Flavio Favelli Le Torri del Silenzio (Dalia) 2023 Assemblaggio di cassette di plastica trovate | Found plastic crates assemblage 204 x 40 x 30 cm

Le mostre visibili nei Musei Comunali di Spoleto: da “Intervallo” di Favelli ad “Anacronismo” di Paolo Icaro e..

Alla fine di giugno a Spoleto, in concomitanza con l’apertura del 66° Festival dei Due Mondi, sono state inaugurate una serie di mostre ed installazioni che rimarrano visibili fino all’inizio a metà di ottobre 2023 e che meritano una visita dal vivo per poterne apprezzare pienamente lo spirito e l’anima creativa dei progetti.

Si parte con “Intervallo”, personale di Flavio Favelli (Firenze, 1967) a Palazzo Collicola – che sarà visibile fino al 16 ottobre 2023 – realizzata grazie all’Associazione Amici di Palazzo Collicola. A cura di Saverio Verini, la mostra è allestita negli spazi del Piano Nobile, ove gli arredi delle sale settecentesche contrastano fortemente con le opere proposte col fine di creare un cortocircuito. La pratica di Favelli – artista unanimemente riconosciuto tra i più importanti della scena contemporanea italiana, grazie anche alle partecipazioni a due edizioni della Biennale di Venezia, nel 2003 e nel 2013 (in quell’occasione invitato a rappresentare il Padiglione Italia) – si fonda sull’impiego di vecchi mobili dismessi, suppellettili ed elementi decorativi, oltre che l’utilizzo di altri materiali a tutti familiari come bottiglie, vasi e vassoi. Oggetti che, conservando quel legame con la nostra memoria identitaria e sottolineandone le tensioni esistenti tra spazio pubblico della strada e spazio privato della casa, danno origine a lavori stranianti in cui ci identifichiamo fintanto da riconoscerli come appartenenti alla storia italiana risultando, quindi, rassicuranti.  A queste opere installative e scultoree si aggiungono una serie di cartoline d’epoca ove, attraverso la tecnica del collage, sono riconoscibili alcune vedute di conosciute piazze dell’Umbria qui mescolate in ricordo della celebre trasmissione RAI “Intervallo” e da cui è stato tratto lo spunto per il titolo dell’esposizione. Le immagini, magistralmente fuse dall’artista, acquistano così un’aurea in cui l’ibridazione artistica rende riconoscibili i differenti contesti urbani grazie a quell’atmosfera tipicamente italiana che continuano a trasmettere.: «“Intervallo” può essere considerata» – come afferma lo stesso curatore «come una vera e propria retrospettiva dell’artista, che espone per la prima volta a Spoleto».

Il piano nobile di Palazzo Collicola accoglie anche Pittura preziosa. Dipinti su pietra, rame e vetro. A cura di Michele Drascek, Duccio K. Marignoli, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, l’esposizione ospita più di quaranta opere, per lo più inedite, provenienti dalle collezioni della Fondazione Marignoli di Montecorona di Spoleto e dell’antica famiglia Valenti di Trevi. Oltre a questi lavori, il pubblico ha anche la possibilità di poter osservare un prezioso alabastro concesso dalla Fondazione Camillo Caetani di Roma. In mostra sono visibili dipinti di piccole dimensione che spaziano dal Cinquecento all’Ottocento offrendo una vasta visione su nomi illustri – come Cavalier D’Arpino o Lanfranco – ai meno conosciuti Wals e Mosman.

Mentre nel piano terra di Palazzo Collicola è allestita, fino al 16 ottobre 2023, “La sostanza agitata”: una collettiva – realizzata grazie ad Associazione Amici di Palazzo Collicola; Cassa Depositi e Prestiti; Galleria Alberta Pane; Galleria De’ Foscherari; Galleria di Storia Naturale – CAMS, Centro di Ateneo per i Musei Scientifici dell’Università degli studi di Perugia; InsideArt; Monitor Gallery Roma, Lisbona, Pereto; Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano-Lucca; RUFA – Rome University of Fine – in cui sono stati coinvolti i seguenti artisti: Francesco Bendini (Sansepolcro, 1996), Paolo Bufalini (Roma, 1994), Lucia Cantò (Pescara, 1995), Giovanni de Cataldo (Roma, 1990), Binta Diaw (Milano, 1995), Bekhbaatar Enkhtur (Ulan Bator, 1994), Roberta Folliero (Roma, 1993), Jacopo Martinotti (Milano, 1995), Lulù Nuti (Roma, 1988), Giulia Poppi (Modena, 1992), Davide Sgambaro (Padova, 1989). L’esposizione, a cura di Saverio Verini, nasce con l’obiettivo di proporre al pubblico uno spaccato della realtà creativa emergente presente sul territorio nazionale. Le opere degli undici artisti under 35, selezionati dal curatore e da lui ritenuti tra “i più interessanti”, evidenziano la complessa varietà e vitalità della ricerca artistica attuale nostrana. Tuttavia, i lavori presentati sono collegati dal comune interesse per la dimensione installativa e plastica e, in generale, per la relazione tra l’opera e l’ambiente che l’accoglie. Il titolo, infatti, ben rende l’idea di quell’impossibilità di classificare le opere in mostra per via dell’eterogeneità dei materiali impiegati e di quell’approccio di chiara natura scultorea che richiama la tradizione artistica di Spoleto ed esperienze come Sculture nella Città (1962).

