Diciassette artisti ripercorrono la storia di una delle correnti più socialmente attive dell’arte contemporanea, in una mostra organizzata da Unlike Unconventional Events, curata da Martina Cavallarin con Antonio Caruso, realizzata grazie alla direzione artistica di Made514 e il coordinamento culturale e scientifico di Christian Leo Comis.
“In My Name” è originalità di intenti, impronta mai convenzionale e mai estetizzante, sempre fedele a se stessa e costantemente aperta alla sperimentazione. Nasce da una presa di posizione, un atto di presenza del proprio essere.
La prima tappa sarà nella provincia veneta dal 9 maggio al 30 giugno, presso il complesso industriale rigenerato delle ex Ceramiche Pagnossin. La mostra si sposterà poi a Monopoli (Bari) dal 19 luglio al 3 novembre, negli spazi dell’ex Deposito Militare Carburanti. Due spazi diffusi per un totale di più di 400mq di spazi espositivi tra le due città italiane.
I lavori prenderanno forma in un’eclettica varietà di linguaggi artistici. Infatti, le opere site specific sono state realizzate con tecniche poliedriche, dall’acrilico allo spray, dalla sabbia alle lastre metalliche e trasparenti, fino ai labirintici teli appesi. Ampio spazio verrà dedicato anche a due lavori di realtà virtuale, oltre che a numerose sculture e cinque installazioni audio video.
Con un focus sul mondo digitale, tra gli artisti presenti alla mostra “In My Name”, V3rbo ama ragionare sul lettering tra realtà virtuale, graffito e post graffito in una parete di fondo monocromatica dipinta in tonalità di nero con rulli e spray. Vesod si concentra sulle trasparenze e unisce, in una sola opera, arte surrealista e rinascimentale, realtà e finzione, presente e passato. Infine, Zed1 proporrà un grande muro “Second Skin” con cui interagire e riunirà in un’installazione ad hoc i suoi universi surreali abitati da burattini umanoidi.
Gli altri protagonisti della mostra saranno Boost, Cento Canesio, Dado, Etnik, Giorgio Bartocci, Hemo, Joys, Macs, Made514, Peeta, Proembrion, Satone, Soda e Won Abc. Gli artisti coinvolti sono tra i maggiori esponenti dell’Urban Art in Europa, discendenti della cultura ribelle del Graffiti Writing, emersa negli Stati Uniti mezzo secolo fa e improntata alla sperimentazione e alla rottura dei paradigmi. Con una carica energica sorprendente gli urban artist hanno invaso le superfici di molte città mondiali dando vita a una vera e propria corrente artistica che oggi vive negli spazi aperti, così come in gallerie e musei. Il loro operato restituisce senso e substrato a un’avanguardia in grado di riunire gioventù, periferie e minoranze, influenzando profondamente l’immaginario collettivo e contaminandone svariati settori: dalla moda alla musica, dal cinema alla fotografia, fino alla pubblicità.
Il 9 maggio l’opening a Treviso darà il via anche al programma completo di eventi collaterali. Le opere del progetto “In My Name” dialogheranno con un ricco calendario di iniziative: performance, talk, azioni time specific, discipline urbane come parkour, bike e skate. Inoltre, è stato lanciato un contest per giovani visual artist, i cui lavori verranno proiettati nella giornata di finissage per svelarne il vincitore.
Il progetto è stato realizzato grazie al patrocinio delle città di Treviso e Monopoli e, tra le tante istituzioni, anche l’Accademia di Belle Arti di Venezia e quella di Bari, l’Università degli Studi di Padova con il Dipartimento di Beni Culturali.
