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Andreas Angelidakis, MONUMENTS digital collage on wallpaper, detail, © the artist

Andreas Angelidakis | POST-RUIN Bentivoglio

Passato e Futuro si incontrano, nei cinquecenteschi sotterranei di Palazzo Bentivoglio a Bologna, grazie alla filosofia artistica di Andrea Angelidakis che, in occasione di ARTCITY 2022, presenta POST-RUIN Bentivoglio, a cura di Antonio Grulli, uno dei Main Project di questa edizione del programma culturale e artistico della città durante ArteFiera.

Andreas Angelidakis giunge a Bologna, protagonista di POST-RUIN Bentivoglio, a cura di Antonio Grulli ed uno del Main Project di questa edizione di ARTCITY 2022di cui Segnonline vi ha anticipato qui . Una filosofia d’architettura, una riflessione extra temporale e temporanea che, mediante una modulazione e un dialogo con lo spazio sotterraneo del Palazzo, pone la ricerca dell’artista ed intellettuale greco come punto di avvio per una indagine molteplice su un presente che è luogo e spazio di confine.

Andreas Angelidakis, MONUMENTS, digital collage on wallpaper, detail, © the artist

Ho iniziato lavorando come architetto online, sulle piattaforme 3D che promettevano di essere il futuro alla fine degli anni Novanta. Quel momento non è mai arrivato. […] Quello che ho imparato […] è che Internet ha cambiato sia il modo in cui progettiamo, sia il mondo in cui viviamo la progettazione […] rimpiazzandola con una ricerca su Google. […] Internet ci ha insegnato a essere impazienti rispetto alle informazioni.

Le parole di Angelidakis, tratte da un suo saggio – Democracy of Gold (Click Autobiography of an Internet Architect) – definiscono una dimensione del tutto peculiare del rapporto tra architettura e storia contemporanea, una relazione definita per immersione ma anche per contrasto, osservata in maniera critica e tradotta secondo una sinominia artistica e progettuale di messa in discussione totalizzante.

POST-RUIN Bentivoglio, progetto site specific che abita gli spazi sotterranei di quello che fu il secondo palazzo della signoria bolognese dei Bentivoglio, nel Cinquecento, prende spunto dalla storia del palazzo principale, che sorgeva nell’attuale Piazza Verdi e fu distrutto dal popolo in una feroce sommossa; tale distruzione, che oggi è ancora ‘presente’ in quello che è detto il Guasto, ovvero una stratificazione di rovine che funge da memento storico e urbanistico, su cui è sorto un giardino pubblico, riflette il concetto di rovina architettonica sovvertita e riutilizzabile per altro scopo a favore della comunità.

Ecco, dunque, che POST-RUIN Bentivoglio accoglie i visitatori in uno spazio ibrido, in cui il passato incontra delle rovine ex post, elementi modulari – blocchi, archi, frammenti – realizzati con materiale soft e con pattern trompe l’oeil marmoreo. Tali moduli, che costruiscono una sorta di domino all’interno degli storici sotterranei rinascimentale, mettono in atto una sorta di ribaltamento paradossale dell’idea granitica di monumentalità assegnata oggettivamente all’antichità. Angelidakis immagina e propone al pubblico di entrare in simbiosi con l’opera, toccarla, accomodarvisi per socializzare, parlare, osservare le altre opere in mostra. Difatti, ad affiancare tale installazione vi sono opere video, ambientali e a schermo che rimandano a ricerche dell’artista sull’intervento delle dinamiche e dei processi del web, come l’invasione nel quotidiano da parte di materiale sostanziatosi nel reale successivamente all’acquisto online ad esempio, ben prima della pandemia, rendendo una delle opere video dell’architetto e artista greco, di valenza predittiva.

Quella che appare come una discesa negli abissi della riflessione immaginifica e l’ingresso in una cosmogonia che riporta in auge ciò che lo stesso Angelidakis, ironicamente, ha definito una ‘riflessione immoralista’ , affida al visitatore una serie di elementi video, scultorei, grafici che, dal pensiero del filosofo Diogene – il primo a dirsi cosmopolita e secondo il quale ogni crescita artficiale della società appariva incompatibile con la verità e la bontà, sì da ritenere che gli uomini vivessero in modo artificiale e ipocrita privi di vera libertà – in dialogo ex ante con un altro personaggio di spicco della cultura greca del Novecento, Alexandros Iolas – collezionista e gallerista la cui villa e il patrimonio diventarono, dopo la sua morte, oggetto di ruberie vandaliche – servono a costituire un approccio nuovo con l’architettura, con il passato e il nostro interagire con tali due dimensioni, ritmate da una serie, profondamente ironica, di piccole sculture realizzate tramite stampanti 3D e in grado di rendere reali le visioni architettoniche progettate al computer.

‘Andreas Angelidakis si muove nello spazio di confine in cui arte e architettura si sovrappongono. È stato definito un architetto che non costruisce, ma potrebbe essere più corretto vederlo come un critico e un intellettuale che utilizza l’arte per riflettere sullo spazio che ci circonda e sul modo in cui le nuove tecnologie influenzano l’architettura e il modo di vivere di ciascuno di noi. Il suo approccio non scade mai nel moralismo degli usi e dei costumi presenti. L’ironia e la giocosità di molte sue opere sono spesso intrinsecamente legate a un senso romantico di nostalgia e solitudine in grado di far emergere la complessità e il mistero della vita contemporanea. Il computer, internet e le nuove piattaforme social diventano per lui uno dei principali strumenti del fare architettonico, permettendogli di spostare una pratica generalmente collettiva – il costruire – nell’isolamento dello studio artistico e intellettuale.’

Si legge, nelle parole del curatore Antonio Grulli, il filo conduttore dell’intera mostra, quel senso di νόστος nostos, nostalgia, intesa come ritorno con funzione proiettiva ma anche protettiva inconscia rispetto all’invasione del mondo esterno e delle sue superfetazioni nel nostro vivere.

POST-RUIN Bentivoglio è un viaggio a ritroso nel futuro, in cui il passato definisce un perimetro di riconoscibilità entro il quale saper cogliere il valore metaforico della rovina ed il suo gradiente di fascinazione, tale da poter divenire paesaggio di un presente persino brutale dal quale difendersi anche con ironia, per comprendere l’odierno.

Andreas Angelidakis

POST-RUIN Bentivoglio

A cura di Antonio Grulli

Palazzo Bentivoglio, Via del Borgo di San Pietro 1, Bologna

Main Project di ART CITY Bologna 2022

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.