Bruno Munari, Alfabeto Lucini, 1984, sculture a tecnica mista © Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.

Bruno Munari. Tutto

La Fondazione Magnani-Rocca (Mamiano di Traversetolo, Parma) ospita, fino al 30 giugno, una grande mostra su una delle più iconiche figure del design e della comunicazione visiva del XX secolo – BRUNO MUNARI – realizzata dopo le memorabili esposizioni della Rotonda della Besana (2007) a Milano, e dell’Ara Pacis (2008) a Roma.

Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.

Bruno Munari

La sua citazione rispecchia perfettamente il suo approccio alla creazione artistica e al design. Bruno Munari ha influenzato generazioni di designer e artisti con la sua sperimentazione continua e la sua curiosità insaziabile. Le sue opere sono caratterizzate da una combinazione di rigore scientifico e creatività poetica, che si manifesta nella sua capacità di reinventare costantemente il modo di guardare il mondo. La poliedricità e il genio di Bruno Munari sono senza dubbio un patrimonio culturale di inestimabile valore, che ci invita a riflettere non solo sulla sua straordinaria creatività, ma anche sulle profonde radici della sua ricerca artistica. La capacità di Munari di spaziare tra diversi campi dell’arte e del design, senza limitarsi a una forma espressiva particolare, ci ricorda l’importanza di superare i confini disciplinari per arrivare a una visione più ampia e integrata della realtà. La sua curiosità infinita e la sua voglia di sperimentare nuove forme e linguaggi artistici ci insegnano che la creatività non conosce limiti e che l’arte può essere un potente strumento di conoscenza e di trasformazione. La sua dedizione alla ricerca sul gioco come strumento educativo ci ricorda l’importanza di preservare la fantasia e l’immaginazione nella formazione dei giovani, perché sono proprio queste capacità creative a permettere loro di esplorare il mondo e di sviluppare una visione personale e critica della realtà.

Munari ci insegna che la bellezza e l’arte sono ovunque intorno a noi, basta saperle cogliere e apprezzare nella loro semplicità e complessità. Il suo lavoro continua a ispirare nuove generazioni di artisti e creativi, dimostrando che la sua eredità artistica è ancora viva e preziosa per il nostro tempo. In un’epoca dominata dalla tecnologia e dalla velocità dei media, le opere e le riflessioni di Munari ci invitano a rallentare, a osservare il mondo con occhi nuovi e a essere aperti alla bellezza e alla creatività che ci circondano. 

Grazie a lui, possiamo imparare a vedere il mondo sotto un’altra luce, scoprendo nuove prospettive e nuove possibilità di espressione artistica.

All’interno del percorso espositivo, suddiviso in cinque sezioni,  sono concentrati settant’anni di idee e di lavori – Munari aveva iniziato la propria attività durante il cosiddetto Secondo Futurismo, attorno al 1927 – in tutti campi della creatività, dall’arte al design, dalla grafica alla pedagogia: proprio per la difficoltà di dirimere chiaramente i territori linguistici da lui affrontati nel corso del tempo, la rassegna non sarà suddivisa per tipologie o per cronologia, ma per attitudini e concetti, in modo da poter mostrare i collegamenti e le relazioni progettuali tra oggetti anche apparentemente molto diversi l’uno dall’altro.

“Munari – spiega Marco Meneguzzo insigne studioso munariano e curatore della mostra – è una figura molto attuale nella società liquida odierna, nella quale non ci sono limiti fra territori espressivi. È un esempio di flessibilità, di capacità di adattamento dell’uomo all’ambiente. Il suo metodo consiste nello scoprire il limite delle cose che ci circondano e di volerlo ogni volta superare”.

 Un ricco catalogo con un saggio del curatore Meneguzzo (insieme a Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione Magnani-Rocca), con inediti contributi critici centrati su singoli “casi-studio” dei più importanti studiosi di Munari, oltre alla pubblicazione di tutte le circa 250 opere esposte, verrà edito da Dario Cimorelli Editore.

Il suo interesse per il gioco come strumento educativo lo ha portato a creare libri per bambini e materiali didattici innovativi, che hanno contribuito a ridefinire il concetto di apprendimento attraverso il gioco. Munari credeva nell’importanza della sperimentazione e dell’esplorazione come strumenti per stimolare la creatività e lo sviluppo intellettuale. La sua ricerca artistica e concettuale si è contraddistinta per la capacità di unire estetica e funzionalità, forme e materiali, creando opere originali e uniche che sfidano le convenzioni. L’arte come strumento per comunicare emozioni e idee ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte contemporanea.