Rosario Vicidomini, 2020, Minacce di morte al cane unicorno, Curva Pura

Rosario Vicidomini | Minacce di morte al cane unicorno

Rosario Vicidomini presenta Minacce di morte al cane unicorno, il suo ultimo progetto, a cura di Nicoletta Provenzano, negli espositivi spazi romani di Curva Pura. L’opening, il 10 e 11 giugno sarà il primo passo per un incontro peculiare con la ricerca dell’artista che continuerà per l’intera estate e si prefigura come una lettura taumaturgica del periodo pandemico.

Rosario Vicidomini e Minacce di morte al cane unicorno, un binomio del tutto significativo che introduce alla mostra personale dell’artista campano curata da Nicoletta Provenzano negli spazi di Curva Pura. Il senso intimo della ricerca di Vicidomini incontra, sulla superficie dell’azione pittorica, una figurazione che riecheggia nei meandri dell’inconscio e che si affida ad antiche evocazioni, strizzando l’occhio ad un ironica allusione ludica che, come sottolinea la curatrice nel suo testo critico, attraversa la dimensione del gioco quale “terreno di resistenza, interiorizzata ironia vorace che scuote e morde – come definita da Baudelaire in un verso de L’Heautòntimorumenos – e vertigine provocatoria che risponde ad ogni contrasto graffiante e carezzevole, annidato in una pittura elegiaca,persistente antinomia rigorosa e tragica, combinazione di volontà e di un arcano sortilegio.”

I lavori ad olio su tela presentati al pubblico di Curva Pura sono stati realizzati in questa epoca di pandemia e di esso ne lasciano emergere le pressoché infinite contraddizioni, le forze combattenti, le paure latenti ma anche i desideri celati al di sotto di passioni, dolori, gioie e tourbillons dell’anima. Minacce di morte al cane unicorno è una sorta di specchio surreale, capace di osservare ciò che ad esso si avvicina, trarne l’altrimenti inenarrato per lasciarlo confluire nello spazio mondano, quello che tutti riconosciamo come tale e nel quale siamo abituati a vivere immaginandoci liberi da ciò che negli abissi si muove. Vicidomini stravolge tutto questo, seduce, ammalia e sortisce effetti corto circuitali la cui traccia nei volti, negli sguardi e nei corpi delineati dall’artista destano il sospetto che non si possa – più – fingere di non ascoltare le voci che giungono dal profondo, ché esse hanno la forza di sostanziarsi in immagine, in memoria, in materia.

L’inafferrabile, la valenza immaginifica e suggestiva è dichiarata sia mediante la grammatica pittorica, sfuggente eppure energica, sia dalle cromie che rimandano ai moti delle passioni e di una pregnante melancholia, sia dal rimando costante alle parole offerte come titolazione. Minacce di morte al cane unicorno, difatti, insiste su racconti cronachistici per tendere al simbolo taumaturgico dell’unicorno con un passaggio da una intimidazione ad una ridente dissimulazione. Un nuovo stravolgimento accoglie il pubblico e, tramite il gioco serio dell’arte, qualcosa accade: è l’absurde che, inspiegabilmente, trova posto e ruolo centrale nell’intera messa in scena pittorica ed espositiva.

Perduranti ossimori accompagnano gli astanti, di sguardo in sguardo, di opera in opera, immergendo la prospettiva in un enigma infinito; è ancora la curatrice ad affermare che “negli olii realizzati dall’artista affiora un incanto seduttivo che cattura e conserva ogni traccia gestuale, penetra un’intimità figurale a cui affidare le proprie incertezze, interrogazioni e turbamenti, riemersi nella confluenza di moti viscerali, nell’incrocio di sguardi rapiti tra momenti estatici, maliosi, e attimi di struggente malinconia. Nelle linee di forza – in equilibrio movimentato, vorticoso e variabile nei volti, spesso centripeto nei corpi – si estendono e riconducono chiasmi e ossimori di polarità attrattive che trovano rapporto dialettico, integrazione e continuità nella superficie.  Ogni campo pittorico fluisce in una forma vigorosa e flessibile che passa attraverso una pienezza voluttuosa e un’inquietudine contemplativa: squarci di cromie lievi e spietati impeti coloristici aprono ad una coesistenza vitalistica irriducibile, alternata a lacerazioni e drammaticità.”

In tale alveo, la ricerca del sé si moltiplica irrimediabilmente tra silenzi e rumori, in una sovrapposizione non già e non solo materica quanto, piuttosto, di un sentire che, da soggettivo, ha la forza per rendersi universalmente leggibile e condivisibile.  

“Lo sguardo incede nell’individuazione di una alterità rispecchiante il sé in un rapporto riflessivo che attrae e sommerge, si congiunge in contrapposti conflitti, in densità carnali fuggevoli, flussi desideranti emersi o unificati e compenetrati al fondo” ed in un simile incedere Rosario Vicidomini genera il senso di straniante fascinazione che ha volto e corpo nel suo nascondimento, nel suo serioso ed ironico giocare, come trame che da un incerto passato affiorano con la necessità di cercare un appiglio nel nostro presente e nella sua dirompente emblematicità.

ROSARIO VICIDOMINI
Minacce di morte al cane unicorno
CURVA PURA
, Roma
Via Giuseppe Acerbi 1/A
Opening 10 e 11 giugno. Per partecipare: prenotare a curvapura@gmail.com o whatsapp 3314243004, indicando ilgiorno prescelto e la fascia oraria, il numero delle persone e i loro nominativi.mostra sarà visitabile solo su appuntamento.

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.