Zanele Muholi, Bona III, ISGM, Boston, 2019, silver gelatin print, 80 x 60.5 cm Image, 90 x 70.5 cm Paper. Edition of 8 + 2AP. Courrtesy of the Artist.

Arte, attivismo e sessualità nella magica Capalbio

A Capalbio la mostra Time will tell è dedicata all’esplorazione delle proprie identità, all’introspezione e alla riflessione sul corpo e sulla realtà della comunità LGBTQI+. Una rassegna nella quale l’arte acquista un valore di denuncia e offre gli strumenti per indagare a fondo un tema complesso e intrinseco alla natura umana, reclamando la libertà di non nascondersi.

Presenze diafane, in perpetua attesa, isolate e quasi tenute in ostaggio dallo spazio che le circonda, vulnerabili, fragili, abbandonate. Si parla di abbandono, forse, ma non di resa: al contrario, i protagonisti delle fotografie in mostra a Capalbio, alla Galleria Il Frantoio, possiedono una forza interiore tale da riuscire ad attrarre gli spettatori e non farli indietreggiare di fronte al loro sguardo, a volte ricambiato, altre colto solo di sfuggita.

La mostra Time will tell raccoglie circa 60 sessanta fotografie degli artisti e attivisti sudafricani Zanele Muholi e Robert Hamblin, entrambi da tempo impegnati nella riflessione sul ruolo del corpo, della sessualità, della libertà all’interno della società contemporanea, con particolare attenzione alla realtà queer, alla comunità LGBTQ+ e alla sua percezione nel loro paese d’origine.

L’esposizione, a cura di Francesca de’ Medici e Davide Sarchioni, mostra il lato più intimo e potente di questa meditazione sul tema, che viene sviluppata attraverso le fotografie, molte delle quali in un bianco e nero dai forti contrasti, disegni a inchiostro su carta o acrilici. Spesso si tratta di autoritratti, opere in cui l’artista è in grado di esporsi e confrontarsi – o scontrarsi, se necessario – con il pubblico, che non può restare indifferente di fronte all’aura profondamente autentica, senza filtri e quasi di sfida, che rappresenta alcune delle opere.

Robert Hamblin, Fight or Flight 2, 2022, Hahnemüle Photo Rag, 42 x 29.7 cm. Edition of 8 + 2 AP. Courtesy of the Artist.

Come si avverte già dal titolo, tuttavia, il messaggio che la rassegna veicola si tinge di un’inaspettata nota di fiducia, di speranza per un futuro già prossimo, nel quale i problemi di oggi saranno risolti, e molti stereotipi riguardo alla realtà transgender – ben rappresentata in mostra da Muholi, che in quanto transgender si appropria del linguaggio queer e delle sue moderne iconografie, scagliandosi fortemente contro ogni repressione sessuale e ogni forma di ignoranza, frustrazione, paura legata a tale modo di essere – e in generale riguardo alla quotidianità delle minoranze o delle fasce percepite più fragili dalla società maschile, bianca ed etero, saranno abbattuti.

«Zanele Muholi e Robert Hamblin – scrive il curatore Davide Sarchioni – sono riusciti a trasferire, con modalità differenti, le proprie vicende ed esperienze di vita in un linguaggio artistico potente, diretto e poetico a un tempo, ma anche stratificato e denso di immagini emblematiche e significati profondi che affiorano lentamente sovvertendo lo stato delle cose, il pensiero comune legato a retaggi culturali, pregiudizi e consuetudini sull’identità di genere, razza e appartenenza sociale, per educare alla solidarietà e alla diversità, per spingere verso il cambiamento un mondo che, seppur faticosamente, si sta di fatto trasformando».

La condizione delle donne, degli outsider e delle personalità che vivono al margine del mondo comunemente accettato emerge in maniera vivida e originale, attraverso scatti inediti e un allestimento che sfrutta al meglio gli spazi della galleria, nella città che ha ispirato agli artisti il percorso in mostra.

Capalbio d’estate si nutre di dialoghi, confronti, impressioni rese più vivide dalla luce velata che si cosparge nel borgo la sera, un calore che invade i vigneti e che sa di brezza marina. È qui che si avverano le premesse poetiche delle fotografie di Muholi e Hamblin, che portano in superficie ferite emotive, momenti di intimità, ingiustizie e attimi di introspezione, riuscendo a relazionarsi empaticamente con i visitatori.

Come una moderna Venere, riecheggiando l’iconografia della dea allo specchio, Muholi gioca con il proprio corpo e i riflessi che produce, per poi auto-ritrarsi in differenti pose e atteggiamenti, in un’indagine sulla propria identità, mutevole e impossibile da catturare, come l’acqua che tocca il magico borgo toscano. Hamblin continua la riflessione sull’identità proponendo altre serie di autoritratti e opere dal forte impatto emotivo, accentuando il carattere di denuncia e appello attraverso l’uso del colore, che si fa sempre più acceso e brillante, quasi violento.

In questo gioco di corrispondenze, i due artisti, che in occasione di Time will tell si trovano a esporre per la prima volta insieme in Italia, rimandano l’uno allo sguardo dell’altro, in un fertile scambio di prospettive che si completano se viste insieme e non possono non far sentire gli spettatori partecipi di un cambiamento che ha già le sue radici nel mondo contemporaneo.

Zanele Muholi e Robert Hamblin

TIME WILL TELL

A cura di Francesca de’ Medici e Davide Sarchioni

Dal 25 giugno al 2 ottobre 2022

Galleria Il Frantoio – Capalbio

Piazza della Provvidenza 10

Orario: dal mercoledì al lunedì dalle ore 18.00 alle 23.00. Chiuso il martedì.

Ingresso gratuito

Email: info@frantoiocapalbio.com

Sito: https://www.frantoiocapalbio.com/?q=node/192

Associazione Culturale Il Frantoio, con il supporto di Fondazione Capalbio, il patrocinio del Comune di Capalbio, dell’Ambasciatore della Repubblica del Sudafrica in Italia. Con il contributo di Cassa di Risparmio di Firenze. Sponsor mostra: MAG