‘incontrare Christian Martinelli’ al KUNST MERAN | intervista alle curatrici Anna Zinelli & Ursula Schnitzer

Kunst Meran | Merano Arte ha appena presentato lo scorso 7 ottobre il progetto di mostra personale ‘incontrare incontrare Christian Martinelli’, a cura di Ursula Schnitzer e Anna Zinelli, integrata dalla sezione La possibilità d’azione di un lascito d’artista a cura di BAU – Istituto per l’arte contemporanea e l’ecologia (Simone Mair e Lisa Mazza).

Christian Martinelli (Merano, 1970 – Innsbruck 2022) è stato un artista e fotografo autodidatta, la cui ricerca era focalizzata sul reportage e su una poetica legata al tema del viaggio, a quello della fragilità e della memoria, all’interno di quell’incessante dialogo tra uomo e natura.
Una ricerca che ha sempre tratto energia e forza dalla volontà sperimentale che Martinelli ha declinato secondo la visione tecnica e ontologica, come ben sa chi conosce Villa Dolores, la sua dimora meranese, un luogo speciale, sempre stato in trasformazione evolutiva ma anche crogiolo culturale della città. Un luogo che il Kunst Meran conosceva bene, anche in vista della collaborazione che sarebbe arrivata presto… non quanto la prematura scomparsa dell’artista.
Ed è così che nasce, perciò, questo ‘incontro’ ex post che abita oggi le stanze del museo di Merano e che sotto la cura di Anna Zinelli & Ursula Schnitzer, trova concretizzazione in una retrospettiva che intende ‘incontrare’ Christian Martinelli. “La scelta delle due curatrici è stata quindi quella di ripartire proprio da questo luogo così fortemente connotato, a cui si sono avvicinate con discrezione a cautela, cercando di ricrearne in parte l’atmosfera e integrando nel percorso espositivo alcuni di quegli elementi, ripresi anche in numerosi scatti, che sono stati centrali nella sua vita.” si legge nel comunicato ufficiale della mostra incontrare Christian Martinelli, in programma fino al 28 gennaio prossimo.

Segnonline ha incontrato le due curatrici e le ha intervistate, insieme con un intervento di Simone Mair e Lisa Mazza, curatrici di BAU, Istituto per l’arte contemporanea e l’ecologia.

Christian Martinelli, in un ritratto dalla mostra Fotoforum

Azzurra Immediato: ‘incontrare Christian Martinelli’ cosa c’è di più profondo oltre il titolo di questo nuovo progetto del Kunst Meran da voi curato?

Anna Zinelli & Ursula Schnitzer: La profondità del titolo scaturisce dalle circostanze in cui l’abbiamo formulato. Il team di Merano Arte, poco più di un anno fa, era stato invitato da Martinelli per una studiovisit nella sua abitazione meranese. Il fotografo era intenzionato a raccontarci quali idee avesse per il futuro e a mostrarci i suoi lavori più importanti, allestiti all’interno di questo spazio.
Per la mostra, ci siamo ispirate proprio questo luogo, agli oggetti, alle opere, agli arredi nonché agli allestimenti. La sede espositiva di Merano Arte, con le sue diverse sale che a loro volta rimandano a una dimensione abitativa, ci ha permesso di omaggiare il modo in cui Christian Martinelli era solito presentare i suoi lavori e quindi far nascere una mostra che va oltre il classico allestimento, incentrata, appunto sull’idea di “incontro”.

A.I.: La figura ed il lavoro di Christian Martinelli mettono in campo tutta una serie di dinamiche che hanno sì a che fare con la Fotografia ma anche con il modo di guardare, osservare e indagare il mondo proprio di chi, attraverso l’obiettivo, narra qualcosa di sé. Cosa vi ha raccontato la ricerca dell’artista meranese, nel tempo, e cosa è leggibile in questa retrospettiva?

