La missione di Jack (I parte)

Vietato pensare al proprio progetto umanitario. Viviamo questo terribile momento, catastrofico e inquietante, in cui qualsiasi gesto di aiuto verso l’Altro, sembra impossibile: la generosità etica e militante, la pratica politica dell’indignazione custodita dal ribelle solidale è assolutamente bandita. Il perché non è un enigma e non attiene alla sola violenza autoritaria del capitalismo, ma al fatto che a quest’ultimo non si oppongono ancora sufficienti momenti di sdegno, di scetticismo e di controtendenza etica, di sana opposizione e affermazione del comune, dei più basici bisogni di classe. 

Francesco Impellizzeri | Muoviti Muoviti

Giovedì 26 settembre 2024, presso lo JUS Museum | Galleria d’Arte di Napoli, si inaugura Muoviti Muoviti di Francesco Impellizzeri, a cura di Marcello Palminteri e Gabriele Perretta. L’artista ci invita a leggere trenta opere realizzate tra il 2011 e il 2024 in cui, attraverso la contaminazione di oggetti e materiali diversi, si spalanca un teatro immaginario e in cui prevalgono elementi ludici, ironici, talvolta grotteschi: una dimensione kitsch e pop reinventa il suono e la parola, condizionando la visione, invitando lo spettatore a diventare parte dell’opera, riconoscendosi come attore o come comparsa.

In morte di Giuseppe Desiato

Giuseppe Desiato è stato uno dei maggiori interpreti di quella temperie culturale napoletana che tanto animò il territorio italiano ed europeo degli anni ’60, ’70 e ’80 del ‘900. Era nato a Napoli, in condizioni difficoltose, nel 1935, da genitori modesti e dall’amore della cultura di strada: l’esordio avvenne subito dopo la seconda guerra mondiale e il periodo della ricostruzione, nel ruolo del bambino-performer che è sempre rimasto. E con quel primo esordio meramente sociale, si conquistò la frase delle Satire di Giovenale: “Maxima debetur puero reverentia”.

Segno 291

La copertina del numero 291 della rivista Segno – maggio/giugno 2023 – è dedicata all’opera Un segno per segno di Gino Sabatini Odoardi

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Enunciazione mediale contro Estetismo-liberal
[IV parte]

Dopo il Medialismo, prescindere dalla critica all’estetica relazionale fu impossibile per chiunque. Anche il libero movimento del divenire politico non sfuggì all’elaborazione di proprie tesi enunciazionali, analizzando di volta in volta le varie imposture del manierismo post-duchampiano. Da qui prende le mosse il testo di questa settimana, che sottolinea particolarmente come vi sia stato anche un viaggio di ritorno, dal medialismo alle comunità mediali: una vera e propria pratica enunciazionale, elaborata dall’autonomia critica e ripresa da quegli epigoni e pseudo-curatori, che ebbero contatti con la crisi attuale delle arti.

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Angelus Novus… Passarella

Questa è la storia di un paradosso e di un vero messaggero, di un mediale e di un ricordo vero. La pittura degli Angeli al parco dei media semi-simbolici, al confine dell’emigrazione mediale, è unica al mondo. Solo il pittore conosce alcuni dei suoi segreti. Solo l’incontro con l’altro campo mediale, destabilizzante e vivificante, può conferire a ciascuno la propria identità e generare reale esperienza visiva. È per questo che il “Novus” si chiede sottolineando l’urgenza della ricostruzione di una apertura, di un campo semiotico fondato sul confronto e sullo spazio dell’altro.

Toys. Giocare è un’Arte

Toys è il titolo della mostra che verrà inaugurata presso gli spazi dell’Associazione Culturale Bianca Pilat il 15 dicembre 2022. La mostra, come ricordato dalla curatrice, Maria Mancini, intende stimolare…

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Segno 280

La copertina di Segno 280 è dedicata all’opera Extrême Orient (2017 libro, dimensioni ambientali, courtesy Studio Trisorio ph Francesco Squeglia) di Francesco Arena visibile presso STUDIO TRISORIO fino al 10 aprile 2021.

Corciano Festival

Corciano Festival | Medialismi 2.0’2.0

Tutto pronto per l’edizione 2020: dal 13 al 16 agosto quattro giornate dedicate alla cultura in tutte le sue forme. Il 56° Agosto Corcianese si farà in versione ridotta ma mantenendo la sua peculiare caratteristica: la commistione delle diverse arti in un unico evento.

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Frammento da Walter Benjamin

Premessa: Quanto è distante la più comune idea di “parola” da ciò che quotidianamente possiamo osservare e scegliere nei discorsi quotidiani? Quanto c’entra ancora la preziosità del racconto – dei verbi, delle frasi fatte – con quello che chiamiamo dialogo? Quali emozioni prova un soggetto artistico quando indossa una consapevolezza raccontata e riscritta da Benjamin e parole o sequenze narrative ritrovate nei dettagli di un discorso artistico?

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