Dialoghi (In)naturali: a CasermArcheologica la mostra conclusiva di un progetto a più fasi

CasermArcheologica, realtà culturale polimorfa che connette funzione sociale e ricerca sulla contemporaneità artistica, ospita, fino al prossimo 25 febbraio, la mostra Dialoghi(In)Naturali.

L’esposizione, a cura di Mara Predicatori, presenta opere degli artisti Ilaria Margutti, Edoardo Pellegrini, Bernardo Tirabosco, i quali ha preso parte, insieme alla curatrice, alle fasi propedeutiche alla definizione di questa proposta espositiva, che coincide con una restituzione finale delle impressioni maturate durante l’intero progetto, da parte degli artisti inclusi.


Difatti, l’iniziativa, nell’integrità del suo andamento, dunque dal suo avvio avvenuto a novembre 2022 fino alla collettiva ragionata in oggetto, ha effettuato, nell’ordine, una residenza artistica – sempre presso CasermArcheologica – e una fase di contaminazione a partire proprio dalle suggestioni vissute dagli artisti nello svolgimento della residenza pregressa. Proprio quest’ultima circostanza, invero, ha concesso alla Margutti, a Pellegrini e a Tirabosco la possibilità di realizzare un’opera collettiva, a più mani, corrispondente a una grande tela ricamata con partiture visive e testuali, sovrapponendo i contributi di tutte le persone che vi hanno preso parte e condividendo fasi di progettazione partecipata sia con le scuole locali che con le associazioni civiche e la comunità. In aggiunta, la residenza ha prodotto anche un’estensione ulteriore del dialogo con il contesto cittadino del borgo toscano, laddove, a metà dicembre 2022, sono stati affissi, nelle vie del centro abitato, gruppi di manifesti elaborati dai tre artisti protagonisti, basati sugli spunti emersi nel corso delle giornate trascorse in residenza. Sempre nello stesso mese ma passando dall’interazione con il pubblico comune a quello di settore, i manifesti medesimi sono stati successivamente esposti negli ambienti dello spazio indipendente Sottofondo Studio, ad Arezzo, dove sono stati manipolati da un’utenza selezionata di creativi e addetti ai lavori. Questo continuo andirivieni di scambi, di stati di passaggio e revisioni ha determinato, infine, la configurazione della mostra negli ambienti di CasermArcheologica, riassuntiva di una manifestazione complessiva evidentemente coniugata al plurale. Tale visione è replicata nel pensiero dietro all’esposizione e alla sua articolazione, in cui – come scrive la Predicatori – “i linguaggi personali degli artisti e gli intrecci dialogici innestati tra loro e il contesto ospitante ne costituiscono il focus, esponendo le risultanze materiali dei vari esperimenti sociali e creativi”.

Pertanto, ampliando le possibilità ordinarie di fruizione e creazione artistica a favore di modalità aperte e permeabili da fattori terzi, il dettato espositivo raccorda gli esiti estetici conseguenti alle diverse tappe del progetto, con opere eseguite dagli artisti espressamente per l’occasione. Così accentuata, la serie di attività previste dalla costituzione di Dialoghi(In)Naturali si delinea, quindi, al pari di un tentativo mirato a sperimentare la tenuta del fare arte in rapporto alla realtà sociale e alla sue dinamiche, ipotizzando scenari di effettiva reciprocità.