Nato dall’esposizione annuale d’arte contemporanea “Lucisorgenti”, Sciameproject è un progetto online che vuole riattivare la forza creativa degli artisti che hanno vissuto sulla loro pelle la tragedia tellurica che ha investito nel 2016 il territorio del centro Italia svelando, ultimamente, la sua anima digitale. Per scoprirne ulteriori dettagli ho intervistato la sua ideatrice Miriam Montani.
Maila Buglioni: «Come e quando nasce Sciameproject?»
Miriam Montani: «Sciame nasce nel 2016, a seguito di oltre sei mesi di movimenti tellurici nel centro Italia. Il progetto subentra inizialmente in sostituzione della decima edizione annuale d’arte contemporanea LuciSorgenti, Cascia (PG), ideata da Franco Troiani (Studio A’87) nel 2008. Precisamente l’idea di SciameProject nasce mentre tentavo di organizzare, nel post 30 ottobre, la decima edizione in questione. Dove? sulle strade e le vie, non lontano dalle zone rosse della zona. Però il duro inverno e le ulteriori forti scosse del gennaio 2017 mi hanno fatto retrocedere e costituire una piattaforma web, per la precisione: www.sciameproject.net.»
M. B.: «Qual’è l’obiettivo ultimo di Sciameproject?»
M. M.: «Come già spesso dichiarato, il progetto, ai suoi esordi, si poneva come contributo immateriale per far rigermogliare la materia ceduta, in un momento in cui ci siamo trovati nel punto di scegliere se disabitare la terra o radicarci ancora, con tutte le forze sensibili. Il contributo di tutti era indispensabile per far sì che il terremoto non sollevasse solo polvere al cielo. A distanza di anni le cose non stanno più così, probabilmente perché sento che sul mio territorio sia raccolta tanta polvere.»
M. B.: «Secondo quali parametri vengono selezionati gli artisti che vi partecipano?»
M. M.: «I primi artisti e le prime artiste ad essere stati contattate sono sicuramente quelli provenienti dall’esposizione LuciSorgenti. Dunque, coloro che avevano esposto nei nostri musei e conosciuto il territorio in questione. Altri sono artisti che ho conosciuto personalmente in esposizioni, residenze e premi; di altri ne sono venuta a conoscenza invece, solo attraverso il loro lavoro e non personalmente. In molti, inoltre, si sono candidati autonomamente, ma sono stati accolti solo lavori che avevano una certa affinità con il progetto. Tutti gli artisti, in qualsiasi modo siano arrivati a Sciame, hanno aderito sulle questioni su cui si interroga quali: Impermanenza, Memoria, Abitare, Disabitare, Radicamento, Sradicamento e Motus. Non tutti i partecipanti sono artisti visivi, Sciame è composta anche da riflessioni filosofiche, teoriche e poetiche. Inoltre, il progetto ha una pagina dedicata alle “Voci sul Territorio” con una documentazione di ciò che è accaduto in loco nel 2016, con i vari progetti ed eventi come “Sa Paradura” e il costituirsi di associazioni titaniche come i “Montanari Testoni”. Proiettandoci invece su questioni ancora attuali e presenti, in “Voci sul Territorio” Sciame ha anche una pagina sulla questione del gasdotto Snam: ecomostro capitalista in costruzione nello stesso sotterra in cui vivono anche delle faglie attive.»
M. B.: «Sono quindi più di dieci anni che il progetto esiste. Nel corso di questo decennale sono state apportate delle modifiche?»
M. M.: «Se consideriamo anche Lucisorgenti contiamo 14 anni di attività, ma da solo SciameProject ha “solo” cinque anni. Nel 2019 il progetto viene presentato presso L’associazione Viafarini, Fabbrica del Vapore, Milano e presso l’Auditorium del Macro Museo di Roma. La prima modifica l’abbiamo proprio a seguito delle esperienze di Milano e di Roma, quando, a gennaio 2020, Sciame avvia, insieme agli artisti Athanasios Aléxo e Vincenzo Zancana, “Sciame Mobile Residence”. Si tratta di una residenza web che si veicola sul canale Instagram di SciameProject (Sciame_project). Le tematiche scelte, elaborate, dai contenuti di Sciame sono: Disabitare/Disabituare. Binomio chiave utile per generare nuove domande, soprattutto sulle modalità di vita che l’essere umano attua a discapito del proprio habitat, della propria incolumità e quella di altre specie.»
