IMAGE CAPITAL|La Fotografia come Tecnologia dell’Informazione

La Fondazione MAST di Bologna ha appena presentato al pubblico IMAGE CAPITAL, mostra a cura di Francesco Zanot, frutto del progetto del fotografo Armin Linke e della storica Estelle Blaschke.

IMAGE CAPITAL, il nuovo progetto espositivo della Fondazione MAST di Bologna pone in evidenza le frontiere della fotografia nell’immaginario collettivo, oltre il visibile. Un focus derivante da un lavoro di ricerca svolto dal fotografo Armin Linke e dalla ricercatrice della Università di Basilea, Estelle Blaschke, storica della fotografia, di cui vi avevamo anticipato sul numero 287 di Rivista Segno.

Il quid della mostra è racchiuso nelle parole del curatore Francesco Zanot che afferma:

A partire dal momento della sua nascita, la fotografia è penetrata progressivamente in ogni ambito della società, infiltrandosi nella scienza, nell’arte, nella politica, nella comunicazione e nell’informazione, così come in ogni genere di commercio e industria. Nel corso di circa due secoli, questo medium è diventato un dispositivo fondamentale per la nostra relazione visiva con il mondo.

IMAGE CAPITAL è, pertanto, più di una mostra, è un vero progetto di ricerca, promosso da Fondazione MAST e dal Museum Folkwang di Essen e nel 2023, dopo Bologna, arriverà al Centre Pompidou di Parigi e alla Deutsche Börse Photography Foundation di Francoforte/Eschborn, mostrandone l’importanza di matrice ontologica e di ricerca che si spinge oltre il valore estetico dell’immagine per carpirne la valenza all’interno del rapporto tra fotografia e tecnologia.

Image Capital racconta una storia della fotografia diversa: quella dei suoi innumerevoli utilizzi pratici e della sua funzione come tecnologia dell’informazione. La fotografia viene qui investigata come sistema di creazione, elaborazione, archiviazione, protezione e scambio di informazioni visive all’interno di differenti tipologie di processi di produzione, in particolare in ambito scientifico, culturale e industriale. È così che, dentro questo circuito, le immagini fotografiche assumono un peculiare valore descrivibile come una vera e propria forma di capitale, per cui il loro possesso corrisponde all’acquisizione di un autentico vantaggio strategico.

Nelle parole del curatore affiora una visione che fuoriesce da alcuni limiti spesso imposti dalla Storia della Fotografia per avanzare in una direzione talvolta non considerata: il rapporto tra Immagine e Capitale, come fortemente evidenziato dal titolo del progetto. Ma cosa si intende davvero? Cosa hanno indagato Estelle Blaschke ed Armin Linke?

Partiamo da un presupposto semplice quanto spiazzante per alcuni: ogni oggetto che circonda il nostro quotidiano, che utilizziamo, acquistiamo, fotografiamo è già stato ‘visto, osservato, registrato’ dal processo industriale e produttivo che, da molti decenni, ha scelto la foto e la videografia come strumenti di ottimizzazione delle dinamiche gestionali, amministrative, informative delle aziende. Ma non solo. La fotografia, rispetto al suo status di verità oggettiva, assume un valore incommensurabile di costruzione e raccolta dati e informazioni di assoluta importanza tale da essersi trasformata, essa stessa, in un capitale. Ciò avveniva in epoca analogica e avviene ancor più in epoca digitale – come la mostra illustra -.

Nella società capitalista la fotografia non domina soltanto l’immaginario, ma molto di più.

Francesco Zanot

La ricerca portata avanti da Estelle Blaschke ed Armin Linke giunge ad una portata che amplia la prospettiva sull’identità collettiva della fotografia e, in un tempo definito dalla storica come un ‘Rinascimento della Fotografia’, ricompone una lettura trasversale e altrimenti frammentata che esplora tutta una serie di dinamiche che mediante le proprie radici e i propri sviluppi è racchiudibile, in ambito narrativo museale, secondo un itinerario ascrivibile a sei punti nodali: Memory, Access, Protection, Mining, Imaging, Currency.