U.S.: Christian Martinelli è sempre stato un osservatore attento. Negli anni ‘90 ha iniziato il suo percorso come fotografo di reportage in diversi paesi del mondo. Dopo aver affrontato situazioni estreme, come conflitti bellici o catastrofi naturali, ha progressivamente adottato uno sguardo più focalizzato sul singolo e su una dimensione personale.
Guardando il suo lascito emerge questa grande sensibilità poetica, espressa dall’attenzione per racconti individuali e per situazioni personali in stretto contatto con la natura. Sono scatti ricchi di delicatezzae umiltà che affrontano la vita e le sue innumerevoli sfaccettature.

A. I.: Come è nata e si è sviluppata questa mostra? E cosa credete lascerà nell’immaginario collettivo dei visitatori?

A.Z.: Questa mostra porta avanti una collaborazione che si è sviluppata negli anni. Christian Martinelli aveva infatti già partecipato alla collettiva del 2018 Same same but different, curata da Laura Barreca e Christiane Rekade, e al progetto di arte pubblica KOPFhoch, curato da Ursula Schnitzer nel periodo pandemico (2020).
L’idea di una monografica è nata dalla stessa Ursula Schnitzer e dall’artista e fotografa Elisabeth Hölzl, che ha anche collaborato agli allestimenti. Entrambe erano legate a Martinelli da rapporti professionali e di amicizia. Sono quindi subentrata anch’io, affiancando Ursula Schnitzer nella curatela.
L’idea è stata quella di partire proprio da quell’incontro, presso lo studio dell’artista, che purtroppo non ha potuto concretizzarsi, e di restituire in mostra non solo quelli che sono stati i nuclei principali della sua ricerca, ma anche le sue modalità di lavoro e condivisione. Quello che quindi speriamo lascerà nell’immaginario dei visitatori è una dimensione di di prossimità, di avvicinamento: un possibile racconto di come Christian Martinelli ha approcciato il linguaggio e le tecniche della fotografia, ma anche di come ne ha favorito la divulgazione, la conoscenza, il dibattito.

A.I.: La personalità dell’artista, caratterizzata dalla volontà sperimentale continua, è raccontata in mostra dall’importante installazione CUBE; possiamo avere qualche dettaglio di questo affascinante elemento?

U.S. & A.Z.: Il Cubeera un’enorme macchina fotografica, cubica appunto (2mx 2mx2m), con pareti esterne riflettenti, trasportabile, con cui era possibile realizzare immagini di grande formato (oltre 1mx1m), senza l’utilizzo di ingranditori. La sua versione originale, purtroppo andata distrutta, era in alluminio, materiale scelto per la sua leggerezza. In mostra proponiamo la variante installativa in acciaio, sempre realizzata da Martinelli, delle stesse dimensioni.
Questo particolare strumento è stato ideato da Martinelli assieme all’amico, fotografo e documentarista Andrea Pizzini durante un viaggio in Cina. Successivamente è stato coinvolto nel supporto tecnico anche un altro fotografo meranese, Andrea Salvà, e sono stati necessari più di anni di lavoro e di sperimentazioni per arrivare a dei risultati concreti.
La sua peculiarità è da identificarsi nella altissima qualità delle immagini che permette di ottenere. Per farlo, è stato necessario ricercare e reperire le ultime rimanenze mondiali di un particolare tipo di carta, la Ilfochrome (precedentemente nota come Cibachrome) e realizzare delle strumentazioni apposite per lo sviluppo.
Il processo non prevede alcun passaggio da negativo a positivo, come avviene comunemente per la fotografia analogica: la luce naturale passa da un grandissimo obiettivo, un Nikon 890 mm, e crea l’immagine sulla carta, in un unico esemplare, come un dipinto.
Dopo i primi risultati ottenuti del giardino della propria abitazione, Christian Martinelli ha utilizzato il Cube per innumerevoli progetti, tra cui nature e ritratti (altro aspetto tecnicamente non facile, considerando i lunghi tempi di esposizione, che via via sono riusciti a ridurre). Inoltre, ha iniziato a “trasportare” il Cube durante i suoi viaggi. Così è nato uno dei suoi progetti più importanti, Confini, un racconto dell’intero perimento delle coste italiane, attraverso la rappresentazione poetica di orizzonti di mari e cieli.

