Fiumefreddo Bruzio è un borgo calabrese dalle origini molto antiche e piuttosto incerte che, dall’alto della sua collina, guarda a strapiombo la costa cosentina ed un cristallino mare in cui si riflettono il cielo ed anche antichi sogni di una comunità che, troppo spesso, ha lasciato la terra natia. Ciononostante, altrettanto di frequente, gli oriundi fanno ritorno qui per poter sfidare i tempi, le convenzioni, i pregiudizi, le rinunce, i luoghi comuni – al fine di renderli straordinari – per sopravvivere ad un reale che appare refrattario al futuro. Il che, ovviamente, è impossibile, per ragioni ben più vaste della volontà umana.
Nel mare di dubbi e difficoltà però ho sempre avuto ben chiara l’idea di usare la fotografia come strumento di espressione del territorio, far sì che questo festival fosse una scommessa in grado di lasciare una traccia di qualcosa di nuovo e di universale in questa regione, una finestra aperta sul mondo […] Per me è stata anche l’occasione per osservare la Calabria da dentro, per lavorare nella regione in cui sono nata scoprendo veramente quanto sia bella e virtuosa.
Anna Catalano
Un festival da sogno
Ed è così che Anna Catalano, fotografa originaria di Paola (Cs) a pochi chilometri da Fiumefreddo Bruzio, a Roma da anni, ha immaginato di poter dar vita ad un festival nella sua terra e non un festival qualsiasi, bensì uno che oltre alla fotografia avesse tra i protagonisti le difficoltà che comporta realizzare un sogno. È nato così Fiumefreddo Photo Festival di cui, invero, vi avevamo già anticipato qui.
Il Team di Fiumefreddo Photo Festival
In quella che può definirsi una avventura, un salto nel buio, Anna Catalano è stata affiancata da un team ben avvezzo a simili sfide. Ideato il festival, difatti, la Catalano si è avvalsa per la direzione artistica di Teodora Malavenda, Curatrice, mentor e photoeditor calabrese ma abitante del mondo, di Giorgia Foti, Social media manager e editor calabrese, di Marianna Dell’Aquila per la Consulenza immagine e comunicazione, attiva a Roma, di Simone D’Angelo per il Web design, di Simona Palermo per le Traduzioni e Daccapo Comunicazione per l’Ufficio Stampa – altro caso d’eccezione di rientro da Milano per lavorare nella propria regione – insieme all’appoggio incondizionato del Comune di Fiumefreddo Bruzio e una importante serie di sponsor privati che hanno sostenuto il progetto, documentato, egregiamente, dal catalogo pubblicato da Vanilla Edizioni.
Per me Fiumefreddo Photo Festival è una conquista. […] Idea subito condivisa da Teodora Malavenda la Direttrice Artistica del festival, che ha creduto sin dall’inizio in questo progetto quanto me. Sarà che siamo entrambe calabresi e testarde…
A. C.
Il Tema: attraversare il tempo
MIDWAY: between past and future è il tema su cui il festival si è definito, una prima edizione che ha visto le stradine di impianto medievale e le piazzette affacciate sul mare accogliere nuovi abitanti: le fotografie di sette artisti di fama internazionale in dialogo – ammaliante – con foto storiche concesse da Italo Amendola e Mario Porto, latori di una memoria altrimenti perduta. Un museo a cielo aperto, un borgo divenuto perimetro spaziotemporale pronto ad accogliere immagini e progetti in grado di definire una volontà precipua: ‘Questa prima edizione di Fiumefreddo Photo Festival prova a mettere in armonia, con il giusto equilibrio tra coerenza e di incertezza, i progetti degli autori in programma, tutti basati sulla via di mezzo nella quale ci troviamo e da cui si dipanano svariate linee di indagine capaci di descrivere il tempo che ci appartiene ma anche di suscitare perplessità e innescare dubbi’ secondo quanto affermato dalla direttrice artistica Teodora Malavenda poiché ‘è proprio nell’incalzare turbolento dei nostri tempi, di cui l’uomo è il principale artefice, e in cui l’evoluzione tecnologica ha spesso i tratti di una rivoluzione tecnologica, che la sensibilità del fotografo trova larga ispirazione.’
Un festival vivo
Fiumefreddo Photo Festival, che ho avuto modo di visitare in occasione del weekend di opening, ha proposto inoltre un fitto programma collaterale: dalle visite guidate delle mostre con il team e gli autori, al workshop Lomography x Fiumefreddo Photo Festival che, insieme ad Alessia Palermiti ha permesso di muoversi alla scoperta del borgo, fino ai diversi talks con esperti della fotografia e non solo – come quello cui ho avuto la fortuna di partecipare in prima persona: ‘Fotografie dalla mente: il potere comunicativo delle immagini‘, in collaborazione con SIMP – Alta scuola italiana per la lotta allo stigma e Accademia della parola, a cui hanno partecipato Antonino Minervino, Presidente SIMP, Vicepresidente ASILS (Alta Scuola Italiana Lotta allo Stigma) e Carlo Simionato, Direttivo SIMP, Medico Psicoterapeuta LP e a cui avrebbe dovuto esser presente anche Giovanni Biggio, Professore Emerito di Neuropsicofarmacologia, Università degli Studi di Cagliari – Tutto ciò, si evince, ha permesso una discussione ampia, veicolante un ventaglio vario di occasioni e di riflessioni che, senza dubbio, agiscono ben oltre i confini del concetto stesso di mostra.
