Herbert, 2018, lana tastata a mano - foto Giorgio Benni

Le maschere perturbanti di Caroline Achaintre

Camminando negli spazi della Fondazione Giuliani ci si sente osservati. In ogni sala del white cube e per tutto il tempo in cui stanziamo in esso le opere in mostra ci guardano permanentemente, non si lasciano sfuggire alcun movimento con i loro occhi macabri e carnevaleschi, ci interrogano e ci scombussolano attraverso la loro forza archetipica. Permanenteè il titolo della prima personale romana di Caroline Achaintre (Tolosa, 1969), esposizione che racconta la produzione dell’artista negli ultimi 10 anni, riassumibile in 4 tipologie diverse di opere tutte accomunate dal tema del dualismo della maschera, legato al Primitivismo avanguardista, ma anche alle tendenze spaziali e materiche neoavanguardiste e a quelle espressive contemporanee.

Arazzi trapuntati a mano, sculture in ceramica, disegni ad acquerello e inchiostro ed opere in vimini: ciò che appare in tutti i dispositivi è l’importanza data alla materia, che faticosamente manipolata, demiurgicamente plasmata, si trasforma in archetipo immateriale nei vuoti occhi delle opere, nella propensione naturale alla purezza poetica dell’immagine arcaica, nella memoria spettrale dell’icona. I lavori di Achaintre trasformano, attraverso il loro potere perturbante, la serie di stanze in un aureo campo magnetico psicologico ed emotivo, tra attrazioni e repulsioni, gravitazioni ed immersioni.

Gli acquerelli di piccole dimensioni appaiono come flussi di pensieri. Tra astrazione e figurazione l’artista analizza e scompone, a volte facendoli diventare vere e proprie gestazioni delle più imponenti opere a loro affiancate. Le 3 grandi opere in vimini (Osservatore, GepettoTen-Eyed), invece, costruiscono letteralmente una rete di evocazioni tra i pieni e i vuoti, dialogano con l’ambiente e con i visitatori attraverso le morfologie del volto su di loro riprodotte, tramite le rurali legature dei rami sui telai di bamboo che ne rappresentano l’ossatura.

Gli arazzi e le ceramiche raccontano il fulcro dell’esposizione, nonché lo scontro insito nell’immagine archetipica tra inquieto ed affascinante. I primi, sempre di grandi dimensioni, trasportano in una dimensione a tratti cupa ma sempre carnevalesca, di cui l’esempio più lampante è l’opera Louis Q.realizzata appositamente per la mostra durante il periodo del lockdown, che trae ispirazione dalla famosa maschera del medico della peste del XVII secolo, tingendosi però di una straniante ironia attraverso le forme e i colori. In queste opere risiede l’inquieto (Gloverad esempio) e l’essenza del Wilder Mann(come lo definisce il fotografo Charles Fréger) che ancora oggi ravviva le festività locali con tradizioni animiste preromane e sciamaniche (CruizerHerbertad esempio).

Le sculture in ceramica, invece, hanno dimensioni più piccole e abbandonano lo spirito ludico che caratterizza gli arazzi. Hanno colori più tenui o sono nere, sono lucide, lisce e si approcciano in parte all’immaginario fetish. Colpisce di esse l’essenzialità ansiogena, il loro potere attrattivo, la loro forza, pur sempre animista, ma uguale e contraria a quella calda e “morbida” delle opere tessili. Sono esposte sempre in gruppi, accrescendo così il loro potere immaginifico e perturbante, fuoriescono dalle pareti, come dall’inconscio o, nella stanza più piccola della Fondazione, sono oggetti a tuttotondo, accumulati a scrutarci nell’ironia inquieta delle loro morfologie.

Permanente, in conclusione, è una mostra che trae forza dalla somma delle opere presenti e nel loro equilibrio estetico, trasformando le stanze in un dedalo stimolante pronto a far entrare il visitatore in relazione con l’altro da sé, con l’arcaico, con il simbolo, con la natura e con il rito della nostra esistenza senza tempo.

Caroline Achaintre – Permanente
dal 24 giugno al 10 ottobre 2020
Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea
Via Gustavo Bianchi, 1 – Roma
Dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle 19.30 e su appuntamento
Gratuito
tel: 06 5730 1091
info@fondazionegiuliani.org
www.fondazionegiuliani.org