Francesca Lolli, Artist Must Be Beautiful In 2014, 2014, still from video

Francesca Lolli, Io non sono qui

Inaugura sabato 18 giugno, alle ore 18:00, nella Project Room Sala Ronchini del CAOS di Terni, la personale dal titolo “Io non sono qui” della video artista, regista e performer Francesca Lolli (Perugia, 1976). La mostra, visitabile fino al 18 settembre 2022, insiste sulle tematiche care all’artista: gli stereotipi di genere, la violenza e le questioni socio-politiche legate alla figura della donna, troppo spesso intrappolata nelle sovrastrutture patriarcali.

Le donne dipinte nelle opere di Francesca Lolli sono figure archetipe forti, non sempre vittoriose, stanche di essere assorbite nella retorica delle guerriere, non più accondiscendenti rispetto alle aspettative caricate sulle loro spalle, spesso sopraffatte e sconfitte da un sistema che le disegna come categoria fragile e sottomessa. 

Francesca Interlenghi: Le opere esposte, a cominciare dalle cinque video-performance in loop, hanno tutte lo stesso comune denominatore: la denuncia della diseguaglianza di genere che si protrae da tempo immemore. Mi racconti brevemente questi lavori?

Francesca Lollli: In Artist Must Be Beautiful in 2014 (dur 02:13 – 2014) affronto il tema della pericolosità di confondere l’arte con l’artista, sempre in lotta per affermare il proprio ego e rimanere giovane e bella per sempre. Nel video In Uterus (following patriarchal beauty standards since 1976) (dur 02:40 – 2016) analizzo come le varie forme di indottrinamento patriarcale legate alle regole della femminilità e della seduzione inizino a lavorare in noi già dal giorno del nostro concepimento. In Just Want To Be a WoMan (dur 02:50 – 2014) esploro l’identità di genere al di là dell’orientamento sessuale attraverso l’eterna lotta tra Animus (l’istanza maschile) ed Anima (l’istanza femminile) contenute in ognuno di noi. RiGenerazione (dur 05:52 – 2017) racconta di una Grande Madre, una Pachamama (la Dea della terra, dell’agricoltura e della fertilità venerata dagli Inca) ferita e debilitata che, immergendosi nella terra e nutrendosi di essa, ritrova la fertilità persa e, con essa, il suo potere creativo. Siamo di fronte ad una figura archetipica, ancestrale, rappresentativa del matrismo. Con questo non intendo negare la figura maschile ma dare ancora una volta (come in Just Want To Be a WoMan) piena importanza e significato al principio femminino (Anima) insito in ognuno di noi, al di là del genere. Più che quello tra femminilità/fertilità, il rapporto che ho voluto evidenziare è tra fertilità—creatività/creazione. In questo senso la figura della donna è avvicinata a quella della Grande Madre intesa come Dea, celebrandone non solo il potere creativo ma cercando di simboleggiare, attraverso la sua figura, la perdita del potere della donna (da qui le ferite), debilitata dall’eterna lotta per il riconoscimento dei propri diritti. Infine ne La santa e la puttana (dur 06:30 – 2021) ho voluto creare una sorta di “eroina femminista” che si trova a dover combattere contro stereotipi e sovrastrutture che sembravano appartenere agli anni ’50 e ’60 ma che, purtroppo, risiedono ancora oggi nel pensiero comune. 

Francesca Interlenghi: Nella cornice della mostra hai inoltre creato appositamente due video installazioni, diverse tra loro. Di cosa si tratta? 

Francesca Lolli:  In una, intitolata Non ti scordar di me (2022), c’è una donna che apparentemente sembra morta ma che in realtà sta dormendo (ne notiamo il respiro, si muove lentamente) sdraiata sotto ad una sorta di altare con i fiori. Con l’andare del tempo i fiori perderanno i petali e marciranno ma la donna rimarrà uguale a se stessa nel suo sonno indisturbato. 

Francesca Interlenghi: Dell’altra parli invece come di un’opera praticabile, che invita il visitatore a sedersi comodamente in una poltrona per confrontarsi direttamente con l’immagine distorta della donna trasmessa dai mass-media. Me la puoi raccontare?

Francesca Lolli: Tutte le volte che (2022) invita appunto il visitatore a sedersi su una poltrona (il cui cuscino è imbottito di sassi) per guardare un video – propaganda che trasmette immagini di benessere, confortanti, accompagnato da una melodia simile a quelle che ci inondano nelle sale d’attesa o che vengono usate per condizionarci alla calma, alla tranquillità. Ad un tratto il segnale video si interrompe e vediamo una donna che, accortasi della presenza di qualcuno al di là dello schermo, cerca in ogni modo di comunicare alcuni pensieri riconducibili al testo “Anarchia e femminismo” di Emma Goldman (1910) senza però riuscirci. Rumori e disturbi di segnale (simbolo di un’imposizione esterna) impediranno alla donna di comunicare.

“Il progetto espositivo di Francesca Lolli si inserisce all’interno di un ciclo di mostre che il CAOS di Terni vuole dedicare alle trasformazioni del video nell’arte contemporanea, con particolare attenzione alla scena italiana” spiega Pasquale Fameli, Dottore di Ricerca all’Università di Bologna e Responsabile Scientifico del CAOS di Terni. “Ogni mostra è accompagnata dalla pubblicazione di un piccolo volume con i contributi scritti di critici attenti a questi temi o che seguono l’attività degli artisti selezionati, con l’obiettivo di disegnare circuiti di riflessione attorno al loro lavoro. L’idea di ospitare la mostra di Lolli si fonda su varie ragioni, tra le quali l’appartenenza territoriale dell’artista, la freschezza del suo stile e l’attualità delle tematiche affrontate. La coesistenza di questi ultimi due aspetti non è sempre scontata, anzi, c’è il rischio che l’urgenza dei temi prevarichi sulla qualità dei processi formativi; ritengo invece che nel lavoro di Lolli ci sia un perfetto bilanciamento tra le parti. Per rendere poi il progetto ancora più originale si è pensato di realizzare due installazioni inedite, una all’interno della project room e una nel foyer del museo, che invitano il fruitore a un contatto più fisico con la dimensione video.”

Il progetto espositivo è accompagnato da un piccolo catalogo delle opere esposte completate dai testi critici di Francesca Calamita, Piero Deggiovanni, Pasquale Fameli e la scrivente. 

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Francesca Lolli | Io non sono qui

Museo CAOS, Terni – Via Franco Molé 25

18 giugno – 18 settembre 2022

Da giovedì a domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:00. 

Per info e prenotazioni: tel. +39 0744/1031864 info@caos.museum