  • MEMORY: sulla capacità delle immagini di raccogliere e immagazzinare informazioni.
  • ACCESS: sulle modalità di archiviazione, indicizzazione e reperimento delle immagini.
  • PROTECTION: sulle strategie per la conservazione a lungo termine delle immagini e delle informazioni che contengono.
  • MINING: sull’analisi delle immagini e il loro utilizzo nelle tecnologie per il riconoscimento automatico.
  • IMAGING: sulla fotografia come sistema di visualizzazione della realtà o di un suo progetto.
  • CURRENCY: sul valore delle immagini.

Un itinerario immaginato dapprima da Estelle Blaschke ed Armin Linke come privo di barriere tra l’opera fotografica dell’uno, i testi e gli studi dell’altra, poi come ciò che era già stato precedentemente definito: ‘una narrazione esperienziale all’interno degli spazi bolognesi, immersiva e stratificata, in un connubio ideale tra i testi e le opere fotografiche’. L’invisibile viene mostrato attraverso scatti, video, immagini di repertorio storico accanto ad opere realizzate da Armin Linkecome la sua personale poetica rivela – e scopriamo un universo altrimenti inenarrato che è, tuttavia, parte del nostro vivere quotidiano; al contempo le parole di Estelle Blaschke ricorrono lungo i perimetri a geometria iper variabile dell’allestimento, accanto a schede tecniche e citazioni di intellettuali, artisti e fotografi del passato o slogan dell’industria fotografica.

IMAGE CAPITAL è un processo essa stessa, è un dibattito continuo filologico e di costruzione di nuovi dati – intepretativi prima che estetici – ove viene svelata quella che è considerabile una scenografia delle scienza e dell’industria, una volontà di comprendere i limiti della memoria umana e quei fenomeni che, dal ‘900 ad oggi, aiutano l’uomo a costruire nuovi, immensi, capitali di informazioni e dati. La trasversalità che emerge dall’allestimento appartiene a quella stessa trasversalità propria dell’identità fotografica attraverso la sua storia; siamo abituati a dialogare con taluni percorsi di conoscenza mediante una linea del tempo che, a ritroso, ripercorre la cronologia di un fenomeno dal principio ai giorni nostri. IMAGE CAPITAL riunisce attorno a sé storia, sperimentazione, fabbricazione digitale, amministrazione legale, estetica, creazione di metadati, usi ed inutilizzi di un scatto, valore precipuo di una immagine e valore assegnatole.

IMAGE CAPITAL, inoltre, esplora le molteplici modalità tramite cui la fotografia è utilizzata all’interno di plurimi processi di produzione, soprattutto in ambito scientifico, culturale e industriale; soggetto, oggetto, macchina, informazioni, archivio, copyright, fini legali, produttivi, commerciali paiono convergere in un magma al contempo affascinante ed immenso che tendono ad un tempo che abbraccia il passato il presente ed anche il futuro – pensate a render, non sono la traduzione per immagine di dati che mostrano ciò che sarà in un futuro prossimo?

Nonostante la loro diversità, tutti questi materiali sono disposti nello spazio espositivo su uno stesso piano, senza gerarchie né priorità, con l’obiettivo di offrire agli spettatori una narrazione/esperienza tanto immersiva quanto stratificata. Immagini e parole sono qui strettamente legate e interdipendenti, si chiariscono e si modificano a vicenda, in un percorso aperto come le dinamiche in continua trasformazione che raccontano.

Narrazione per immagini cui spetta il compito di ricostruire un capitolo della Storia della Fotografia, grazie all’opera di Estelle Blaschke ed Armin Linke.

CURRENCY. Fotografo sconosciuto, pubblicità della Recordak con etichetta “Tutti questi assegni in 30 metri di rullino. Un bel risparmio”, 1955 c. Università di Rochester, Libri Rari, Collezioni Speciali e Conservazione (RBSCP), Kodak Historical Collection

IMAGE CAPITAL
Fondazione Mast
Bologna, Via Speranza 42
22 settembre 2022  – 8 gennaio 2023
Martedì – Domenica, 10.00 – 19.00, Ingresso Gratuito
www.mast.org

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.