Ultimi articoli

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Ugo La Pietra. Ovunque a casa propria

Il TreviLab Centro Trevi di Bolzano presenta Ovunque a casa propria, in assoluto il primo approfondimento espositivo sulla ricerca cinematografica e sulle sperimentazioni audiovisive di Ugo La Pietra, instancabile sperimentatore della percezione visiva. Curato da Manuel Canelles, il progetto presenta anche le videoinstallazioni contemporanee di Lucio La Pietra, artista che lavora e fa ricerca nel campo delle arti visive, le cui opere, in dialogo con quelle del padre, esplorano i concetti di tempo storico e tempo soggettivo, e la necessità di accettare le differenze da cui può scaturire, persino, un’intima complicità.

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Vistamare Milano

Inaugura il 23 marzo 2022, a Milano in Via Spontini 8, il nuovo spazio espositivo a marchio Vistamare. Si chiamerà semplicemente Vistamare Milano.

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L’arte di domani. Emilio Isgrò

Il Seme d’arancia ingrandito e “piantato” in varie città d’Italia, a cominciare da Barcellona Pozzo di Gotto per finire a Palermo, dove l’ultimo Seme d’arancia in pietra siciliana sarà accolto il 5 marzo prossimo presso Palazzo Branciforte, è una delle opere più note di Emilio Isgrò. Che ad esso ha dedicato una Teoria del seme: in una società che tende a celebrare solo le cose grandi, che non hanno bisogno di esser replicate, il seme è quasi invisibile. Rappresentarlo in dimensioni giganti significa “segnalare una condizione di malessere che ormai sfugge completamente a chi continua a non capire (o non vuole) che la concretezza finanziaria è cosa naturalmente ben diversa dalla concretezza dell’arte e della vita” (Isgrò Seme d’arancia, Electa, 1998). Da questo punto di vista, la posizione di Isgrò non è cambiata. In questo nostro colloquio continua a scagliarsi contro l’arte “intesa come voce del bollettino di Borsa” e programmata a tavolino. Ma senza preconcetti sul presente – vedi l’apertura di credito alla prossima Biennale – e con la ferma speranza di “riaccendere le luci”, a pandemia conclusa, sull’arte di domani.

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Moderno, Volontarismo e s/confine: tra Menna e Beke 

(prima parte) (ecr.: 06, Archivi Città & Città, Napoli, 1985)

Quando in Italia si parla di modernismo, generalmente si intende un movimento politico-sociale e filosofico di critica al pensiero cosiddetto finzionalista. Molto meno conosciute sono le posizioni della critica, sviluppatesi soprattutto in ambito anni Ottanta, che partendo dal dibattito su «confine» e «sconfinamento», sul perimetro del moderno e del post-moderno, inteso come dialogo e non come disputa, hanno proposto strumenti e metodi per l’analisi dei testi e delle «arti contemporanee». Questo scritto li analizza, attraverso la partecipazione di Menna alla manifestazione e al catalogo di Città senza confine (in una scrittura dell’84, ripresa e aggiornata dagli archivi della rivista d’avanguardia diretta da Luca Luigi Castellano: Città & Città, nel 1985) e si pone come un tassello utile allo sviluppo «dell’analisi volontaristica e critica» nei confronti del moderno e del post, in cui emerge una semiotica del soggetto s/confinato (deragliato), vale a dire una lettura attenta ai processi di significazione attraverso cui il soggetto si costituisce in quanto «de(/)liberato». Per questo motivo, il testo non è indirizzato solo ai critici d’arte, ma anche in generale a tutti coloro che vivono con partecipazione la lotta all’oblio di questi nostri tempi, nei quali si abita e a cui piace negare la lettura e il ricordo di intellettuali come László Beke. Infatti, vista la recente scomparsa di Beke (23 May 1944, Szombathely – 31 January 2022) e, visto il silenzio totale intorno alla sua morte, questo testo propone un tributo al critico d’arte ungherese e, spostandosi dai luoghi comuni delle celebrazioni, ne individua alcuni temi chiave: la fine dell’arte, la vicenda dell’ermeneutica contemporanea, la nascita della cultura volontaristica, le discussioni classiche e moderne sul rapporto tra l’immagine e la parola.

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Linda Carrara

Il paesaggio, l’orizzonte anelato e riconquistato dal nostro sguardo fisico ed emotivo, è il protagonista della personale di Linda Carrara a The Open Box. L’installazione realizzata dall’artista plasma un luogo immersivo dove, a detta della curatrice, Martina Lolli, “capita di essere assorbiti da corrispondenze e affinità capaci di amplificare le leggi della natura, farsi sangue del nostro corpo, restituirci uno sguardo che ci riguarda”.

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Sabine Weiss. La poesia dell’istante

La Casa dei Tre Oci a Venezia omaggia la grande fotografa scomparsa lo scorso 28 dicembre con una personale ricca di scatti inediti. Dall’11 marzo, la mostra a cura di Virginie Chardin, promossa dalla Fondazione di Venezia, realizzata da Marsilio Arte in collaborazione con Berggruen Institute, prodotta dallo studio Sabine Weiss di Parigi e da Laure Delloye-Augustins, con il sostegno di Jeu de Paume e del Festival internazionale Les Rencontres de la photographie d’Arles.

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Una scultura per Margherita

Fino al 13 febbraio 2022 presso la Casa degli Artisti di Milano sono visibili le opere scultoree realizzate da diverse artiste per celebrare l’astrofisica, accademica e brillante divulgatrice scientifica del ventesimo secolo: Margherita Hack.

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Emilio Tadini Viaggio in Italia

Nell’anno del ventesimo anniversario della scomparsa di Tadini, la galleria Giò Marconi di Milano offre una retrospettiva del suo grand tour in Italia, visibile al pubblico dal 4 febbraio al 5 marzo 2022.

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Harry Recanati e i Musei Ralli

Cittadino del mondo, colto, sensibile, generoso, estremamente colto, gentile e intelligente, convinto del potere catartico dell’arte iniziò dapprima a collazionare opere del 600, 700 e 800. A lui si deve la creazione di un network composto da cinque musei a gestione privata nel mondo. Un’altra storia emblematica del forte rapporto che anche oggi esiste tra arte e committenza.