M. B.: «Dopo Matteo Messori e Matteo Costanzo quali saranno gli artisti coinvolti?»
M. M.: «Dopo le penultime residenze web di Matteo Messori e Matteo Costanzo, curate entrambe da Raffaella Ferraro, il canale Instagram di Sciame ospiterà, in ordine temporale: Clarissa Falco, a cura di Valentina Avanzini; Francesca Migone a cura di Davide Silvioli; Ludovico Orombelli a cura di Gabriele Salvaterra; Cristina Calderoni e Gianluca Quaglia. In chiusura, subito dopo il periodo natalizio, avremo le residenze di Emanuele De Donno e Luigi Viola, a cura di Bianca Basile. Concluderemo il 16 gennaio un anno di “Sciame Mobile Residence”.»
M. B.: «Fin da subito Sciameproject si è contraddistinto per la sua natura digitale, ovvero come residenza web, presentandosi come antesignano di tutta quell’ondata di progetti italiani presentati successivamente online su varie piattaforme (dai siti ai social web, etc..) e che ha avuto larga diffusione soprattutto nei primi mesi di quest’anno per via della pandemia da Covid-19. In quanto ideatrice di questo antesignano progetto noti sia cambiato qualcosa rispetto ai primi anni? E se sì cosa?»
M. M.: «Beh, Sciame Project nasce virtualmente per la difficoltà di collocarsi fisicamente nel territorio di origine, motivo simile, se vogliamo, dell’insorgere dei progetti che si sono sviluppati nel web ai tempi del Covid-19. “Sciame Mobile Residence” residenza web, ideato insieme agli artisti Athanasios Aléxo e Vincenzo Zancana, ha ampliato la dimensione digitale di Sciame, soprattutto perché il suo inizio ha quasi coinciso, con soli due mesi di margine, con l’inizio della pandemia. Per questo forse il progetto è stato spesso confuso. Tutta questa digitalizzazione inizia a farmi desiderare per Sciame ad una dimensione espositiva e cartacea. Infatti, questa estate abbiamo inaugurato una mostra della residenza digitale in Umbria, presso il Museo Palazzo Santi di Cascia curata da Davide Silvioli. È stato molto interessante vedere materializzarsi dei progetti web-specific e inoltre accanto a delle opere antiche del 400-500 e ritrovamenti antichi romani. Vorrei che i progetti nati durante il Covid imparino a Sciame a fare silenzio e attendere, come in una poesia di Valerio Magrelli, in Ora Serrata Retinae (1980): “Preferisco venire dal silenzio/ per parlare. Preparare la parola/ con cura, perché arrivi alla sua sponda/ scivolando sommessa come una barca, /mentre la scia del pensiero/ ne disegna la curva./ La scrittura è una morte serena:/ il mondo diventato luminoso si allarga/e brucia per sempre un suo angolo.” E’ questo “per sempre” che mi interessa e non la macinatura mediatica.»
M. B.: «Infine ti chiedo: pensi che questo progetto andrà avanti ancora nel corso degli anni secondo tale modalità (digitale) oppure pensi che per continuare ad esistere occorra adeguarlo a nuovi parametri, modalità, etc..?»
M. M.: «Qualcosa si sta modificando. Sicuramente Sciame non si adeguerà ad alcun parametro, ma come sempre si muoverà in base al suo pensiero e alle sue esigenze. Ti invito a farmi la stessa domanda tra qualche mese, sarò sicuramente più esplicativa sulle modalità che verranno adottate e sui nuovi progetti in avvenire, in elaborazione proprio in questo periodo.»