Art Motel - Dario Molinaro & Lucia Cataleta. Ph Serena Dibiase

L’Ordine della Pizza Bianca | Intervista ad Art Motel

Art Motel ‘laboratorio permanente’ nato a Bologna durante il lockdown del 2020 è oggi protagonista di un progetto di residenza artistica promosso da Fondazione Rusconi ed animerà lo Spazio dismesso di Via Petroni 22A per l’intero mese di luglio.

La torrida estate bolognese non intimorisce l’arte e le sue sperimentazioni e così continua il percorso di riuso di spazi estromessi da attività avviato da Fondazione Rusconidi cui vi abbiamo parlato qui e con la mostra The Soft Paradedi cui, invece, vi abbiamo raccontato qui. Ora è la volta de L’Ordine della Pizza Bianca, un progetto di residenza artistica corale ideata dal duo di Art Motel che animerà lo spazio di Via Petroni 22A per l’intero mese di luglio. Segnonline ha incontrato Lucia Cataleta e Dario Molinaro, anima del progetto di ‘laboratorio permanente’.

Azzurra Immediato: Partiamo dal principio. Come nasce Art Motel, raccontateci la vostra storia e la sua evoluzione bolognese.

ART MOTEL:  L’illuminazione giunge in una fredda notte di lockdown e pandemia, quando decidiamo di dar vita ad un laboratorio permanente che coinvolgesse artisti di ogni età con occhio fermo su quelli emergenti. Da subito si delinea la nostra mission, quella di voler instaurare un confronto costruttivo per loro attraverso l’incontro/scontro con artisti più maturi ed affermati, portandoli anche a lavorare gomito a gomito, superando le difficoltà del gap generazionale. Praticamente questo si traduceva all’inizio della nostra avventura in incontri online, in cui tale confronto si consumava in una dimensione virtuale, dimensione che abbiamo voluto scardinare non appena c’è stata possibilità di organizzare eventi live. E così da giugno 2021 è realmente iniziata la nostra avventura nella città di Bologna, lanciando sessioni di disegno e pittura dal vero, mostre, aperitivi di networking e un festival dedicato al disegno e alla pittura en plein air. Tappe che hanno portato alla nascita di una piccola community di artisti di diverse età che si incontrano e collaborano con entusiasmo ed energia. Ed averla costruita in poco più di un anno ci rende molto felici!

A.I.: Ed è a questo punto che arriva… L’Ordine della Pizza Bianca. Come è nato questo progetto, che a differenza dei precedenti eventi espositivi ospitati dallo spazio è, invece, una ricerca laboratoriale, in primis?

A.M.: Il progetto di residenza in collaborazione con la Fondazione Rusconi, attualmente in corso presso Spazio Petroni 22 A, è la sintesi di tutto ciò a cui abbiamo lavorato in questo anno: un progetto in cui stiamo condensando molte attività che abbiamo sperimentato nei progetti passati. Un mix di ingredienti che ci caratterizzano: la forma laboratoriale in perenne work in progress, i giovani artisti, il confronto con gli addetti ai lavori (curatori e galleristi), la pittura, il disegno, lo stare insieme, la rete, il networking, questi ultimi importanti  per l’arte contemporanea come per qualsiasi altro settore. La Fondazione Rusconi ci ha contattati per pensare ad un progetto site specific per quello spazio; visitandolo, abbiamo subito pensato che avremmo voluto utilizzarlo per un’attività più rischiosa di una mostra, con l’obiettivo di creare un luogo di aggregazione nel cuore della città nel nome dell’arte e della cultura. Così ha preso forma l’idea di una residenza, prima di tutto, uno spazio di lavoro dinamico e in continuo mutamento, aperto alla cittadinanza, dove dare sfogo alla creatività di alcuni artisti e accoglierne il più possibile altri.

A.I.: 5 artisti sono il cuore nevralgico de L’Ordine della Pizza Bianca. In che modo si è formata questa ‘rosa’ di visioni, poetiche e ricerche? Svelateci qualcosa sui 5 artisti invitati da voi.

A.M.: Il progetto è cominciato qualche giorno fa e a noi sembra sempre di più un esperimento anche sociale così concepito: seleziona cinque giovani artisti, sdradicali dal proprio solito luogo di lavoro, portali in un grande white cube fornendogli del materiale, poi torna due settimane dopo per scoprire cosa è successo. Su per giù è quello che sta accadendo: Margherita Borghesi, Emanuele Cantoro, Dario Nanì, Ilaria Piccirillo e Daniele Latini, gli artisti protagonisti, sono cinque personalità umane ed artistiche molto differenti tra loro. Alcuni pittori puristi, altri illustratori e fumettisti compulsivi, alcuni disegnatori eccellenti, altri artisti in cerca di identità, insomma un gruppo composito ed interessante che sta lavorando ad un progetto di esposizione finale di cui non vediamo l’ora di scoprire gli esiti. Per la selezione siamo partiti da due punti fermi: il disegno e la pittura, arti su cui abbiamo sempre concentrato tutte le nostre forze. Da qui abbiamo poi condotto molte ricerche attingendo dai talenti che si stanno formando in Accademia qui a Bologna, da Instagram e da alcuni studio visit che abbiamo svolto nei mesi di organizzazione del progetto. Non solo elemento imprescindibile per la selezione, poi, sono stati gli incontri con gli artisti pre selezionati. Valutarne prima di tutto il temperamento, il carattere, l’approccio al lavoro, la determinazione nei confronti di un’esperienza del genere è stato fondamentale per noi: Margherita, Emanuele, Dario, Daniele e Ilaria sono stati scelti perché talenti, ma anche perché hanno dimostrato attitudine e voglia nei confronti di un progetto collettivo e corale come questo.