I luoghi del Festival
Cosa significa, perciò, ideare un festival laddove nessuno lo immaginerebbe?
Significa entrare in sintonia con il percorso di una collettività, lasciare che la fotografia cammini accanto alla comunità ospitante e far sì, al contempo, che ogni scatto abitante il borgo sia sguardo condiviso dagli abitanti di Fiumefreddo Bruzio e dai numerosi visitatori che accorrono sulla cima della collina per lasciarsi stupire. Vicoli, piazzette affacciate sul mare, l’antico Castello da cui il panorama lascia senza fiato, angoli abbandonati o spazi ritrovati si sono trasformati, in questa estate 2022, in una mappa immaginifica e inusuale che si lascia scoprire pian piano, senza fretta ma con sorpresa, senza spettacolarizzazione ma con una sorta di ritualità appartenente agli spiriti che sanno ancora meravigliarsi dinanzi alla scoperta dell’altro da sé e di luoghi, storie e racconti che giungono da lontano. Fiumefreddo Bruzio, in tal maniera, è divenuto centro e periferia al contempo, catalizzatore di immagini ma anche di emozioni, di esperienze vissute e narrate e di evocazioni che, però, suggeriscono una nuova – e necessaria – strada per il futuro, secondo una progettazione allestitiva che parla un linguaggio corale.
Le mostre, gli artisti del Fiumefreddo Photo Festival*
La prima edizione del festival calabrese è caratterizzata da un itinerario nel borgo di Fiumefreddo Bruzio che vede snodarsi, in varie tappe, 7 mostre di artisti extramoenia – Fabian Albertini, Misha Vallejo Prut, Marco Zorzanello, Giacomo d’Orlando, Gabriele Cecconi, Alex Urso, Bianca Maldini – e una mostra storica che funge da fil rouge. Scopriamole insieme…
Fabian Albertini | Controlled Lives: è un lavoro che indaga la mutazione irreversibile che l’intelligenza artificiale con la biometria facciale sta portando nelle nostre vite. […] Le fotografie di Fabian Albertini hanno lo scopo di far riflettere sul cambiamento in atto e sull’impatto che ha sulla vita degli individui e dell’intera società. Abbiamo un modo per cambiare il nostro comportamento, per proteggere la nostra privacy dalla sorveglianza quotidiana?
Misha Vallejo Prut | Secret Sarayaku: è un progetto fotografico che ha come protagonista il popolo Kichwa di Sarayaku che vive nella foresta amazzonica ecuadoriana. Un popolo cyber-attivista che ha sempre mantenuto un legame fisico e spirituale con la giungla per preservare l’equilibrio interno al loro mondo […] I Sarayaku hanno utilizzato Internet e i social media per diventare cyber-attivisti: diffondono un messaggio ambientalista […] La comunità è convinta che ispirerà le persone di tutto il mondo ad attuare strategie diverse nella lotta contro il cambiamento climatico.
Giacomo d’Orlando | Nemo’s Garden: è un progetto fotografico che racconta una delle sperimentazioni più rivoluzionarie del settore dell’agricoltura, il Nemo’s Garden a Noli in Liguria, il primo sistema di serre subacquee al mondo. […] Un’ecosistema completamente autosufficiente, ad eccezione dei momenti della semina e della raccolta per cui occorre l’intervento umano. È un progetto a zero impatto ambientale.
Marco Zorzanello | Tourism in the Climate Change Era: è un lavoro sviluppato tra le Alpi italiane, Israele, Palestina, Canada, Groenlandia, Islanda e Maldive in cui si analizza con toni ironici un tema di importanza globale: gli effetti del cambiamento climatico sul nostro stile di vita. In particolare, questo progetto fotografico esplora le conseguenze del cambiamento climatico sul turismo e come gli operatori del settore stiano reagendo a quella che è sempre di più una vera e propria emergenza, anche economica.
