Emerge Project Space ha inaugurato l’8 febbraio Where did you sleep last night?, prima mostra personale in Italia del duo di designer coseincorso, attivo dal 2021 e approdato a Pescara, che presenta tre collezioni, nate rispettivamente in Belgio e in Italia. La ricerca di Marzia Cerio e Marwann Frikach si muove tra il design e la curatela, spaziando tra le discipline plastiche e fotografiche, con cui costruiscono una concezione di ambiente e di interno.
L’estetica di coseincorso sfuma e insieme ridefinisce il confine tra arte e design, grazie ad una forte componente identitaria, scovata nelle pratiche artigiane e nelle tradizioni dei territori, esplorati direttamente. Gli oggetti manifestano così dei valori poetici e originari, che fluiscono dai volumi minimalisti e linee idealizzate reinterpretati dai due designer.
Il titolo della mostra sembra volerci interrogare profondamente, trasferendoci in un tempo sospeso e in uno spazio adimensionale, quasi soprannaturale. La notte a cui si allude è infatti un’oscurità antica, evocata dai colori minimal e definiti dei lavori, allestiti in due stanze dal sapore misterico. Il nero e il bianco si rincorrono fra di loro, evidenziando le forme delle opere, e richiamando il clima esoterico e intriso di mitologia della romana Pompei, appena prima della catastrofe che ne ha congelato per sempre il fascino e la bellezza sotto una coltre spessa e impenetrabile.









Les ames simples è una collezione ispirata ai complessi architettonici detti beghinaggi (oggi patrimonio Unesco), sede dei gruppi delle beghine, donne belga che nel XIII secolo facevano voto di castità e obbedienza, per trovare la via della rinascita spirituale. Gli arredi progettati conservano pienamente questi valori di indipendenza e comunità, in un connubio dagli accenti gotici e verticalisti, in cui domina il nero e l’opacità (The Mirror of Simple Souls, 2022-2023; The Altar, 2022).
Apothecary aderisce al sentore medievale, introducendo un’ulteriore variabile: la ceramica di Castelli. All’opacità subentra ora la specchiata lucidità dei vasi in collezione, le cui forme si modellano a partire dai recipienti dei farmacisti rinascimentali, custodi di un misticismo e di una magia alchemica che solo i ceramisti di quel periodo sapevano come racchiudere. Coseincorso raccoglie questa eredità e, liberandosi degli orpelli, riporta alla luce il fattore artigiano e la sua connotazione naturalistica, utilizzando superfici lisce e luminose, che fanno risaltare i draghi che escono sinuosi dalle rotondità (The Drago Bianco / The Drago Nero, 2023).
Fragma si addentra invece in un’epoca aurea ormai perduta, di cui abbiamo nostalgia e che sentiamo ancora dentro di noi, e che per questo percepiamo infinita e iconica. Le colonne e le iscrizioni classiche tipiche di quell’estetica del frammento che ci pervade camminando nelle vie di Roma, assumono ora sembianze quotidiane dalle linee quiete e scorrevoli nello sguardo (The Pillar Lamp, 2024; The Front, 2024; The Truth, 2024). Coseincorso crea una tensione fra i pezzi e i progetti esposti, che dal passato ci proietta con sicurezza nel futuro, in un viaggio che ne riscopre nuovi elementi salienti, costruendo un intenso tempio laico saturo di simbolismi e caratterizzato dall’eterno contrasto di bianco e nero, luce e ombra, chiaro e scuro.








