Memory of History
Luo Qi e Giovanni Cerri

Luo Qi & Giovanni Cerri – Memory of history

“Memory of History”, è un progetto espositivo biennale ideato dagli artisti Luo Qi, nato a Hangzhou nella provincia di Zhejiang nel 1960  e Giovanni Cerri, artista milanese classe 1969. Dopo aver inaugurato in Cina al Ningbo Art Museum nella provincia di Zehijang, adesso la mostra è visibile contemporaneamente al The Roof Art Museum, nello storico Liangzhu Cultural Center di Hangzhou dal 16 al 29 maggio 2023, e in Italia al Centro Culturale di Milano dal 25 maggio al 16 giugno 2023. I testi introduttivi in catalogo sono stati affidati a Martin A. Bradley e Andrea B. Del Guercio.

Questa mostra funge da ponte e da momento di confronto tra due mondi considerati spesso “opposti”, ma che in realtà mantengono dei legami e delle connessioni originarie. Il progetto è nato la scorsa estate quando Luo Qi ha proposto a Giovanni Cerri di realizzare insieme una serie di mostre bipersonali itineranti. I due si conoscono da una decina d’anni e avevano già avuto modo di collaborare insieme vista la parallela attività di Lou Qi come curatore. 

“Memory of History” mette in relazione due culture molto lontane tra di loro ma che in realtà nascondono alcune analogie. Eppure, in realtà, è proprio la distanza culturale e identitaria a essere il punto di forza di questo progetto internazionale e interculturale, nato con la volontà di diventare un confronto e incontro tra i due artisti e tra i due mondi.

Spiega Giovanni Cerri: “L’arte riesce concretamente a stabilire un punto di incontro tra l’Occidente e l’Oriente. Inoltre, ci sono sempre stati dei punti di contatto tra le due culture, fin dall’antichità. La nostra ricerca si basa su tematiche molto diverse, il punto in comune si ritrova però nella comune riflessione sulla memoria”. Infatti,  Luo Qi lavora sulla memoria del passato, riprendendo anche dei temi molto europei, in particolar modo il nostro Medioevo rielaborandolo in chiave orientale. Mentre, Giovanni Cerri parla di una memoria proiettata nel futuro, descrive un paesaggio stravolto, sconvolto, che ha a che fare con il presente dove stiamo vivendo un forte  cambiamento climatico. La sua è una riflessione sulla natura che riconquista il suo spazio, in maniera selvaggia e aggressiva, riappropriandosi di ciò che noi gli abbiamo sottratto. Infatti, Giovanni Cerri si concentra molto sulla cronaca attuale, sulla realtà contemporanea, pervasa da giovani generazioni preoccupate e attive sul fronte del cambiamento climatico e allarmate su quello che il futuro riserverà. L’artista prevede, in chiave pittorica, cosa succederà e come la natura tornerà a dominare l’uomo e non più il contrario. 

Luo Qi lavora sulle tematiche del nostro Medioevo europeo che rivisita utilizzando un linguaggio il più possibile orientalizzante, proprio per mettere in evidenza la differenza tra le due culture. L’artista riflette sulle immagini contenute nei manoscritti medievali e le rende sue, portandole fuori contesto, ingrandendole, ricolorandole, reinterpretandole. Offre quindi una riflessione visiva sull’eredità dell’immagine medievale e sulla sua reinterpretazione contemporanea utilizzando nuovi tratti, nuove luci e nuove tonalità. Lou Qi, artista cinese, rivaluta un periodo che noi europei consideriamo molto spesso come depresso e retrogrado, quando in realtà è stato ricco di innovazioni, sperimentazioni e fermento nella cultura e nell’arte. I lavori presenti in mostra, sottolineano una profonda conoscenza dell’immagine medievale e  appare evidente l’attenzione verso il linguaggio dei gesti, dei simboli e dei colori. Luo Qi riconosce al Medioevo una grande ricchezza di contenuti, ma il suo approccio non è storico, bensì iconografico. L’artista sottolinea quindi la grande quantità di immagini presenti nel repertorio di quello specifico periodo storico e ricrea così un suo “personale Medioevo”.

Inoltre, le opere presenti contemporaneamente al The Roof Art Museum, nello storico Liangzhu Cultural Center di Hangzhou sono a colori. Nella mostra milanese, invece, si è deciso di sottolineare il contrasto tra due paesi diversi, storie diverse e culture diverse; quindi, Luo Qui ha adottato una tecnica di espressione più cinese, incentrata sul bianco e nero e su una particolare forma di montaggio delle opere. 

Parlando del suo rapporto con la tradizione, Lou Qui spiega: “Apprezzo molto la moda, l’arte contemporanea, la vita contemporanea, ma penso che la possibilità di tutto lo sviluppo della società di oggi sia molto legata al nostro passato.  La storia attuale, deve mantenere la sua eredità, proprio come una persona. Quando nasciamo, anche se apparentemente siamo vuoti, i nostri genitori hanno già inserito all’origine della nostra creazione, nel nostro DNA, molte informazioni che andranno poi a costituire il nostro fisico e parte della nostra mente. Quindi che si tratti di un artista, di una città o di una cultura non si può abbandonare la storia perché tutto lo sviluppo e il progresso, sono indissolubilmente legati a essa”.