Cari lettori di “Segno”, prende avvio, su questa storica rivista e sul sito Segnonline, una piccola sezione dedicata all’architettura: SegnoArchitettura. Perché? Non solo e non tanto per volontà informativa o documentaria. La ragione è più profonda e più importante ma, allo stesso tempo, elementare. E si può riassumere così: nella pubblica opinione, nel senso comune, è completamente evaporata la consapevolezza di cosa l’architettura sia (o possa essere) e di quali le sue finalità siano (o dovrebbero essere).

Proviamo a definire l’architettura utilizzando le parole di un Maestro dell’architettura italiana del Novecento: l’architettura è dare organizzazione e forma allo spazio nel quale si svolgono le vicende umane. Ma di spazio ben organizzato e ben formalizzato, nelle città italiane e nei territori urbanizzati, non se ne trova (con l’eccezione dello spazio ereditato dal passato). E, ancor peggio, nessuno se ne lamenta: non c’è domanda di architettura. I nostri concittadini si sono adattati al degrado spaziale: e questo è il dato più sconfortante. Tali sono le criticità generali alle quali questa rubrica vuole, nel suo piccolo, reagire. Ma scrivendo su “Segno”, sappiamo di rivolgerci ad un pubblico particolare: un pubblico di conoscitori d’arte: artisti, critici, galleristi, mercanti e semplici appassionati.

Confidiamo, pertanto, di incontrare un pubblico sensibile, un pubblico che possiede, quanto meno, un’educazione estetica. Ora, qualunque colloquio con non-specialisti è un’occasione preziosa per provare a dire, daccapo, cosa l’architettura possa essere e quali finalità debba avere; ma un colloquio con quanti leggono un periodico dedicato all’arte è ancora più prezioso. Riteniamo, infatti, che questa interlocuzione, per i motivi illustrati, possa essere facilitata e quindi, possa facilmente generare una comprensione delle istanze architettoniche. Ovvero, che possa subito ampliare il novero di quanti desiderano spazio ben organizzato e ben formalizzato. La nuova sezione SegnoArchitettura avrà come campo l’architettura, nelle sue varie declinazioni -dal paesaggio al manufatto più minuto- ma sarà attenta anche alle interferenze con altri campi. Saranno argomento di queste pagine piccole critiche su questioni legate all’attualità, su personalità che hanno lasciato tracce importanti nell’architettura (e nell’arte); ed anche tra le recensioni saranno presentati libri di architettura. L’obiettivo, dunque, è offrire chiavi semplici per la comprensione delle vicende architettoniche contemporanee, spesso soffocate da un inutile esoterismo.

Siamo mossi dall’urgenza e dalla necessità di costruire quanti più collegamenti possibili tra l’architettura e il suo pubblico, tra l’architettura e il mondo dell’arte.

Federico Bilò e Alberto Ulisse

placeholder

Enzo Mari

Riapre al pubblico la Triennale Milano. Da martedì 2 febbraio e fino al 12 settembre, oltre alle altre mostre, sarà possibile visitare la mostra Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli.

placeholder

Allo studio Bruther lo Swiss Architectural Award 2020

Lo studio parigino Bruther, costituito nel 2007 da Stéphanie Bru (1973) e Alexandre Theriot (1972), ha vinto la settima edizione dello Swiss Architectural Award 2020, prestigioso premio gestito, quest’anno per la prima volta, dalla Fondazione Teatro dell’architettura di Mendrisio.