Bruther, Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi, 2010-2014. © Foto di Filip Dujardin

Allo studio Bruther lo Swiss Architectural Award 2020

Lo studio parigino Bruther, costituito nel 2007 da Stéphanie Bru (1973) e Alexandre Theriot (1972), ha vinto la settima edizione dello Swiss Architectural Award 2020, prestigioso premio gestito, quest’anno per la prima volta, dalla Fondazione Teatro dell’architettura di Mendrisio.

Il premio, riservato ad architetti under 50, ha rilevanza sia nazionale (dato che riunisce le tre scuole svizzere di architettura, è presieduto da Mario Botta e ha visto, in qualità di giurati, Riccardo Blumer, Carrilho da Graça, Dieter Dietz e Christophe Girot), sia internazionale (dato il circuito globale cui appartengono i tanti advisors, da Angelo Bucci, brasiliano, a Steven Holl, statunitense, da Sean Godsell, australiano, a Paolo Zermani, italiano, ecc.).

Requisito indispensabile per entrare nella short list delle 33 candidature, era aver realizzato almeno tre opere significative. Nel caso dei Bruther, le opere considerate sono: il Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, a Parigi (2010-2014), il New Generation Research Center a Caen (2013-2015), la Residenza per ricercatori universitari “Maison Julie-Victoire Daubié”, ancora a Parigi (2014-2018). La motivazione che accompagna il verdetto della giuria è molto significativa: le tre opere presentate dai Bruther, tutte collocate in contesti periferici difficili, segnati da forte conflittualità sociale, sono ispirate “da una profonda istanza civica, che si propone di restituire dignità a questi luoghi e ai loro abitanti”.

Bruther, Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi, 2010-2014. © Foto di Julien Hourcade

Consideriamo infatti il Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, forse la più significativa delle tre opere, non a caso già insignita di altri riconoscimenti e candidata, nel 2015, per il Mies van der Rohe Award. Essa costituisce, in un contesto destrutturato, sia un riconoscibile landmark, sia un vero e proprio condensatore sociale, per quanto piccolo. In tal senso, in una società dove la politica del welfare è sempre più marginale, l’edificio riesce a supplire e sembra replicare, in miniatura, la felice esperienza dei SESC paulistani: ovvero la costruzione di luoghi identitari che offrono ai cittadini, in un unico manufatto, attività per la crescita culturale e per la cura del corpo.


I fondatori di Bruther, Alexandre Theriot e Stéphanie Bru. © Foto di Marvin Leuvrey

Fondato nel 2007 a Parigi da Stéphanie Bru (1973) e Alexandre Theriot (1972), Bruther lavora nel campo dell’architettura, della ricerca, della didattica, dell’urbanistica e del paesaggio. Bruther si propone “di comprendere e di accettare le esigenze concettuali e costruttive, ma anche di sapersi ritrarre per incontrare inaspettatamente nuovi ambiti di sperimentazione e di ricerca. I nostri progetti suggeriscono un delicato equilibrio tra strategia e forma, rigore e libertà, specificità e genericità, immediatezza e istanza evolutiva. Considerando il programma in proiezione futura, i nostri progetti si distinguono per le infrastrutture aperte che si adattano alla ricchezza di possibilità offerte dal contesto e a un’ampia flessibilità d’uso”.

Prima di conseguire lo Swiss Architectural Award 2020, Bruther ha vinto il Prix de l’Équerre d’argent 2016 (per il New Generation Research Center, Caen), il Gold Award, Best Architects Awards 2016 (per il Centro Culturale e Sportivo Saint-Blaise, Parigi) ed è stato nominato nel 2015 per il Mies van der Rohe Award (per il Centro Culturale e Sportivo Saint-Blaise, Parigi).

Stéphanie Bru e Alexandre Theriot hanno tenuto conferenze e hanno insegnato, come professori invitati di Progettazione, in varie scuole di architettura in tutto il mondo. Alexandre Theriot insegna attualmente presso il Dipartimento di architettura del Politecnico federale di Zurigo.

Sito web: bruther.biz