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La fascinazione alchemica nell’arte di Francesco Filippelli

Dal 7 al 28 gennaio 2023, la galleria d’arte “Spazio 57” presenta lo scenario di un efficace racconto di connessioni esistenti tra la chimica e l’arte grazie all’esposizione “Frammenti di Temporama Alchemico” di Francesco Filippelli. L’artista, laureato in chimica, affianca la professione di pittore a quella di docente di matematica e scienze.

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Passare la soglia
Ma tu rimani di Lorenzo Montinaro a Casa Vuota

Nella prima mostra personale di Lorenzo Montinaro, Ma tu rimani, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, le pareti di Casa Vuota divengono soglia dell’altrove, luogo di convergenza tra perdita e resto, ultima dimora e attraversamento di un passaggio spirato che riguarda universalisticamente l’io e il tu, la traccia nominale impressa su materia lapidea, la memoria di un vivere nel trascorrere e perdurare.

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La forza del pensiero: Michele Citro

Molti – troppi – usano la forza del pensiero per inscenare spettacoli da baraccone. Michele Citro, no. Dopo aver studiato filosofia, Michele inizia a insegnare – è docente di Marketing, Economia e GUI (Graphical User Interface) presso lo IUDAV-VHEI (Valletta Higher Education Institute) – e a curare mostre d’arte. L’ultima, Luccicanza, inaugura domani il Venice Design Week.

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Il Roy Lichtenstein della costiera amalfitana

L’arte di Giuseppe Palermo sembra fatta apposta per confermare lo stereotipo dell’artista del Sud: coloratissima, dirompente, sprizzante energia da tutti i pori. La prima parola che mi è venuta in mente osservando i suoi lavori – e conoscendo l’artista di persona – è stata “ammunina”: come in quell’espressione in napoletano “facite ammuina”, letteralmente  “fate confusione”, che è sovente ricondotta a un comando contenuto in un cosiddetto “Regolamento da impiegare a bordo dei legni e dei bastimenti della Real Marina del Regno delle Due Sicilie”; un falso conclamato, visto che un libro simile non è stato mai stampato. Anche l’arte di Giuseppe non è affatto improvvisata. Come quando, giusto per fare un esempio, egli riproduce ingigantendoli i decori delle maioliche della costiera amalfitana. Ciò che Roy Lichtenstein operava coi miti del suo tempo, Giuseppe lo fa coi segni del nostro passato, inducendoli a riviverlo, a renderlo attuale. Come lavoro spontaneo, non c’è male.