Paolo Radi
Paolo Radi, Facoltà fallaci, 2022. Macerazioni cartacee, legno, stucco e silicone, cm165x125

Frameless for a neverending light,
Paolo Radi da Antonella Cattani

Dal 14 febbraio 2023, la galleria Antonella Cattani Contemporary Art di Bolzano, ospita la mostra personale di Paolo Radi, intitolata Frameless for a neverending light.

La mostra Frameless for a neverending light rivela la continua dualità e l’inesauribile alternarsi tra luce e buio. La luce e il buio sono due grandi forze che si oppongono tra loro, da sempre rappresentanti di vita e di morte. Nella visione di massa, la luce è simbolo di speranza e fede, il buio è lo sconforto e l’arrendevolezza. Paolo Radi rende arte visiva il pensiero del filosofo indiano Maharishi Mahesh Yogi: “Non combattere l’oscurità. Porta la luce e l’oscurità scomparirà”. Infatti, la mostra è proprio strutturata come un percorso che dalle tenebre del nero porta al chiarore del bianco. 

Questa la tematica principale della personale di Paolo Radi alla galleria Antonella Cattani Contemporary Art di Bolzano.

Il titolo della mostra inizia con la parola Frameless ossia Senza Cornice. Infatti, le opere dell’artista, non sono mai racchiuse in una cornice esterna; quando essa è presente diventa interna all’opera e quindi propende verso l’installazione. La cornice diviene oggetto ritrovato, materiale ligneo visibile sulle carte e perde la sua connotazione figurativa.

Le opere in perspex e in PVC, nonostante la loro effettiva solidità, presentano forme sfumate, metamorfiche, libere di cambiare il loro aspetto in qualsiasi momento, in tensione nel loro mutare. Paolo Radi non presenta mai la rigidità geometrica, le forme dei suoi lavori rivelano nella loro astrazione un’atmosfera quasi Zen, al limite, alla soglia, della sacralità orientale. 

Spesso la critica compie l’errore di definire le opere di questo artista come estroflesse sulla linea di Agostino Bonalumi e di Enrico Castellani. In realtà, il suo lavoro non ha niente a che fare con la superficie della tela. Egli utilizza un materiale molto duro che con una forte pressione viene soffiato e modellato. Una volta raggiunta l’altezza e le trasparenze e le intensità adeguate, termina l’opera. Le parti più prominenti, sono quelle che nascondono e racchiudono le forme interne, che evocano sempre la luce che emerge dalle profondità. Infatti, nei suoi lavori si nota la presenza di un varco, di uno attraversamento, una sorta di spazio temporale che unisce, la luminosità con le tenebre. 

L’artista è inoltre molto legato alla carta, prima materia da lui lavorata già negli anni ’90, agli inizi della sua carriera. La seconda parte della mostra è dedicata proprio alle opere realizzate su questo supporto. Esse appaiono teatrali nelle loro grandi dimensioni e i colori al massimo della loro intensità, perché penetrati a fondo all’interno delle fibre naturali. 

Paolo Radi spiega: “Questo ciclo di opere parte da un pensiero rivolto alla memoria, al passato e all’idea di oscurità, momenti che hanno caratterizzato il periodo recentemente trascorso. Nel percorso espositivo, si arriva poi a una parte di opere “luminose” che ci portano a considerare nuove possibilità. Per l’oriente la luce è un’esperienza limite o, per meglio dire, un vuoto radioso, una condizione di eterna assenza luminosa, una felicità smaterializzata. Osservando queste opere all’interno di spazi luminosi e di altrettanti spazi oscuri è possibile notare degli elementi lignei, dei “reperti” di decoro immersi nell’incorporeità del materiale plastico sabbiato, trasformati in momenti di riflessione sulla storia e sulla nostra cultura. Nel percorso espositivo si dipanano una serie di opere che ripercorrono la genesi del pensare dal buio alla luce. Il buio porta in sé il principio creativo che emerge fino a trasformarsi in luce”.