Mentre nella Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo è visibile, fino al 16 ottobre 2023, “Anacronismo” di Paolo Icaro (Torino, 1936): un’installazione realizzata in loco ed in aperto dialogo con l’architettura medievale del sito che la ospita. Ideata col fine di dar vita ad un’inedita interazione tra la posizione dell’osservatore nello spazio e gli stimoli visivi che lo circondano, “Anacronismo” è stata realizzata grazie all’impiego di lastre di vetro specchiato poste sopra piccoli cumuli di sabbia, che catturano e riflettono gli affreschi sulle pareti circostanti. Già nel titolo è possibile intuire il suggerimento di quel cortocircuito temporale che l’opera stessa vuole dar origine: uno sguardo – qui e ora – a un’immagine del passato remoto. “Anacronismo” segna anche il ritorno dell’artista a Spoleto, a più di cinquant’anni dalla sua partecipazione al Premio Spoleto (1966) e alla storica mostra “Undici artisti italiani degli anni Sessanta” (1967), curata da Giovanni Carandente a Palazzo Ancaiani.

Il tour tra i Musei Comunali di Spoleto prosegue portandoci a scoprire il Museo del Tessuto e del Costume (recentemente riaperto dopo ben quattro anni di chiusura) ove è esposta “Teatrino” di Adelaide Cioni (Bologna, 1976): un’opera in stretto dialogo con gli abiti ivi presenti. L’installazione è composta da tre costumi realizzati dall’artista in occasione della sua recente personale presso gli spazi di Mimosa House a Londra. Immessi all’interno di un teche di legno costruite ad hoc, gli abiti si elevano verso il sublime, denunciando l’impossibilità di essere indossati da corpi comuni e divenendo sculture. I lavori, qui presentati, ben rappresentano la ricerca artistica che, fin dagli esordi, accompagna la Cioni: un’indagine sui tessuti e sui motivi decorativi astratti riassunta attraverso un’installazione che omaggia Spoleto, città in cui si è da poco trasferita, ed il Museo che accoglie l’opera.

Alla Casa Romana troviamo, invece, “DreamHouse” di Alice Paltrinieri (Roma, 1987), a cura di Spazio Taverna (Ludovico Pratesi e Marco Bassan): un intervento focalizzato sulla funzione abitativa del luogo. L’installazione sonora è, infatti, composta da voci digitali che raccontano sogni contemporanei fatti dagli intervistati e dalla stessa artista e legati alla dimensione quotidiana e familiare. Le “visioni” narrate s’incentrano sul tema della casa, intesa come luogo di rifugio e deposito di memorie, e si diffondono negli ambienti della Casa Romana, con l’obiettivo di ridurre la distanza tra l’attualità contemporanea e quella dei siti archeologici. Il visitatore che entrerà si troverà a vivere in un’atmosfera  in cui i sogni contemporanei prendono vita da un luogo che, oltre 2000 anni fa, ha visto vivere e sognare altre persone.

Alice Paltrinieri, DreamHouse, 2023. Installazione sonora | Sound installation. Credits: Stefano Bonilli, EMAKI.

Al Museo delle Scienze e del Territorio è, invece, visibile “Il Soffio del Gatto” di Giulia Mangoni (Isola di Liri, 1991). Inaugurata il 9 luglio in occasione della “Festa dei Boschi”, il progetto dell’artista è un connubio tra una mostra ed un laboratorio, in collaborazione con gli operatori di Int.Geo.Mod. e Hyla, le due realtà che gestiscono il Museo. L’installazione è stata realizzata presso Bosco Sacro di Monteluco e concepita come “mostra effimera” ispirata dalle collezioni scientifiche dell’istituzione e dai molteplici racconti che si celano dietro di esse. L’artista ha così creato un dialogo tra arte e scienza fondendo le conoscenze scientifiche e l’immaginazione artistica. Gli stendardi della Mangoni, raffiguranti parte della fauna che nel tempo ha popolato il territorio spoletino, sono stati immessi per alcune ore nel Bosco Sacro per poi essere utilizzati, nella stessa giornata, per il laboratorio di disegno dal vero condotto dall’artista e finalizzato all’osservazione del paesaggio e della natura circostante. Al termine della giornata, i materiali prodotti dall’artista sono stati donati al Museo delle Scienze e del Territorio ed esposti come testimonianza tangibile accompagnando, così, i visitatori in un viaggio attraverso il tempo e il territorio, in rappresentanza delle storie che le hanno generate.

