Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia ha presentato il curatore della 19a Mostra Internazionale di Architettura Carlo Ratti e la sua Biennale dal titolo Intelligens. Naturale.Artificiale. Collettiva.
Ratti ha spiegato che Venezia è una città dove l’intelligenza collettiva, con i suoi artefatti e con le sue complicazioni, si è espressa. Il gruppo di lavoro di questa mostra vuole mettere l’architettura al centro delle intelligenze e deve integrare arte, ingegneria, biologia, scienza dei dati, scienze sociali e politiche, scienze planetarie e altre discipline, collegando ciascuna di esse alla materialità dello spazio urbano ma anche che ciascun progetto sia una scelta originale che comprenda arte e tecnologia.
“Affronteremo per primo l’intelligenza naturale per passare poi all’intelligenza artificiale”.
Il padiglione centrale verrà ristrutturato il prossimo anno e non sarà a disposizione per la mostra centrale, in qualche modo Ratti – senza rivelare troppo – ha lasciato intendere che sarà una mostra diffusa nella città di Venezia: “ci saranno idee per soluzioni di problematiche della città o delle città con progetti temporanei”. “Pensiamo agli architetti come mutageni, ovvero che danno le idee per il cambiamento. Non ci interessa ‘la soluzione’ ma cercare cose che ci aiutino a trovare la soluzione”.
Quattro i pilastri metodologici: Transdisciplinarità, Laboratorio Vivente, Raccolta di Idee e Protocollo di Circolarità. Carlo Ratti ha sottolineato l’idea di vita circolare che dovrà avere tutto quello che verrà usato, contenuto e contenitore saranno la stessa cosa.
Nel 2014 Carlo Ratti ha partecipato alla biennale di Rem Koolhaas, una biennale che, a sua vedere, ha funzionato perché è stata una mostra corale. Il curatore incoraggia i Paesi partecipanti ad affrontare il tema comune Un luogo, una soluzione. “Vogliamo ispirarci alla biennale di Koolhaas, con i padiglioni nazionali che condividono le idee seguendo il percorso generale. Una toolbox globale. Parliamo di Intelligenze, al plurale, quindi una condivisione aperta. Aspettiamo idee e suggerimenti. Insieme sceglieremo cosa proporre in questa Biennale”.
Nell’idea di condivisione ci sarà anche il dialogo anche con la Triennale di Milano che inaugurerà nello stesso periodo.