David Lamelas. I Have to Think About It_Photo Hannes Ochsenreiter

David Lamelas. I Have to Think About It

I Have to Think About It è il titolo, autoironico e autoriflessivo, della mostra dell’artista argentino David Lamelas (1946) presso la Fondazione Antonio Dalle Nogare a Bolzano.

Curata da Andrea Viliani e Eva Brioschi, si tratta della prima mostra retrospettiva di Lamelas in un’istituzione italiana, in cui i lavori esposti – dal 1968 al 2023 – dialogano e si confrontano con alcune opere della collezione Dalle Nogare. La mostra si sviluppa in tutti gli spazi della Fondazione, a partire dal cortile fino al secondo piano, in cui l’artista avvia una riflessione sul formato stesso di mostra ed esposizione, proponendone un’interpretazione personale basata sulla rappresentazione di diversi punti di vista, e sui concetti di spazio e tempo, che da sempre accompagnano la sua sperimentazione di matrice concettuale. Lamelas invita lo spettatore a considerare queste due dimensioni come qualcosa di concreto, variabile e interpretabile, su cui egli stesso, artisti, amici o spettatori sono chiamati ad intervenire diventando co-autori delle sue opere. 

L’esposizione inizia nel cortile della Fondazione, nella cui “scatola nera” è collocato un proiettore che emana due fasci di luce – uno verso la parete della sala e un altro verso il cortile –, il primo rappresentato visivamente da un quadrato e il secondo da un raggio luminoso che si disperde nello spazio trasformandosi in un oggetto fisico. Al piano terra si trova l’opera del 1970 Gente di Milano, una serie di 11 fotografie in bianco e nero avente per soggetto i passanti di una strada di Milano. L’opera si collega a un breve film che Lamelas ha realizzato in occasione dell’invito a esporre alla Galleria Lambert a Milano, in cui, ponendosi con una telecamera nei pressi della galleria, documenta tutto ciò che accade nel contesto urbano tra le 11:58 e le 12:02; successivamente sovrappone il tempo del film a quello della fotografia, restituendo visivamente allo spettatore il momento esatto dello scatto e i diversi atteggiamenti dei passanti. La riflessione intorno alla realtà oggettuale dello spazio e del tempo prosegue al primo piano, spazio abitualmente dedicato alle opere della collezione della Fondazione, in cui Lamelas instaura un dialogo con alcuni degli artisti della collezione, per la maggior parte suoi amici, artisti con i quali ha lavorato e su cui si è formato. Nella prima sala trovano posto opere che segnano tutto il percorso artistico di Lamelas, dalla fotografia alla scultura all’installazione all’opera sonora al video, tra cui interventi site specific che modificano l’architettura della Fondazione, come Corner Piece (1965-2023), e un ciclo di fotografie e filmati della serie Time as Activity (Düsseldorf) (1969)e Time as Activity (Naples) (2013-2014). In esse il tempo diventa concretamente rappresentabile in quanto “attività” e, come per Gente di Milano, il contesto urbano diviene nuovamente protagonista dell’opera. Se nel primo Lamelas riprende tre diversi luoghi del centro cittadino, mostrando un tempo differente rispetto a quello reale, nel secondo attua un confronto tra il concetto di tempo presentato nel film come un continuum e la fissità di specifici luoghi o momenti che sono rappresentati nelle sette stampe fotografiche che accompagnano il filmato: il mare visto da una terrazza, l’interno di una chiesa durante una messa, il Teatro dell’Opera di San Carlo, un pranzo a casa della gallerista Lia Rumma, tutte immagini accompagnate e scandite dal tempo preciso in cui l’azione è stata immortalata. Nella seconda sala Lamelas allestisce un’unica opera, in dialogo con Giovanni Anselmo, Luciano Fabro e Alighiero Boetti, dal titolo Segnalamento (2014): venti lastre di marmo sono disposte a formare un cerchio sul pavimento, in modo da segnalare un oggetto, via via differente, posto al suo interno che diventa protagonista e partecipe dell’opera di Lamelas. Protagonista in questo caso è l’opera di Luciano Fabro Impronta (1964), una lastra di vetro rotonda, con al centro l’impronta sabbiata della mano dell’artista e collocata su un basamento marmoreo, in cui oltre a condividere l’utilizzo dello stesso materiale, si attua una medesima sperimentazione intorno alla percezione dell’osservatore, coinvolto nell’opera nella volontà di entrambi gli artisti.

La mostra si chiude al secondo piano, con tre opere di Lamelas degli anni Ottanta e Duemila, in cui l’artista dialoga e si adatta alle pareti ricurve della Fondazione. In Conexión entre un semicírculo y un punto (1987) e Situación de un círculo (2018-2023) l’artista attua una sperimentazione intorno al corpo, la dimensione e lo spazio: nella prima, attraverso un gesto performativo, realizza sulla parete un arco corrispondente all’estensione massima del suo braccio e successivamente lo proietta nello spazio tridimensionale, grazie a tre fili di spago che ne collegano altrettanti punti; nella seconda rappresenta nuovamente un cerchio, di cui attua una proiezione dalla bidimensionalità del muro allo spazio tridimensionale della sala, in un secondo tentativo di collocarsi e situarsi nello spazio e nel tempo. Sulla parete opposta è esposta una serie inedita di dipinti su tela, realizzati nel 1987 in occasione di un periodo a Los Angeles, dove entra in contatto con la comunità di pittori del quartiere Venice. Seppur allestiti tradizionalmente, come una moderna quadreria, le opere in realtà rifuggono da qualsiasi accademismo e piccole tele rettangolari si alternano a forme ovali e quadrate, tutte coloratissime e raffiguranti pattern e figure geometriche via via differenti.

David Lamelas, I Have to Think About It
Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano
dal 7 maggio 2023 al 24 febbraio 2024