A.I.: Linguaggi differenti che dialogano, nonostante le differenze: quali dinamiche vi aspettate da questo laboratorio collettivo?

A.M.: Vogliamo che durante questa residenza gli artisti provino a misurarsi con qualcosa di nuovo, ignoto e mai provato per spingere al massimo sull’acceleratore della propria poetica. Altrimenti a cosa servirebbe stare insieme in un posto del genere? É una vera e propria occasione di crescita. Ed anche loro la stanno vivendo così! Abbiamo notato fin da subito da parte dei ragazzi voglia di confrontarsi tra di loro. Non a caso in questi giorni ha preso vita in maniera assolutamente spontanea una mostra “clandestina” visitabile nella zona degli studi. Non sappiamo cosa aspettarci, giorno dopo giorno ci sorprendiamo della naturalezza delle cose che avvengono in quel luogo e noi le assecondiamo, le metabolizziamo. Molto probabilmente a fine mese il quadro sarà meglio definito, o forse no, sarà un work in progress continuo; ci piacerebbe chiudere il cerchio a modo nostro, non un vero cerchio alla Giotto, un’ellisse.

A.I.: La pluralità della vostra visione si esprime anche attraverso la relazione con lo Spazio Via Petroni 22A, suddiviso in una dualità che è architettonica ma anche concettuale, come si dispiegherà il tutto durante il mese di luglio?

A.M.: É un mese molto intenso perché stiamo vivendo a pieno questo meraviglioso spazio di lavoro che ci offre molte possibilità proprio perché così suddiviso. Nella sala più grande il laboratorio/studio è sempre attivo: gli artisti sono a lavoro tutto il giorno, dalle 9.30 fino alle 20.30, una vera e propria full immersion! Nella sala antistante invece stiamo alternando mostre temporanee di artisti della nostra community in cui crediamo molto: Cecilia Grelli, Arianna Zama, Francesco Levoni e Giulia Sensi, che stanno esponendo nuovi lavori, alcuni preparati apposta per noi. Un format nel format che allarga il raggio di promozione per i talenti emergenti che l’Ordine della Pizza Bianca sta spingendo all’ennesima potenza. Il 18 luglio, invece, inaugureremo la mostra principale con i lavori prodotti in residenza dai cinque artisti visitabile fino al 31 luglio presso Spazio Petroni 22 A. Nel frattempo piovono eventi: il 19 in programma un reading di poesie con Lo Spazio Letterario, community di talenti e poeti emergenti, mentre il 22 un evento targato Profondissima, rivista indipendente e autoprodotta di cui Emanuele Cantoro è direttore. Stiamo lavorando poi ad un seminario sul ritratto tenuto da Alessandro Saturno e Domenico Grenci.

A.I.: Art Motel lavora su prospettive corali sin dai suoi esordi, cosa è cambiato, secondo voi, negli ultimi anni e quale direzione sta prendendo l’arte contemporanea sperimentale a Bologna?

A.M.: A Bologna si vive benissimo, probabilmente a volte manca quel senso di coralità che permette di incentivare rapporti con varie realtà emergenti e underground. Questo aspetto in realtà ci interessa fino ad un certo punto, il nostro laboratorio vive di idee spontanee partorite giorno per giorno dettate da numerosi stimoli. L’ obiettivo è quello di comunque continuare a lavorare su Bologna, farlo diventare il nostro “ufficio”, ma vogliamo espanderci, far conoscere Art Motel il più possibile e collaborare con tutte quelle dimensioni vicine alla nostra visione. Quindi sconfinare e continuare a divertirci su queste direzioni.

A.I.: Ed infine: progetti per il futuro?

A.M.: Ad oggi l’unico progetto che vorremmo realizzare è quello di prenderci qualche giorno di vacanza e riposarci dopo questa lunga esperienza. Si scherza, abbiamo tante idee in cantiere, ma prima vorremmo strutturarci meglio per poter affrontare l’anno che verrà con più proiettili in canna da sparare. Un anno e mezzo così intenso ci ha dimostrato che il nostro laboratorio ha del potenziale ed incanalare tutte queste energie nella strada giusta ci sembra il modo migliore per inaugurare la prossima stagione di eventi e iniziative. Sicuramente continueremo con gli studio visit in città dove oltre a visitare lo spazio di lavoro dell’artista protagonista, diamo anche la possibilità ai giovani artisti che partecipano di fare lettura portfolio. Inoltre non ci fermeremo con lo scouting sui talenti emergenti, per noi linfa vitale e anima dei nostri progetti.

Non resta che seguire il flusso creativo e vedere cosa accadrà nello Spazio Via Petroni 22A e scoprire poi i prossimi progetti di Art Motel. Dopo uno studio visit cui Lucia Cataleta e Dario Molinari mi hanno invitata ho pensato che il loro progetto dovesse essere raccontato in prima persona, che la passione che mettono nel loro lavoro dovesse essere veicolata attraverso le loro parole e la loro visione. Ora spetta a voi, lettori, entrare in questo alveo artistico…

Ad maiora!

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.