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Try | Marilisa Cosello per Galleria Studio G7

A cura di Luca Panaro, è giunta a Bologna la personale di Marilisa Cosello, Try, allo Studio G7. Un’indagine che mette al centro il corpo femminile quale indice di narrazione. Fino al 3 aprile.

Try è l’inedito progetto di Marilisa Cosello che, dopo una serie con momenti itineranti, è giunto a Bologna, negli spazi dello Studio G7, con l’attenta curatela di Luca Panaro, ad evocare una indagine che parte da lontano e si concretizza nella fusione ontologica di una pluralità di linguaggi, il cui vettore, però, indica un quid precipuo.

Il femminile, la colletività d’azione, il potere, le strutture sociali ed il corpo, inteso quale medium narrativo, sono gli elementi fondanti la ricerca dell’artista di origini salernitane, che nel progetto Try fonde performance, video, fotografia e disegno, segnando una scansione spazio temporale peculiare.

Marilisa Cosello, Try #4 (Untitled 3, Musei di Palazzo dei Pio,Carpi, Modena), 2021, pigmentprint su Hahnemühle, dimensioni variabili, ed.5+2ap. Courtesy l’artista e Galleria Studio G7, Bologna

Non esiste un unico soggetto, poiché Try è una sorta di stratificazione di significati e significanti che si mostrano mediante la pratica sportiva seguitando, tuttavia, in una traslazione atipica, a tratti perturbante, che esce dal suo confine per farsi geometria concettuale variabile.

Ogni episodio inscena una disciplina olimpica, decontestualizzando lo sport in essere. Spostando la pratica sportiva dalla sua ambientazione ordinaria e customizzando le divise delle atlete, l’artista utilizza l’azione per riflettere sulla condizione della società, in uno stato permanente di spettacolo. Coinvolgendo atleti professionisti, scuole, circoli sportivi, comunità locali, Cosello crea una narrazione che diventa racconto collettivo e partecipato.

Attraverso più episodi, l’artista reinterpreta i Giochi Olimpici, perfetta metafora del collettivo; allo stesso tempo, si misura con la dimensione dello Sport che con la sua natura ambivalente, sospesa tra libertà e controllo, invita lo spettatore a interrogarsi su temi quali l’identità individuale e gli squilibri all’interno della società contemporanea.

Il giorno della preview, il 12 febbraio scorso, Marilisa Cosello ha presentato Try #5, performance con Giorgia Bordignon medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Tokyo, titolo conquistato per avere sollevato un totale di 232 kg, con uno strappo a 104 kg e uno slancio a 128 kg.

D’improvviso lo spazio da white cube tradizionale si è trasformato in un nonluogo metamorfico, mutazione diretta dall’artista e che, nella ripetizione dell’azione atletica, di fronte ad un pubblico divenuto contraltare dell’azione stessa, ha reso il bilanciere opera d’arte, punctum eziologico dell’intera progettazione concettuale di Try. La galleria, intanto priva d’altre opere della mostra, è stata per alcuni minuti contenitore d’assenza altra e di sola presenza plastica, di una tridimensionalità vivida e narrante, attraverso il corpo di Giorgia Bordignon.

Azione sportiva come azione performativa d’arte, dunque, in un connubio il cui climax è rintracciabile – nell’ambito dell’intero progetto Try, non già e non solo nell’occasione felsinea – nella visione in grado di estrapolare dal paradigma sportivo una alterità immaginifica e latrice di una serie di riflessioni extra tematiche di primaria importanza, così come accade per l’arte che entra nella dimensione sportiva, spogliandosi di una ineluttabile lontananza.

In tal maniera la trasformazione è avvenuta secondo un duplice gradiente, percettivo ed estetico, definendo il perimetro di una nuova indagine, che nell’aggirarsi di un nuovo tempo ha tradotto in molteplice grammatica. La galleria, infatti, ha ripreso il proprio ruolo di spazio espositivo ed opere grafiche, video e fotografiche di Marilisa Cosello, hanno incominciato un racconto altro, un itinerario d’analisi di quelle dinamiche soggettive o collettive nelle quali convergono elementi archetipici, rimandi storici ed artistici nonché temi legati all’identità femminile.

Gli “esercizi” messi in scena da Cosello sono proiezioni verso qualcos’altro, da qui il riferimento alla propaganda del XX secolo evidente nei primi lavori. L’aspetto fisico e il corpo allenato, una vita attiva e sportiva, sono spesso il punto di partenza della sua ricerca, un atto di ribellione verso ogni ideologia dominante. Nei suoi lavori è manifesto il riferimento simbolico alle Olimpiadi del 1936, evento che ha segnato l’inizio della propaganda per immagini, Cosello parte da questo immaginario slegandolo dalla storia. La sua opera collega il passato al presente, consapevole della diversità di contesto che intercorre tra due epoche, ma al contempo si dimostra vigile rispetto al pericolo di un possibile ritorno. Ogni opera è un segreto, un rito a cui assistere silenti, dal vivo, in fotografia, oppure attraverso il video. Nonostante la messa in scena, l’azione e la sua documentazione visiva comunicano un senso di realtà e mistero che è difficile rimuovere, come se la performer fosse portatrice d’informazioni latenti, qualcosa capace di sfuggire al controllo razionale dell’artista.

Si legge nel testo critico che accompagna la mostra, a firma di Luca Panaro. Documentazione passata, indagine grafica e racconto temporale gemmano, in tal maniera, una realtà inusitata, mediante cui mondi apparentemente opposti e lontani, dialogano in funzione dell’azione e delle mises en abyme dei corpi delle atlete.

Ed è in quel qualcosa di fuggevole descritto dal curatore che va ricercata la visione di Marilisa Cosello, in quell’istante irrazionale e intriso di inattese conseguenze, che sono la forza della prova, del tentativo, ma anche della sorpresa, del perturbante e della maraviglia.

Marilisa Cosello, Untitled, 2019-2020, matita su carta, cm 29,7×21. Courtesy l’artista e Galleria Studio G7, Bologna.

TRY – Marilisa Cosello Galleria Studio G7 Bologna, Via Val D’Aposa 4A
051 2960371 | info@galleriastudiog7.it | www.galleriastudiog7.it
Dal 15 febbraio al 3 aprile 2022 al martedì al sabato 15.30 – 19.30. Mattina, lunedì e festivi per appuntamento 

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.

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