A. I.: ‘incontrare Christian Martinelli’ prevede, come sempre accade per i progetti del Kunst Meran, l’integrazione di percorsi paralleli all’interno del nodo espositivo. Cosa accompagnerà questa antologica?

U.S. & A.Z.: Questa antologica sarà accompagnata da un ricco programma di eventi e di laboratori, sia in mostra sia all’esterno. L’aspetto divulgativo e didattico era, infatti, parte integrante del lavoro di Christian Martinelli. In particolare, abbiamo deciso di “riattivare” il Gallery Van, una roulotte usata dall’artista tanto come laboratorio fotografico quanto come piccolo spazio espositivo, con l’obiettivo “di portare la fotografia e l’arte in quei luoghi e da quelle persone che per motivi diversi ne sono lontani”. Il progetto “Alla ricerca di tracce” si svilupperà in tre paesi dell’Alto Adige (Vipiteno, San Candido e Malles), con una serie di workshop curati dal fotografo Fabian Haspinger. L’iniziativa è rivolta alle generazioni più giovani, che spessohanno scarse opportunità di entrare in contatto con la fotografia analogica.
Inoltre, uno spazio molto importante della mostra è una camera oscura, interamente allestita con strumentazioni di Martinelli come ingranditori, obiettivi, bacinelle, timer, carte fotografiche. Non si tratta semplicemente di una “messa in scena” del suo ambiente di lavoro, ma di luogo che potrà essere attivato e utilizzato. Collocata al terzo piano della Kunsthaus, la camera oscura funge anche da elemento di raccordo con l’ultima sezione della mostra, La possibilità d’azione di un lascito d’artista a cura di BAU (Simone Mair e Lisa Mazza).

A. I.: L’ intervento a cura di BAU (Simone Mair e Lisa Mazza) al terzo piano di Kunst Merano Arte ha un focus sul lascito d’artista. Che significato ha secondo voi e quale, in particolare, ha avuto quello di Martinelli?

Rispondono Simone Mair e Lisa Mazza, curatrici di BAU, Istituto per l’arte contemporanea e l’ecologia:

Una mostra invita il pubblico a incontrare un lavoro artistico e ad approfondire le proprie conoscenze sull’opera. Nel momento in cui un artista viene a mancare quello che lascia alle sue spalle è tuttavia molto di più: ci sono materiali e strumenti di lavoro, negativi e opere incompiute, quaderni d’appunti, idee per progetti, articoli di giornale e cartoline d’invito. Tutto questo, insieme alle opere d’arte, fa parte del suo lascito d’artista. Da marzo 2023, su incarico dell’erede, ci siamo impegnate nel lavoro di inventariazione e archiviazione dell’opera dell’artista e fotografo Christian Martinelli. Ci siamo poste molte domande sul lascito d’artista: come si può prendersene cura? Come deve iniziare il lavoro su di esso? Come si può finanziare?
Questa prima mostra dopo la scomparsa dell’artista Christian Martinelli rappresenta un’opportunità per incontrare la sua pratica artistica e per seguire le linee della sua opera. Attraverso il nostro lavoro abbiamo cercato di riflettere sia sulla parte dell’archiviazione sia sulle strategie d’attivazione oltre alla mostra, volte a mantenere il lavoro del artista attuale e accessibile.

Christian Martinelli, CUBE, courtesy

incontrare Christian Martinelli
a cura di Anna Zinelli & Ursula Schnitzer
Kunst Meran | Merano Arte
Via Portici 163, 39012 Merano
07.10.2023 – 28.01.2024
Martedì-sabato: 10-18. Domenica e festivi: 11-18
info@kunstmeranoarte.org | www.kunstmeranoarte.org
In collaborazione con: Associazione Conductus Verein, BAU – Istituto per l’arte contemporanea e l’ecologia

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.