Jumana Manna, Depositions, 2022. Photo Antonio Picascia

Depositions di Jumana Manna a Napoli

Underneath the Arches, arriva alla sua quarta mostra con la personale dell’artista Jumana Manna, che propone una serie di forme già esibite, questa volta in riferimento alla cultura napoletana.

È stata prorogata al 15 maggio la mostra Depositions di Jumana Manna a cura di Chiara Pirozzi e Alessandra Troncone, nel suggestivo spazio sotterraneo dell’Acquedotto Augusteo del Serino, nel Rione Sanità di Napoli.

Il sito, rinvenuto nel 2011, è parte di un percorso di oltre 100 km, oggi utilizzato come fondamenta di Palazzo Peschici-Maresca, gestito dall’Associazione VerginiSanità che lo ha aperto al pubblico nel 2015.

Dal 2018, le strutture d’epoca romana, ospitano Underneath the Arches, una rassegna di mostre personali curate da Chiara Pirozzi e Alessandra Troncone, in collaborazione con l’Associazione VerginiSanità. Il progetto nasce con l’idea di promuovere il territorio a partire dal sito stesso, invitando artisti internazionali a realizzare un’opera site specific, quindi ponendo in dialogo l’arte contemporanea con l’archeologia.

Tale scopo viene perseguito dalle curatrici invitando artisti provenienti da luoghi distanti – come Arturo Hernández Alcázar da Città del Messico, Hera Büyüktaşçıyan da Istanbul e Adrian Melis da L’Avana – con l’intento di generare stupore negli artisti che si approcciano al Rione Sanità, ma anche e soprattutto stimolare il processo creativo attraverso i contrasti tra le diverse culture di provenienza con il contesto napoletano. Il risultato ottenuto da ogni artista è stato diverso dalle aspettative, ovvero, ogni cultura, se pur lontana, trova insolite tangenze con quella napoletana. Così anche l’intervento realizzato da Jumana Manna, artista di origini palestinesi che attraverso le proprie radici trova similitudini con le tradizioni partenopee.

Depositions parla di un’antica usanza dei paesi mediorientali, di lasciare negli spazi pubblici il pane raffermo, il pane che non si è consumato, per offrirlo alla collettività. L’artista dispone su alcune superfici del sito archeologico, elementi di ceramica che ricordano tranci di pizza, pezzi di pane e scarti, interponendo, tra l’opera e la struttura romana, pannelli isolanti. Questa scelta non è casuale, Jumana Manna sceglie di utilizzare materiale edilizio come base per il suo cibo, rimandando all’acquedotto che oggi è diventato base, fondamenta, del palazzo soprastante. Ma il materiale da costruzione così comune come il cartongesso, ricorda anche l’ambiente domestico, familiare, quello in cui quel pane non si è consumato ed ora, un po’ per altruismo, un po’ per ripulire la coscienza, viene lasciato all’esterno per chi ne ha bisogno.

Un continuo gioco di rimandi spazio-temporali e scambi tra culture diverse, ma molto simili, accompagna il processo creativo dell’artista, fortemente influenzata da Napoli, dall’ Acquedotto Augusteo del Serino ma anche dal vicino Museo Archeologico, oltre che dallo spirito appassionato e dal senso comunitario della città.

www.verginisanita.it/aquaugusta
aquaugusta.contemporaryart@gmail.com
PER VISITE GUIDATE AL SITO DELL’ACQUEDOTTO
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