Arko Datto, Boats bedecked with lights returning from a pilgrimage wait in the shoals for the tide to return so that they can head back home to their village. 2019 © Arko Datto.

Fotografia Europea 2024. Una sintesi dei progetti del festival

Fotografia Europea torna a Reggio Emilia, dal 26 aprile al 9 giugno 2024, per la XIX edizione del festival promosso e organizzato da Fondazione Palazzo Magnani insieme con il comune e il contributo della Regione Emilia-Romagna. Il tema scelto è “la natura ama nascondersi”.

Grandi fotografi e giovani esordienti dialogano sul tema di una natura che “ama nascondersi”, come suggerisce il celebre frammento di Eraclito, tra le dicotomie tipiche del legame tra uomo e natura, essere e divenire, svelamento e occultamento, in favore di nuove narrazioni che superino lo strapotere dell’uomo sulla natura. La direzione artistica del festival è affidata anche quest’anno a Tim Clark, editor 1000 Words, Walter Guadagnini, storico della fotografia e Direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, e Luce Lebart, ricercatrice e curatrice, Archive of Modern Conflict.
Saranno tanti i luoghi della città a essere coinvolti: Palazzo Magnani, Chiostri di San Pietro, Palazzo da Mosto, Villa Zironi, Palazzo dei Musei, Biblioteca Panizzi, Spazio Gerra e gli spazi del Circuito OFF che accolgono mostre di grandi fotografi e di giovani esordienti.

Palazzo Magnani ospita Mediations, la prima retrospettiva in Italia di Susan Meiselas (1978-1983); un’occasione unica per apprezzare il lavoro di una delle fotografe più importanti e influenti del nostro tempo, e per lasciarsi coinvolgere dalla potenza delle sue immagini, che continuano a parlare a distanza di anni dalla loro realizzazione. Attraverso le sue opere, Meiselas ci invita a riflettere sulle implicazioni emotive, politiche e sociali delle situazioni che fotografa, spingendoci a metterci in discussione e a interrogarci sulle nostre convinzioni e pregiudizi. 

NICARAGUA. Esteli. September 20, 1978. Fleeing the bombing to seek refuge outside of Esteli. The Nicaraguan National Guard captured the city of Esteli which was held by Sandinesta rebels.
© Susan Meiselas/Magnum Photos.

Le sale dei Chiostri di San Pietro ospitano dieci progetti espositivi. Al piano terra, su proposta di Archive of Modern Conflict, il visitatore è accolto dalla collettiva Sky Album. 150 years of capturing clouds, un omaggio alla bellezza delle nuvole, di Gustave Le Gray, Mario Giacomelli, Edward Steichen, Anna Ninskanen e Kalev Erickson. Al primo piano, Helen Sear presenta Within Sight,una serie di opere multiple e composite che indagano la dissoluzione della prospettiva a lente singola associata all’obiettivo della macchina fotografica. Yvonne Venegas con Sea of Cortez combina una storia intergenerazionale sul filo di un intenso equilibrio tra storia personale, quella della sua famiglia che ha abitato le miniere di rame di Santa Rosalia, nella Bassa California all’inizio del Novecento, e quella di una generazione che ha sfruttato i territori intorno al Mar di Cortez. Il fotografo indiano Arko Datto svolge un lavoro di ricerca in corso da nove anni sul rapporto tra catastrofe climatica e rifugiati dedicati al territorio fragilissimo del Delta del Bengala tratti dal progetto The Shunyo Raja Monographies. Foto d’archivio e di reportage compongono l’installazione del fotografo veneziano Matteo de Mayda del progetto There’s no calm after the storm sugli impatti a lungo termine della tempesta del Vaia che ha colpito il Nord-est dell’Italia nel 2018. La mostra di Jo Ractliffe, Landscaping, è interamente dedicata al paesaggio sudafricano ripreso durante i suoi viaggi in auto lungo la costa sud-occidentale. Nel corridoio centrale, Natalya Saprunova espone Permafrost, un racconto sulle popolazioni dell’estremo nord del continente asiatico. Terri Weifenbach in Cloud Physics esplora l’interconnessione tra le nuvole del nostro pianeta e le intime forme della sua vita biologica con una una serie di fotografie realizzate in un istituto di ricerca americano per lo studio e la misurazione delle nuvole, la loro origine, struttura, particelle e reazioni. An Act of Faith: Bitcoin and the Speculative Bubble di Lisa Barnard porta l’attenzione sul tema dell’impegno energetico delle fonti naturali nella creazione di bitcoin, beni digitali che seppur immateriali richiedono un enorme sforzo ambientale. Con Community Gardens of Vertus, Aubervilliers, Bruno Serralongue prende spunto dalla battaglia condotta da alcuni giardinieri contro l’abbattimento di oltre 4.000 metri quadri di orti per la realizzazione delle strutture per i Giochi Olimpici di Parigi 2024 al fine di sensibilizzare sui temi ambientali. 

