Untitled, 2018 mixed media on linen 186 x 186 cm 73 1/4 x 73 1/4 in

Luogo

Galleria Eduardo Secci Contemporary
Piazza Goldoni 2, Firenze

Data

Set 11 2020
Evento passato

Ora

16:00 - 19:00

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Mostra

Bosco Sodi

La Galleria Eduardo Secci Contemporary è lieta di presentare la mostra Bosco Sodi, la prima mostra monografica dell’artista contemporaneo messicano Bosco Sodi a Firenze. La mostra sarà curata da Ludovico Pratesi e l’inaugurazione avrà luogo presso gli spazi espositivi principali della galleria in Piazza Goldoni 2, Firenze, il giorno 11/09/2020 alle ore 16:00.

Bosco Sodi (Città del Messico, 1970), attraverso i suoi dipinti su larga scala riccamente strutturati e dai colori vivaci, ricerca il potere emotivo nell’essenzialità delle materie prime che usa per eseguire i suoi lavori. Concentrandosi sull’esplorazione materiale, sul gesto creativo e sulla connessione spirituale tra l’artista e il suo lavoro, Sodi trascende qualsiasi barriera concettuale e teoretica che svii dalla centralità dell’opera stessa. Di qui, la scelta artistica di lasciare molti dei dipinti senza titolo, un’operazione volta a rimuovere ogni predisposizione o connessione aldilà dell’esistenza immediata dei suoi lavori.

La gran parte delle opere di Sodi presentate alla mostra sono frutto del lavoro svolto dall’artista negli ultimi tre anni tra lo studio di New York e quello di Oaxaca in Messico. Dotate di una spiccata tridimensionalità, sia che siano dipinti sia che siano lavori scultorei, le opere di Sodi possiedono una duplice connessione con le materie prime di cui si compongono. Se da un lato materiali come fibre naturali, segatura, colla, legno e argilla richiedono un processo fisico intensivo che vede l’artista come agente di questa trasformazione materica, dall’altro l’autonomia degli elementi è preservata e assecondata lasciando la partecipazione del caso in primo piano. Così le opere di Sodi trovano la loro unicità ogni volta nell’incontro tra atto creativo e caratteristiche del singolo materiale. “Per me la pittura è una ricerca, un viaggio. Non mi piace arrivare in un posto e prendere subito il pennello in mano. E’ un viaggio complesso : questo tipo di ricerca ti mette nella condizione di trovare i pigmenti, trovare la segatura, decidere la densità della miscela dei colori”. Con queste parole l’artista messicano Bosco Sodi definisce gli elementi fondativi del suo fare arte: in primis l’attenzione al luogo dove si produce l’opera, dal quale deriva la dimensione più strettamente materica del lavoro, nel perfetto equilibro tra la composizione dei diversi materiali tra loro e la scelta dei pigmenti cromatici. Ogni elemento viene analizzato con estrema cura dall’artista per poter realizzare le opere, ognuna delle quali può essere stata eseguita in una diversa località del mondo, da Città del Messico a Berlino. Ma anche se la formula, definita e messa in pratica da Bosco Sodi attraverso anni di esperienza, è strutturata nelle sue componenti essenziali, il risultato non è mai quello previsto, in quanto l’elemento del caso gioca un ruolo da protagonista e rende ogni singolo lavoro unico. “È una specie di action painting in un certo modo. Qualcosa di molto fisico” sottolinea l’artista. Infatti, la pratica artistica di Sodi è un processo organico che combina il lavoro di manipolazione dell’artista con l’effetto del tempo e della natura sulla materia. Come in uno scambio di energia Sodi innesca un processo di trasformazione al cui risultato concorreranno elementi di casualità e non controllabilità. Si tratta di una procedura influenzata dai principi della filosofia estetica giapponese Wabi-Sabi, fondata a sua volta sull’accoglimento della transitorietà delle cose, l’accettazione delle imperfezioni della vita quotidiana e la celebrazione della semplicità delle cose.

All’interno della mostra, l’energia del colore, come tratto costitutivo delle opere di Bosco Sodi, si declina ora in tonalità brillanti di turchese, ora nel binomio bianco-nero come nella serie ‘Black and White’. Sono infatti l’art informel, artisti come Antoni Tàpies e Jean Dubuffet, maestri coloristi come Willem de Kooning, Mark Rothko così come lo stesso immaginario nativo dell’artista ad influenzare la pratica di Bosco Sodi. In questo modo la presenza fisica delle opere insieme al potere del colore invitano lo spettatore ad una contemplazione mistico-meditativa sulla manualità del lavoro e sulla trascendenza degli elementi che lo originano; una riflessione che diviene ancora più intensa volgendosi alle opere scultoree dell’artista, come le sfere di argilla e le questioni di forza, potere e brutalità che sollevano. “Voglio mostrare alle persone una specie di caos, un tipo di unicità, un’energia di colori . E’ un caos, ma controllato: controllato perché sono io a decidere le misure delle opere, una buona parte della struttura e dell’equilibrio della pittura”. Davanti ad un dipinto di Bosco Sodi bisogna lasciarsi andare, farsi catturare dalla suggestione del colore ed immergersi in una superficie magmatica e stratificata , che può ricordare una formazione rocciosa, una prateria di licheni, la struttura di una cellula o addirittura un frattale di Mandelbrot. Questa mostra può essere la prima tappa di un viaggio dentro la pittura di Sodi, un cammino alla ricerca della sua essenza primigenia, che ogni opera conserva in una sorta di “incandescenza cromatica” della quale sembra impossibile non riconoscere la potenza.

Bosco Sodi Nasce a Città del Messico nel 1970. Dopo gli studi di pittura all’età di 30 anni riceve la sua prima menzione d’onore in occasione dell’International Competition IFE a Città del Messico. Nel 2004 Sodi viene selezionato per il premio Painting Honda e nel 2007 vince il premio Artist in residency Tokyo Wonder Site. I suoi solo shows sono stati ospitati da numerose gallerie come la Axel Vervoordt Gallery (Hong Kong), la Kasmin Gallery (New York), la Taka Ishii Gallery (Hong Kong), la Luciana Brito Gallery (San Paolo) e la Pace Gallery (Londra e New York). Mentre tra i musei che hanno organizzato mostre monografiche di Sodi ricordiamo il Centro de Arte Contemporáneo de Málaga (Malaga); il Museum of Visual Arts (MAVI, Santiago); il Museo Nacional de Arte (Città del Messico); il Museo Anahuacalli (Città del Messico), l’Hong Kong Arts Centre (Hong Kong), il Pioneer Works centre (New York), il Bronx Museum (New York) e il Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi (MIAAO, Torino). Sodi ha anche partecipato a varie mostre collettive: nel 2020 ‘National Gallery of Victoria Triennial’ alla National Gallery of Victoria (Melbourne); nel 2019 ‘Bound to the Earth: Art, Materiality, and the Natural World’ al Museum of Contemporary Art (San Diego); nel 2015 ‘Art Basel Miami Beach’. Infine le opere di Sodi figurano in svariate collezioni permanenti come quella del Museum of Contemporary Art di San Diego, il Museum of Contemporary Art di Anversa, il Museo Voorlinden di Wassenaar, la JUMEX Collection di Città del Messico e la Deutsche Bank Collection.


Bosco Sodi

A cura di Ludovico Pratesi

Opening | 11 Settembre alle 16:00

11 Settembre – 14 Novembre 2020

Galleria Eduardo Secci Contemporary


Orari | Lunedì – Sabato / 10:00 – 13:30 & 14:30 – 19:00

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