OneFlag
OneFlag 2023. Foto Michele Alberto Sereni

Codice Internazionale dei segnali come linguaggio senza barriere

Si intitola OneFlag l’installazione urbana che Marcella Russo ha curato nel centro storico di Teramo per la World Cup Interamnia 2023

Cinque continenti, settantacinque nazioni, centinaia di città e migliaia di persone.
Questo è  lo scenario che la città di Teramo accoglie per la World Cup Interamnia 2023, dopo tre anni di stop, per la sua cinquantesima edizione. Una manifestazione sportiva internazionale, legata al gioco della pallamano che ha un obiettivo preciso: abbattere qualsiasi confine e barriera di ogni genere e modo.

Grazie all’Interamnia World Cup l’UNICEF ha conferito a Teramo il titolo di “Città aperta al mondo” per la promozione nell’ambito socio-culturale e sportivo dei valori della cooperazione, della pace, della solidarietà e dell’integrazione senza nessuna preclusione di razza e religione, avendo consentito, tra l’altro, la contemporanea partecipazione di nazioni in conflitto tra loro. 

È una premessa dovuta per il calibro di questa manifestazione e il suo potenziale ed è emozionante vedere, in questi giorni, le bandiere di queste nazioni partecipanti aleggiare sopra gli occhi delle persone che camminano lungo il corso. Una festa di colori e messaggi positivi.

Le bandiere rappresentano un simbolo e ci ricordano gli elementi culturali che uniscono un popolo.

Oneflag è il titolo del progetto d’arte pubblica a cura di Marcella Russo, inaugurato il 4 luglio e fino al 30 agosto, che si colloca all’interno di  questo processo di intenti: creare una coscienza collettiva che superi i confini di ciascuna nazione per sottolineare un sentimento di appartenenza collettiva.

La curatrice ha invitato sette artisti per sette bandiere, chiedendo di essere portatori di un messaggio attraverso l’arte. Un messaggio in cui riconoscersi, trovare una chiave di lettura per superare confini e barriere. Gli artisti Bianco-Valente, Iginio De Luca, Giovanni Gaggia, Andrea Nacciarriti, Agnese Purgatorio, Fabrizio Sannicandro, Giuseppe Stampone e Maria Crispal trattano, attraverso la loro personale ricerca artistica e con i propri linguaggi, temi legati all’inclusione culturale e sociale.

Bianco – Valente ricordano l’amico Andrea Gabriele, citando il titolo di una sua composizione. Ogni dove è ovunque e ovunque l’uomo deve essere libero di realizzare i propri sogni, le proprie ambizioni, la  propria vita. Scriverlo sul palmo della mano, dove tutte le strade si intrecciano e guardano,  dove ogni via si sviluppa ovunque una persona si trovi. 

Eliminare i confini e le barriere, per farlo Iginio De Luca mette in risalto la planimetria di abitazioni industriali occupate da persone estranee all’italia ma fisicamente vive in Italia, praticamente in un limbo senza diritti e aiuti. In Expatrie, padri che non accolgono, si trova la stratificazione nelle difficoltà dell’abitare.

Inhabitat – Massive loss of habitat è il lavoro sul linguaggio riportato da Andrea Nacciarriti, partito  dalla ricerca sociologica effettuata da Saskia Sassen e poi esportata dall’artista in questa bandiera, ha il senso di recarci in un mondo di passaggio migratorio che globalmente è sempre esistito, con il fine di renderci non più inadeguati e non avere più massicce perdite del nostro futuro, ci invita ad aprirci.

“l’altro non è un nemico ma l’amico necessario per il gioco della vita”.

Giuseppe Stampone e Maria Crispal, nella loro partita Joker 4, mettono in gioco quello che vedono nel passato e nel futuro, davanti e dietro contemporaneamente con ironia e decisione, invitando noi tutti a far parte dell’essere di passaggio in un sistema chiamato Terra, e più nello specifico in quella rete che è il presente. 

Les intermittences du coeur di Agnese Purgatorio tocca i confini umani riportando in due immagini un corollario di difficoltà che due popoli come Israele e Giordania, legati e slegati da un mare ormai quasi morto come conseguenza dei cambiamenti climatici e non solo, ci stimola a elevare il nostro pensiero intellettuale e fisico dandoci una possibilità di riscatto. Perhaps you can write me, l’altro lato della bandiera, è un invito a guardare queste intermittenza ed essere sulla linea di confine senza schierarsi.

Oneflag è anche il titolo dell’opera di Fabrizio Sannicardo che con un profilo disegnato, un occhio, una mano e una ventata di colori, racconta e esprime l’inclusività di un mondo globalmente aperto che deve essere aperto a tutte le differenze senza barriere e, ancora una volta, senza confini. Una rappresentanza delle diversità unite in un’unica visione comune visibile fino al 30 agosto a Teramo, portando gli occhi verso il cielo.

The colour of changement è progetto, installazione e performance di Giovanni Gaggia, con un obiettivo preciso: portare al cielo i colori del movimento LGBTQAI+ in un contesto sportivo internazionale come è la World Cup Interamnia, facendo decadere quei concetti confinanti di una natura di cui siamo parte, composto di tante libertà e fragilità , allontanando il pregiudizio e il bullismo e incoraggiando a non aver paura ad essere ciò che si vuol essere alla luce del sole.

Uno dei motivi per cui l’artista Giovanni Gaggia ha scelto di eseguire la sua performance all’alba, alle 5.39 del 13 luglio,  è quello di dare un senso di rinascita al messaggio che la sua bandiera vuole portare. 

Tredici professionisti dello sport portano tredici scampoli di stoffa dei tredici colori che la bandiera del movimento LGBTQAI+ accoglie, lanciati al cielo per settantuno volte come segno e simbolo di energia e forza primaria, facendo di un’azione condivisa una possibilità di vita ricca di emozioni, passione e sacrificio.

Corso Cerulli diventa un codice internazionale di segnali, nel quale ogni bandiera rilascia una scintilla che vuol far scattare qualcosa e dove ogni numero rappresenta un obiettivo e ognuno ci aiuta  a  sperare di più e credere che siamo tutti sotto lo stesso cielo.

ONEFLAG
Installazioni urbane e performance
a cura di Marcella Russo
dal 4 luglio al 30 agosto 2023
Teramo