La sede di Palazzo da Mosto accoglie la Committenza affidata a Karim El Maktafi, dal titolo day by day, sui territori interni e lontani dai grandi centri abitati; una mostra dedicata alla natura che comprende 116 libri fotografici, Index Naturae, a cura di Stefania Rössl e Massimo Sordie; infine due progetti vincitori della Open Call tra gli oltre 500 lavori di artisti e curatori che vi hanno partecipato, sono quelli di Marta Bogdańska e Michele Sibiloni.

Tra le novità dell’edizione 2024 del festival, riapre al pubblico Villa Zironi, gioiello dell’architettura liberty che ospiterà la mostra Radici,di Silvia Infranco, a cura di Marina Dacci, dove la materia naturale diventa soggetto e oggetto delle sue opere. 

Il festival si arricchisce, inoltre, di numerosi spazi cittadini che gravitano intorno alla manifestazione e che offrono al pubblico differenti stimoli come accade per Palazzo dei Musei con Luigi Ghirri. Zone di passaggio, a cura di Ilaria Campioli. Sono numerose le opere scelte da Ghirri  in un’ambientazione notturna che propone una riflessione sul tema del buio e della notte con l’obiettivo di raccontare l’importante ruolo che entrambi rivestono nell’immaginario collettivo.
Sempre a Palazzo dei Museo, a cura di Ilaria Campioli con Daniele De Luigi, la collettiva Contaminazioni, è frutto della Open Call  GIOVANE FOTOGRAFIA ITALIANA #11 | PREMIO LUIGI GHIRRI 2024, promossa dal Comune di Reggio Emilia, in partnership con alcuni festival internazionali. Sono sette i progetti selezionati dalla giuria internazionale: Claudia Amatruda con Good Use Of My Bad Health, Benedetta Casagrande con All ThingsLaid Dormant, Noemi Comi con Proxidium, Massimiliano Corteselli con Contrapasso, Camilla Marrese con Field Notes for Climate Observers, Cinzia Romanin con Transcendence e Alessandro Truffa con Nioko Bokk. Durante le giornate inaugurali Giovane Fotografia Italiana assegnerà diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Luigi Ghirri, del valore di 4.000 euro. Il vincitore del Premio avrà anche la possibilità di esporre una versione più ampia del suo progetto in una mostra personale in Triennale Milano (inverno 2025). Con la menzione Nuove traiettorie. GFI a Stoccolma, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, inoltre un artista, prescelto tra i sette selezionati, potrà svolgere un periodo di studio e ricerca durante il quale dovrà produrre un progetto artistico che sarà esposto in una mostra a cura dello stesso Istituto. Tre finalisti saranno inoltre selezionati per partecipare al programma di letture portfolio Photo-Match nell’ambito di Fotofestiwal Łódź previsto in giugno 2024 grazie alla partnership con il festival e a una borsa di studio a copertura delle spese di viaggio e alloggio. Infine Photoworks insieme alla Dalby Forest, Forestry England, offrono a due fotografi una residenza d’artista immersiva ed ecologica della durata di una settimana nel cuore della Dalby Forest, North Yorkshire – Regno Unito, insieme a tutoraggio, introduzione al team e agli ecosistemi della foresta e opportunità di networking.

Luigi Ghirri, Bologna,1987 ©ARCHIVIO EREDI LUIGI GHIRRI.

La fototeca della Biblioteca Panizzi partecipa all’edizione del 2024 con una mostra che ridona visibilità alla collezione di Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea con  Paola De Pietri (1994) e  Walter Niedermayr (1997).

Lo spazio Gerra propone un dialogo tra fotografia e intelligenza artificiale con la mostra NEW THEATERS OF THE REAL. Collaborating with AI di Xavi Bou, Antti Karppinen, Markos Kay, Katie Morris, Pierre Zandrowicz.
Collegata al festival, anche l’offerta della collezione Maramotti che espone la prima mostra personale istituzionale italiana di Silvia Rosi, dal titolo Disintegrata.
Si conferma, anche quest’anno, Speciale Diciottoventicinque volto ad accompagnare i giovani amanti della fotografia nei 10 incontri aperti alla multidisciplinarietà tenuti da Erik Messori, fotogiornalista e co-fondatore del collettivo CAPTA.

Infine, gli appuntamenti del festival si estendono a momenti di confronto, musica con la terza edizione di Fotofonia, il Circuito OFF,  l’evento collettivo e indipendente che arricchisce il Festival con una serie innumerevole di mostre diffuse in tutto il territorio cittadino, che si declina in  OFF@school con il coinvolgimento delle scuole.

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