Galleria Mazzoleni: “VICTOR VASARELY. Einstein in the Sky with Diamonds”

La galleria Mazzoleni ha inaugurato a ottobre “VICTOR VASARELY. Einstein in the Sky with Diamonds”, una selezione di dieci grandi opere del maestro dell’Optical Art e dell’arte cinetica realizzate tra gli anni ’50 e gli anni ’80.

La mostra ha presentato alcune delle prime composizioni in cui Vasarely sperimentò l’attivazione della superficie tramite l’utilizzo di piccole e ripetute unità geometriche assieme alla vibrante alternanza di bianco e nero. Un suggestivo esempio è rappresentato da “Tampico-5” (1953). Questa ricerca, che inizia negli anni ’50, dà vita al linguaggio di quella che verrà poi denominata Op Art.

Nei decenni successivi, il pittore ungherese inizia a distribuire queste “Unità plastiche” in piccole griglie, nelle quali le variazioni di tonalità e sfumature vengono modulate: in “Arc Tur” (1968) è possibile notare come l’artista abbia cercato di far contrastare i colori e di ricreare delle forme scultoree. Vasarely prepara modelli e disegni preliminari in scala – che l’artista definiva “Programmazioni”. I pattern generano quindi onde di luce che modulano la superficie e risplendono dinnanzi all’osservatore. Le griglie stesse si deformano e creano delle piccole depressioni o delle protuberanze che aumentano la dimensione della superficie.

Il capolavoro della mostra londinese è stato sicuramente“Einstein-Ker” (1976), una grande tela il cui titolo fa riferimento ad Albert Einstein. Vasarely, da sempre affascinato dalle grandi scoperte scientifiche del suo tempo, ha cercato di trasformarle in “Equivalenti plastici”. L’artista non si limita al formalismo, bensì dà vita a veri e propri fenomeni visivi relativi a dimensioni “altre” dell’universo. L’alternanza di positivo e negativo nelle composizioni degli anni ’50 esprimono – da un punto di vista visivo – l’ipotesi dell’esistenza dell’anti-materia e di universi paralleli. Le unità plastiche sarebbero quindi i corpi semplici della fisica contemporanea e le loro vibrazioni ottiche trasporrebbero le energie infra-atomiche.

Le deformazioni della griglia sarebbero equivalenti alle distorsioni del continuum spaziotemporale al passaggio degli oggetti celesti. Le opere di Vasarely hanno dato forma a un cielo “Einsteiniano”, nel quale sono state raccontate idee e concezioni sull’universo e sulla materia relative alla fisica e all’astronomia moderna; tra tutte, ovviamente, è stata messa in risalto la Teoria della relatività del maestro tedesco naturalizzato svizzero e statunitense.

In occasione della mostra, è stato pubblicato un catalogo nel quale Arnauld Pierre, co-curatore della retrospettiva “Vasarely, Sharing Forms”del Centre Pompidou nel 2019, racconta la poetica scientifica dell’artista ungherese naturalizzato francese oltre che gli ideali universalisti che guidano la sua pratica pittorica. La mostra ha avuto luogo fino al 16 dicembre 2022.

La Mazzoleni è stata fondata a Torino da Giovanni e Anna Pia Mazzoleni. Lo scopo iniziale era quello di conservare al meglio la collezione privata di famiglia. Dal 2014, allo spazio torinese è stato affiancato quello di Londra in Mayfair. Negli ultimi trent’anni la galleria ha esposto oltre 200 artisti italiani e internazionali del 20esimo secolo, basando il proprio programma curatoriale sull’arte italiana del 1900 – già affermata a livello museale – e, negli ultimi tempi, anche su ciò che concerne il panorama contemporaneo. Mazzoleni partecipa regolarmente a fiere quali Art Basel (Basilea, Miami Beach e Hong Kong), Frieze Masters (London e Seoul), TEFAF (Maastricht e New York) e FIAC (Parigi).

Immagine in evidenza: Victor Vasarely, Einstein-Ker, 1976. Acrylic on canvas. Courtesy of the artist and Mazzoleni Art.

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