L’uomo contemporaneo, in un mondo sempre più frenetico e caotico, sembra vivere gran parte della propria esistenza con gli occhi chiusi. Chiusi non nel senso letterale del termine, ma nella modalità con cui affronta la realtà che lo circonda. Spesso ci si trova immersi in una sorta di sonno profondo, incapaci di cogliere la complessità e la bellezza del mondo che ci circonda. Ci si chiude in una piccola bolla fatta di routine, convenzioni sociali, pregiudizi e falsi miti, rinunciando a esplorare le infinite possibilità che la vita ci offre. Con gli occhi chiusi, si perde la capacità di sognare e di immaginare. Vive una vita nella quale tutto è già stabilito e preconfezionato, rinunciando alla meraviglia di scoprire nuovi orizzonti, nuove emozioni e nuove prospettive. Si accontenta di ciò che gli viene proposto, senza chiedersi se realmente rispecchi i suoi desideri e le sue passioni più profonde.
Inquietante, commovente e onirica, la scultura di Iván Prieto evoca un universo di suggestioni artistiche che ricordano opere dei grandi maestri. Paragonata all’opera di Juan Muñozper la capacità di trasmettere inquietudine e solitudine dei suoi personaggi, e alla fotografia della celebre Diane Arbus per la condivisione del gusto per il “freak”, o ai personaggi cinematografici immersi nell’universo surreale di David Lynch, l’arte di Prieto si distingue per una complessa stratificazione di emozioni e concetti. I suoi personaggi con gli occhi celati, sembrano essere immersi in una ricerca attiva di pace e silenzio interiore, mentre ballano e lottano per mantenere l’equilibrio. Ma cosa succede quando l’uomo contemporaneo decide di aprire gli occhi? Cosa succede quando finalmente si rende conto che la vita non è fatta solo di doveri e obblighi, ma anche di possibilità e libertà? Si apre a nuove esperienze, nuove persone, nuove idee. Si lascia affascinare dalla bellezza del mondo che lo circonda, scoprendo che ogni singolo istante è un’opportunità unica per esplorare sé stesso e il mondo che lo circonda.
