È amaro sapere che progetti di tale valore architettonico (e non solo) rappresentano, nella contemporaneità, delle eccezioni, in una realtà sempre più priva di qualità. Altrettanto amaro è constatare che la nostra penisola, se in futuro vorremo ancora definirla Bel Paese, ha bisogno di essere trattata con la stessa sensibilità, con la quale i MOLD architectshanno dato vita ad un episodio felice, nel quale architettura e natura collaborano per migliorare la qualità di vita delle persone.
In Italia, ormai, opere del genere sono rare e, se esistono, risultano spesso abbandonate a loro stesse, com’è il caso, per esempio, del Centro di canottaggio al Lago di Corbara (1993-96), di Francesco Cellini. Cito proprio questo edificio perché, scorrendo le immagini della Ncaved House, ho rintracciato in entrambi lo stesso approccio progettuale, sintetizzabile con uno dei verbi della famosa lista di Richard Serra: to dig, in italiano scavare. In questo caso, ci riferiamo ad uno scavo nel terreno, pronto ad accogliere e ad isolare il nuovo volume.
Il lotto della Ncaved si trova sull’isola di Serifos, in Grecia, in una piccola baia rocciosa, ove la natura è riassunta da una vista mozzafiato sul mare, e da forti venti del nord. Tali premesse hanno spinto il team di architetti a disegnare un rifugio protetto dal vento, incastonato nel pendio del terreno, senza volumi emergenti dalla linea del suolo, ma con uno sguardo costante sul mare. Il terreno, seppur modificato, sembra intoccato nella sua naturalità.
Tuttavia, il volume non segue affatto le linee curve e sinuose del paesaggio nel quale sorge; al contrario, si impone con una griglia regolare, che produce una scacchiera tridimensionale, data dal sapiente gioco di pieni e vuoti, luce ed ombra, materia e aria. Ne risulta una geometria rigorosa, interrotta solo dalla rotazione dell’ultimo asse della griglia, per favorire un rapporto visivo più ampio tra la zona giorno e il mare.
La casa si suddivide in una zona notte alla quota più alta; scendendo verso il mare, vi è la zona giorno e l’ingresso; infine, la Guest House, totalmente indipendente. Muri longitudinali di pietra a secco definiscono tali parti, delimitano il perimetro esterno del volume, e conducono lo sguardo dell’uomo verso la linea d’orizzonte. Trasversalmente, invece, vetrate a tutta altezza si aprono verso il mare e, sul lato opposto, incorniciano giardini interni, che illuminano il livello superiore della zona notte. La scala d’ingresso esterna collega i livelli della casa e offre due cornici visive: il mare, durante la discesa, e il cielo, durante la salita.
Sarebbe emozionante, un giorno, scrivere di una nuova opera architettonica in Italia, rispettosa, come la NCaved House, della natura circostante, della vita delle persone, e con una precisa identità architettonica.
Tutte le immagini sono state prese dal sito ufficiale dei MOLD architects
