sorvolare barriere comunicative tra le specie e tra pianeti, non si parla della riduzione e negazione del linguaggio preannunciata in 1984 da Orwell ma di una lingua nuova adatta alla natura vasta dell’universo, una comunicazione incomprensibile, come dichiara la descrizione del Codex Seraphinianus di Luigi Serafini, per citare un altro maestro della risemantizzazione.

Xu Bing si pone in una posizione laterale rispetto all’ego dell’artistar, cedendo il suo posto-vetrina nello spazio, come sopracitato, anche ad altre voci, si espone l’artista: «mi sono sentito limitato di fronte all’universo, così ho sentito l’esigenza di invitare altre persone», non solo artisti, continua «l’arte del futuro deve chiedere ausilio alla fantasia e al sapere universale, a tutti coloro che possono dare un contributo valido, non solo agli artisti o agli addetti al settore in generale». Se Conoscere è Confondere, come recita la Psicoenciclopedia Possibile, opera-libro di Gianfranco Baruchello che decostruisce il sistema enciclopedico, così anche l’alfabeto di Xu Bing è un indizio che non regala risposte ma utili interrogativi, costruendo nuovi ponti tra Storia dell’Arte, Semiotica, Linguistica, Evoluzione e soprattutto proponendo un quesito ora puntuale: è arrivato il momento di attualizzare le dinamiche del settore Arte?

  1. Lingthusiasm Episode 1: Speaking a single language won’t bring about world peace

Xu Bing (Chongqing, 1955) è considerato tra i più influenti e rinomati artisti concettuali attivi nel campo del linguaggio e della semiotica. La sua innovativa ricerca è incentrata sull’espansione dei confini artistici. Attualmente, ricopre la posizione di professore presso la CAFA (Central Academy of Fine Arts). I suoi lavori sono stati esposti nei più importanti musei del mondo: il National Art Museum of China; il Museum of Modern Art (New York); Metropolitan Museum of Art (New York); il Museo Solomon R. Guggenheim (New York); il British Museum (Londra); il Victoria and Albert Museum (Londra); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía (Madrid); la Arthur M. Sackler Gallery (Washington DC); la Galleria Nazionale del Canada (Ottawa); la Galleria Nazionale di Praga (Repubblica Ceca); il Museo Ludwig (Colonia). Xu Bing ha inoltre partecipato per tre volte alla Biennale di Venezia (XLV, LI e LVI edizione), nonché alla Biennale di Sydney e alla Biennale di Johannesburg. Nel 1999 Xu Bing è stato insignito del prestigioso premio MacArthur Fellowship, per la sua «capacità di contribuire in modo significativo alla società, in particolare nell’ambito della grafica e della calligrafia». Nel 2003 gli è stato conferito il XIV Fukuoka Asian Culture Award per il suo «contributo allo sviluppo della cultura asiatica». Nel 2004 ha vinto il primo Premio Artes Mundi in Galles, che gli è stato conferito dalla giuria con la seguente motivazione: «Xu Bing è un artista capace di superare i confini culturali, di fondere le culture orientali e occidentali, ed esprimere i suoi pensieri e le problematiche pratiche nel linguaggio visivo». Nel 2006 il Southern Graphics Council gli ha conferito il premio alla carriera, in virtù del fatto che «l’impiego di testi, del linguaggio e di libri [da parte di Xu Bing] ha avuto un impatto significativo nel dialogo tra il mondo della stampa e quello dell’arte». Nel 2010 è stato insignito dalla Columbia University di un dottorato honoris causa in Lettere e nel 2018 la Education Development Foundation della CAFA gli ha assegnato il ‘Xu Beihong-Art Creation Award’.

Benedetta Monti

Benedetta Monti (1994, Forlì) è curatrice indipendente, tra le ultime collaborazioni si citano Andrea Festa Fine Art, Fondazione Baruchello, Villa Lena Foundation, Platea-Palazzo Galeano, IRL Gallery, Palazzo Bronzo, è co-fondatrice di Vacunalia.

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