Le edicole sacre, spesso collocate fisicamente sulla soglia, definiscono una sorta di area liminale, tra l’intimità della sfera domestica e lo spazio condiviso della dimensione pubblica. Espressione di un sentire spirituale e di una rivelazione religiosa a misura d’uomo, portavoce di contaminazioni pagane e scaramantiche, ma anche manifestazione della soggettività del singolo, le edicole votive dischiudono un piccolo spazio architettonico di sacralità e protezione private seppur coinvolte in un discorso collettivo di ritualità e tradizioni.
È tra i confini contenuti, eppure profondamente significativi, dei tabernacoli dischiusi tra i muri del centro storico di Parabita che nasce il progetto Votiva, a cura di Laura Perrone con Flaminia Bonino, e con la direzione artistica di Giovanni Lamorgese.
Gli artisti partecipi, nomi rilevanti nel panorama nazionale e internazionale, con interventi mirati ripopolano di nuovi significati e manifestazioni gli spazi ormai dissacrati di edicole votive in disuso e nuove nicchie realizzate appositamente per il progetto. Muovendo dall’originaria funzione cultuale dell’elemento architettonico, esso si compone nuovamente come strumento di comunicazione dell’ineffabile e passaggio verso l’indicibile, inteso nelle accezioni più disparate a seconda della prospettiva esclusiva dell’artista; l’itinerario del progetto riconduce, così, ad una condizione di coesistenza tra un sentire intimo e un vivere sociale.
Gli esiti di questa azione di interpretazione e riscoperta, non solo di un luogo e della sua storia, ma anche di un certo modo di intendere e osservare sono eterogenei esprimendo, in tale diversità, la pluralità di voci e di nuove possibili, talvolta necessarie, ritualità. Materiali, tecniche ed espressioni formali molteplici guidano in una certa complessità di decodificazioni ed espedienti richiamando alla mente la varietà di mezzi utilizzati in passato proprio nella realizzazione delle raffigurazioni custodite nelle edicole.
Nello svolgersi del percorso tracciato, l’opera di Giovanni Lamorgese, rappresentazione afflitta dell’Addolorata e intervento prodromo del progetto, stabilisce simbolicamente e concretamente il principio di Votiva. A quel decisivo punto zero fanno seguito le opere di Francesco Arena, Chiara Camoni, Ludovica Carbotta, Claire Fontaine, Gianni Dessì, ektor garcia, Helena Hladilová, Felice Levini, Claudia Losi, K.R.M. Mooney, Liliana Moro, Adrian Paci, Mimmo Paladino, Luigi Presicce, Michelangelo Pistoletto (sarà inaugurata a luglio 2024) e Namsal Siedlecki – plurime declinazioni di orazioni laiche e proponimenti di riflessioni che cercano il loro naturale prosieguo nella quotidianità della vita collettiva; si intercetta, così, lo sguardo della comunità e un interesse autentico attraverso l’allusione a tradizioni radicate seppur in parte sbiadite che, nella reinterpretazione, rinnovano la loro memoria.
Gli interventi che prendono parte al medesimo racconto si esplicitano, dunque, come espressioni più o meno criptiche – che in ogni caso mai rifuggono l’interpretazione soggettiva dell’osservatore – della storia e delle evocazioni solidamente legate al loro contesto determinato e a uno spazio specifico mediate da individualità singolari.
Votiva
Parabita (LE)
Un progetto del Comune di Parabita
A cura di Laura Perrone e Flaminia Bonino
Con la direzione artistica di Giovanni Lamorgese