Riccarda Montenero foto Panique du corps Spazio46 Palazzo Ducale Genova

Riccarda Montenero
Habités par la peur/Abitati dalla paura

Riccarda Montenero. La sensazione nel flusso filmico della fotografia
Figure d’intensità sintomatica – diagrammatica

L’unica passione della mia vita è stata la paura

Thomas Hobbes, epigrafe che Roland Barthes ha scelto per il suo “Piacere del testo”, Einaudi 1975

Il percorso di ricerca di Riccarda Montenero – artista italiana di respiro internazionale, residente a Torino, notoriamente attiva a Parigi – interessa ambiti linguistici differenti come la pittura, la scultura, il disegno, la sonorità, la performance, la fotografia, praticata sia come impianto teatrico-scenografico che come fermo-immagine di un flusso filmico. A livello percettivo, quindi, la sua opera è connotata da una condizione sinestetica, che non esclude quella aptica sull’area della scultura, dei quadri tridimensionali, di una sua icona plastico-dinamica del corpo come del libro d’artista, dell’animazione 3D. 

Riccarda Montenero foto installazione Spazio46 Palazzo Ducale Genova 2022

Una sequenza di settancinque opere fotografiche si distende a parete, articolandosi in cinque serie sintomaticamente intitolate Gestes de la peur/Gesti della paura, Désir qui se brise/Desiderio che si spezza, Mutisme du mot/Parola muta, Panique du corps/Panico del corpo, Loi du poing/Legge del pugno. Sequenza di enunciati e sensazioni che afferiscono tanto alla dimensione fotografica che a quella filmico/teatrica. In una società di massa globalmente consumistica, massmediaticamente manipolata, insidiosamente permeata da una microfisica del potere, di visione foucaultiana, l’artista lavora a una formalizzazione dell’icona della paura atta a creare effetti di resistenza, consapevolezza dei propri diritti sociali e civili, potenzialità critica nei confronti di stati di sorveglianza, tracciamento identitario, distanza sociale. 

Protagonista del ciclo in mostra Habités par la peur, 2019-2021, è il gioco di tensioni volumetriche in uno spazio/tempo di complicità tra luci e ombre, opacità e trasparenze, presenze corporee visibili e altre dissimulate. Una poetica del vissuto è  ravvisabile anche nelle variazioni cromatiche, sui toni caldi, del rame, dell’ottone, del ferro ossidato, delle ocre dorate e bruciate. Nei primi piani mossi di Panique du corps si percepiscono perfino un luminismo e un colorismo riconducibili alla pittura veneta. Scaturisce da un consolidato rapporto di scambio tra l’artista Riccarda Montenero e la videoasta Teresa Scotto di Vettimo, la versione in cortometraggio, interpretata da Laurent Borel, intitolata Habillés par la peur – Visions d’un visiteur ordinaire/Vestiti di paura-Pensieri visionari di un visitatore ordinario, in cui, tra essere e apparire, tra immaginario maschile e ironia femminile, si opera uno slittamento del senso dell’abitare/Habiter nel senso del vestire/Habiller.

Figure di intensità, con ricorrente funzione sintomatica e diagrammatica – di referenza deleuziana – sono, nell’opera di Riccarda Montenero, le mani in tensione, il corpo avvolto in un fantasmatico lenzuolo, lo sguardo sbarrato, l’estrema magrezza degli arti, l’ambiente claustrofobico, lo spezzarsi dell’atto desiderante, lo sfocato, il flou, la dissolvenza, la desaturazione cromatica progressiva, il passaggio dall’ombra alla luce, dal continuum assordante del nero al continuum silenziato del bianco. Tutte intensità che si materializzano nell’opera attraverso il percetto, il concetto, l’affetto, ancora di referenza deleuziana. 

L’oscurità è complice, insinuandosi tra la sensualità del desiderio e la violenza dell’approccio. Non meno complice è però, nel Désir qui se brise nella chiarità dei toni alti, lo sguardo insostenibile, spietatamente interrogativo, di chi, nell’opera, guarda chi guarda. Di fronte alla brutalità la parola tace – Mutisme du mot – risponde la Legge del pugno – Loi du poing. Nel volume autoprodotto “Habités par la peur” – appena premiato dalla commissione del Concorso Le immagini rilegate, terza edizione di Milano Photofestival 14 settembre-31 ottobre 2022 – paradigmatiche, in questo senso, sono le scelte del buio della copertina e della luce immateriale della quarta. Sfogliando rapidamente il volume premiato, si percepisce sensibilmente la capacità dell’artista di un affondo scuro nel reale come di un suo superamento nella luminosa messa a distanza in contrade della memoria.

Su uno scenario multimediale, messo in opera dall’artista, si individuano dispositivi di narrazione, proiezione, rimozione, scrittura semantico/asemantica, presentazione simbolica, comunicazione segnico-cinestesico-gestuale. L’estetica della complessità, praticata da Riccarda Montenero, non cessa di essere sospesa tra il reale e il coscienziale.

La modalità di sguardo dell’artista Riccarda Montenero, tanto in fotografia quanto nel flusso filmico, è volta ad attivare una tensione che non cessa di oscillare tra l’immagine e chi guarda. Lo spettatore d’arte, che sia specializzato oppure ordinario, risulta così essere doppiamente coinvolto dall’opera dell’artista in un dialogo di domanda e risposta, di provocazione e di ascolto. Non mancano, nel tessuto narrativo dell’opera, in alternativa a momenti di terror-panico, sia fotografico che filmico, momenti distensivi di coloritura ironico-paradossale.

Riccarda Montenero
Habités par la peur/Abitati dalla paura
Mostra personale a cura di Virginia Monteverde
Spazio46, Palazzo Ducale, Genova