Gabriele Cecconi | TiàWùk: questa esplorazione visiva è un viaggio su un altro pianeta. TiàWùk è un pianeta situato in una galassia abbastanza vicina a noi, è piccolo rispetto alla terra e le condizioni ambientali sono estreme. […] L’opera corre lungo il sottile confine tra realtà e e finzione e vuole mostrare le estreme condizioni di questi condizionamenti. Su TiàWùk, l’estrema ricezione del modello capitalista-liberale in contrasto la tradizione dell’Islam crea questo disagio interiore che, alimentato dalla ricchezza economica, dà forma al concetto di ‘economical fantasy’ che disvela la costruzione di una visione distorta della vita e della realtà. – Osservato da qui, il Kuwait, appare una dimensione ancora più altera. –
Alex Urso | Past Continous: è un progetto nato in collaborazione con la Fondazione Magna Żmien, archivio storico audiovisivo di Malta dedicato alla comunità locale.[…] Alex Urso ha trasformato le immagini d’epoca della collezioni in elementi vividi e interattivi. […] I lavori presentati al Fiumefreddo Photo Festival sono parte di questa operazione ‘archeologica’ e iconografica. […] In ognuna di esse le figure umane sono state sottratte in maniera digitale […] Ponendo il proprio dispositivo di fronte all’immagine, donne, uomini e bambini si materializzato e tornano in vita grazie alle nuove tecnologie. Un effetto che invita a riflettere sul dialogo tra passato e presente e sul valore della tecnologia nella trasmissione della memoria collettiva.
Bianca Maldini | Una volta qualcuno mi disse (progetto vincitore della Open Call 2022 del Festival): è un progetto che esplora il confine tra fantasia e realtà che sta all’origine delle fiabe e delle credenze popolari. “È l’unione di immagini e di storie raccolte durante un viaggio in Calabria, che inquadrano memorie e ricordi in cui il sangue emerge come elemento potente di unione”. […] Il progetto fotografico è un tentativo di mantenere vive e di rispettare le storie e le culture che stanno scomparendo da quei territori dove, a causa della corsa alla modernizzazione, la possibilità d’immaginazione e di creare relazioni vere e dirette sembrano ormai scomparse.
Mostra storica | Fiumefreddo nel secolo scorso: frammenti di memoria. Su gentile concessione di Italo Amendola e Mario Porto. È la mostra diffusa per le vie del borgo di Fiumefreddo. […] Il percorso espositivo che ci permette di compiere è un viaggio attraverso la memoria di alcune persone che hanno vissuto e popolato le vie di Fiumefreddo. Sono le stesse strade che oggi, molti decenni dopo, ci accolgono e ci fanno immergere nella trama di un racconto in cui tutti, attraverso i volti impressi nelle immagini, possiamo diventare contemporaneamente protagonisti e insieme spettatori della stessa storia.
Un festival spazio temporale: la fotografia come vettore
Assuefatti nel misurare la dimensione del tempo come un flusso lineare avente, spesso e volentieri, pure una rappresentazione visivo-spaziale, commettiamo un errore: trascuriamo la caratteristica che, più di ogni altra, può davvero conferire significato ad una logica altrimenti ridotta alla retorica inevitabile, ineluttabile e ovvia del “tutto scorre”. Questa caratteristica, capace di inchiodare il tempo alle sue categorie e allo stesso tempo di scardinarle, è la turbolenza. Il presente si fa passato nell’atto in cui disponiamo anche solo di una miscroscopica prospettiva per leggerlo e valutarlo. Il futuro, così intensamente temuto, atteso o ambito, si fa presente sempre prima del previsto.
Teodora Malavenda
In tal maniera, dunque, al Fiumefreddo Photo Festival, la fotografia si trasforma in un vettore capace di valicare ostacoli altrimenti immaginati come insormontabili. Ecco, perciò, che lo status stesso del linguaggio fotografico, unito alla pluralità di visione di autori diversi per ricerca e grammatica, delinei la capacità propria di questo medium di guardare oltre e attraverso, di farsi elemento predittivo mentre costruisce memoria, di salvaguardare ciò che è destinato all’oblio per invitare, invece, ad una riflessione, hic et nunc, su ciò verso cui siamo tutti diretti.
Nel talk del Festival condotto con due neuroscienziati è emerso, con evidenza tangibile un fatto: l’essere umano pensa per e attraverso le immagini. L’imago mentis, che si trasforma in evocazione sensibile ed emotiva, fa della nostra mente una sorta di macchina fotografica ante litteram e ‘parla’ secondo una lingua comprensibile a chiunque, un po’ come accade con la cultura e l’arte, nutrimenti necessari al fine di non atrofizzare coscienze e anime.
Dunque, se non avete ancora scelto una meta per la vostra estate 2022, il Fiumefreddo Photo Festival vi aspetta sino al 10 settembre, potrete immergervi in alberghi diffusi dal fascino medievale, in viste sul mare mozzafiato, in una storia enogastronomica d’eccezione e scoprire storie di mondi lontani eppure increbilmente vicini, mediante preziosi istanti catturati dai fotografi e resi patrimonio collettivo, per imparare a comprendere le prospettive sempre più ‘turbolente’ di questo nostro tempo.
*I testi che raccontano le mostre sono tratti dal catalogo del festival pubblicato da Vanilla Edizioni
FIUMEFREDDO PHOTO FESTIVAL
Fiumefreddo Bruzio (Cz)
dal 29 luglio al 10 settembre 2022
Info: www.fiumefreddophotofestival.it/info/ ; info@fiumefreddophotofestival.it
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