Infine, il Museo delle Miniere ospita i manifesti del progetto Insieme Miniera di Serafino Amato (Roma, 1958). Un progetto fotografico nato dall’idea di avvicinare il suddetto Museo alla città partendo dall’affissione di alcuni poster in vari luoghi di Spoleto. Il fotografo, invitato dall’associazione Amici delle miniere, ha realizzato una serie di scatti in occasione di un pic-nic tenutosi al Museo nelle scorse settimane. Una di queste immagini è stata poi utilizzata per il manifesto, cercando di mostrare il potenziale del luogo, la sua capacità di attrarre e caratterizzarsi come spazio di aggregazione e incontro tra generazioni diverse, tra memoria e proiezione futura.

Tutte le iniziative qui raccontate sono state realizzate dalla volontà di unire le diverse sedi della rete grazie all’intervento diretto di artisti contemporanei. Un programma che esplica la fermezza di caratterizzare la rete dei Musei Comunali di Spoleto come piattaforma dedicata alla ricerca, alla divulgazione, all’incontro e alla sperimentazione, puntando sulle collaborazioni tra artisti, istituzioni e associazioni attive in città e non solo.

“Intervallo” di Flavio Favelli

A cura di Saverio Verini

Fino al 16 ottobre 2023

Piano Nobile

Palazzo Collicola

Piazza Collicola – 06049 – Spoleto (PG)

Ingresso libero

tel: +39 0743 46434

Email: info@palazzocollicola.it

Web-site: https://www.palazzocollicola.it

“La sostanza agitata” di Francesco Bendini, Paolo Bufalini, Lucia Cantò, Giovanni de Cataldo, Binta Diaw, Bekhbaatar Enkhtur, Roberta Folliero, Jacopo Martinotti, Lulù Nuti, Giulia Poppi, Davide Sgambaro.

A cura di Saverio Verini

Fino al 16 ottobre 2023

Piano Terra

Palazzo Collicola

Piazza Collicola – 06049 – Spoleto (PG)

Ingresso libero

tel: +39 0743 46434

Email: info@palazzocollicola.it

Web-site: https://www.palazzocollicola.it

“Anacronismo” di Paolo Icaro

Fino al 16 ottobre 2023

Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo

Via S. Giovanni e Paolo, 5 – 06049 – Spoleto (PG)

“Teatrino” di Adelaide Cioni

Museo del Tessuto e del Costume

Palazzo Rosari Spada

Via delle Terme, 5 – 06049 – Spoleto (PG)

Tel: +39 0743 46434

email: spoleto@sistemamuseo.it

“DreamHouse” di Alice Paltrinieri

a cura di Spazio Taverna

Casa Romana

Via di Visiale, 9 – 06049 – Spoleto (PG)

“Il Soffio del Gatto” di Giulia Mangoni

Museo delle Scienze e del Territorio

Largo Ermini – Complesso S. Matteo

Orario: da venerdì a domenica h10:00 – 13:00 e h15:00 h19:00

Tel: 0743 677081

Email: info@mustspoleto.com

“Insieme miniera” di Serafino Amato

Museo delle Miniere

Frazione Morgnano, 06049 Spoleto PG

Orario:

tel: 349 7752779

email: minieremorgnano@libero.it

web-site: http://www.amicidelleminiere.it/

Maila Buglioni

Storico dell’arte e curatore. Dopo la Laurea Specialistica in Storia dell’arte Contemporanea presso Università La Sapienza di Roma frequenta lo stage di Operatrice Didattica presso il Servizio Educativo del MAXXI. Ha collaborato con Barbara Martusciello all’interno dei Book Corner Arti promossi da Art A Part of Cult(ure); a MEMORIE URBANE Street Art Festival a Gaeta e Terracina nel 2013 e con il progetto Galleria Cinica, Palazzo Lucarini Contemporary di Trevi (PG). Ha fatto parte del collettivo curatoriale ARTNOISE e del relativo web-magazine. Ha collaborato con varie riviste specializzate del settore artistico. È ideatrice e curatrice del progetto espositivo APPIA ANTICA ART PROJECT. È Capo Redattore di Segnonline, coordinando l'attività dei collaboratori per la stesura e l’organizzazione degli articoli, oltre che referente per la selezione delle news, delle inaugurazioni e degli eventi d’arte. Mail eventi@segnonline.it