In questa seconda parte del mio colloquio con Danilo Quintarelli, il lavoro dell’artista è indagato nei suoi rapporti con altri artisti, con altre discipline, con gli imprevisti e con l’errore.
Icone
“Ogni volta che influencer Venere crea un post, un grafico, un fotografo, un social media manager e una persona mediamente intelligente, muoiono”. Così un commento a non ricordo quale uscita della Venere influencer digitale di Open to Meraviglia. Eppure, a dispetto dei lutti reali o simulati, abbiamo tutti un fortissimo bisogno di icone: dallo sport allo spettacolo alla politica alla moda non c’è ambito che sfugga al desiderio umano troppo umano di identificarci in un vaso d’elezione. Un desiderio che ci ha indotto a plasmare il mondo secondo i nostri sogni – senza questa capacità di creare enti astratti non esisterebbero né banche né nazioni – ma che ha anche, come la banalità disarmante di certe campagne pubblicitarie dimostra chiaramente, pericolosi lati oscuri. L’arte – in questo caso la pittura di Francesca Nesteri, che alle Icone ha dedicato una serie – è insieme un antidoto e un vaccino contro i rischi dell’appiattimento e dell’assimilazione. Il testo seguente introduce l’ultimo catalogo, dal titolo omonimo, dell’artista romana.
Mostre, musei e pandemia – Vincenzo Trione
Il Black Out delle mostre “di ogni ordine e grado”, dalle esposizioni di quartiere alle grandi rassegne dei musei generalisti, ha avuto persino effetti positivi, come la cancellazione, si spera finale, di eventi solo di cassetta, economicamente, culturalmente e socialmente insostenibili. Ha altresì incoraggiato, anche attraverso l’impegno di tutti gli operatori del settore nel trovare canali alternativi, l’istaurarsi di una relazione più meditata e complessa con il pubblico. Che non può tuttavia prescindere, essendo le opere dei “corpi”, dalla fisicità del contatto. Ne abbiamo discusso, tra provocazioni mie e proposte operative del mio interlocutore, con Vincenzo Trione, storico dell’arte, critico (tra i suoi libri Effetto città. Arte cinema modernità, 2014; Contro le mostre, con Tomaso Montanari, 2017 e l’ultimoL’opera interminabile: arte e XXI secolo, 2019), firma assai nota del “Corriere della Sera” e curatore di mostre di prima grandezza come il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2015, Codice Italia, e ancora ordinario presso lo IULM di Milano, dove ricopre anche il ruolo di Coordinatore del Dottorato di ricerca in Visual and Media Studies e la carica di Preside della Facoltà di Arti e Turismo, nonché, dal settembre 2020, Presidente della Scuola del Patrimonio della Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali: responsabilità che lo lega a doppio filo alle difficoltà e alle esigenze dei professionisti della cultura.
Arte, mercato e pandemia: Mario Cristiani
In un momento storico che ha costretto tutti gli operatori dell’arte, chi più chi meno, a ripensare il proprio ruolo, la riapertura del mercato deve per forza partire dalla consapevolezza di non attraversare una semplice fase, ma un cambiamento radicale. Che non va sprecato. Dopo un primo colloquio con Massimo De Carlo, ne abbiamo discusso per la nuova rubrica Sistematica, su Segnonline, con Mario Cristiani di Galleria Continua.