Andrea Clementi | TRAME | Studio Zecchillo ex studio Piero Manzoni

Si intitola “TRAME” la mostra del giovane artista Andrea Clementi, nata dalla ormai consolidata relazione tra la YAG/Garage di Pescara e lo Studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni di Milano. Inaugurata presso lo spazio di Via Fiori Chiari 16 il 19 aprile 2023, l’esposizione milanese è stata anticipata da un talk presso l’Accademia di Brera al quale hanno partecipato Ivan D’Alberto, direttore della galleria pescarese e curatore della mostra, Sergio Nannicola, docente di Decorazione in Accademia, Francesco Pozzi, collaboratore della Rivista Segno di Pescara, Graziano Zecchillo e il protagonista della mostra Andrea Clementi. Durante il talk, che si è tenuto di fronte a una platea di studenti dell’Accademia, che hanno accolto con curiosità la chiacchierata sull’opera di un artista giovane e pieno di cose da raccontare.

La mostra, che si concluderà il 4 maggio, è un continuo divenire. I momenti performativi che hanno seguito l’inaugurazione hanno rappresentato solamente il principio di un percorso che si potrà dire completo solo quando Clementi avrà trovato “il bandolo della matassa”. Il giovane artista veneto lavora infatti con corde di grandi dimensioni, quelle utilizzate nei porti per l’attracco di grosse navi di rientro dal mare aperto. Il suo fare manuale, “artigianale” nel senso del saper fare, nasce dall’esigenza di dare vita ad opere che si sviluppino a stretto contatto con lo spazio nel quale vengono concepite. Veri e propri Mandala intrecciati che rivelano il legame tra l’individuo e l’assoluto, il centro e ciò che è esterno, periferico, la semplicità di una corda strecciata e la complessità di una “Trama” che nasce esclusivamente dalla creatività dell’artista. Il lento ma coinvolgente procedere di Clementi segue una meticolosità che lo porta a fare e disfare con pazienza, ad agire con serenità disarmante perché le trame che verranno a formarsi sono già incastonate nella sua mente. In uno dei due momenti performativi del 19 aprile Clementi aveva preso l’estremità di una delle corde e aveva iniziato a smantellare quanto fatto in quasi un’ora di lavoro. Subito dopo era ripartito con ancor più energia rispetto al primo tentativo, conscio del fatto che la sua trama avrebbe preso vita solo grazie ad un incontro perfetto tra le corde – che intanto, come fossero parietarie, occupavano sempre più spazio all’interno dello studio di Brera.

Sono fortissimi i significati che si celano dietro la pratica di Andrea Clementi. L’utilizzo della corda a unico capo per creare legami rimanda all’iconografia di quegli antichi nodi arcaici, alla struttura di rosoni medievali e ai miti greci e romani in cui il nodo assumeva valenza differente a seconda del contesto. Nell’opera dell’artista veneto è chiara la ricerca di un equilibrio che rimane però instabile, in cui centrale e periferico dialogano ma restano distanti, eterno ed effimero divengono inscindibili dal momento della creazione ma soprattutto quando l’opera tessa viene distrutta e la corda torna elemento unitario e non più parte di una complessa disposizione spaziale. Le vibrazioni che generano vita vengono trasmesse da Clementi in itinere, la sua capacità di modellare concordanze tra uomo e natura, passato e presente consente di dare spazio a nuove possibili dinamiche relazionali, sia tra opera e spazio espositivo che tra artista e osservatore, con quest’ultimo che si trova al polo opposto ma che diviene parte integrante del momentum performativo in atto in quell’istante.

Gli intrecci vengono quindi legati, srotolati, annodati e ricomposti, smontati con la consapevolezza che ogni singolo gesto deve tendere alla perfezione, ogni tessitura puntare verso l’unica direzione consentita dalle trame mentali che Clementi immagina e realizza davanti al pubblico. Intrecci, percorsi e disegni dell’anima, nuove ramificazioni del presente che danno adito a nuove possibilità di relazioni future. L’artista vicentino cerca di ricreare quelle armonie che regolano l’universo, in cui la memoria scivola su un filo teso e le infinite possibili dinamiche relazionali nuove prendono vita tra il centro e le estremità di un intreccio tramite la cui creazione, metaforicamente, si ferma il tempo.

I mandala di Andrea Clementi racchiudono la pura essenza dell’uomo. Il percorso che porta al lavoro finito è tortuoso, non sinuoso, foriero di significati. Se è vero che l’opera scaturisce da un disegno preparatorio, è altresì curioso come la stessa permetta, una volta ultimata, di osservare in mezzo alle sue trame un proprio personale disegno, impossibile da cogliere nella sua interezza poiché ogni trama è isolata come una stella in cielo oscuro. E come ogni essere umano potrà ammirare il proprio disegno di vita solo alla soglia degli ultimi giorni, così l’opera di Clementi potrà essere compresa a pieno una volta terminata cosicché le sue “stelle” saranno visibili a chiunque. Interessante è anche il processo che porta alla formazione delle reti, con questi apparenti grovigli – perlopiù astratti – che sovrapponendosi divengono giochi articolati e portatori di significati nuovi. Le composizioni dell’artista vicentino raggiungono quell’accordo finale tra i diversi elementi che compongono la vita umana, concorrendo a costruire il percorso di ciascuno: nodi, intrecci, linee, curvilinee, vuoti e passaggi intricati. Sono metafora di tortuosità, necessaria per arrivare alla comprensione del disegno iniziale.

Anziché correre – come imposto dalle società del ventunesimo secolo – la ricerca di Clementi invita a rallentare, riflettere, rimettere a posto quei frammenti che via via abbiamo lasciato per strada durante il cammino della vita. All’apparenza si sostituisce la sostanza, all’illusione la scoperta di sé, i valori e la bellezza delle piccole cose tornano a suscitare meraviglia. Un Mandala di enormi dimensioni sarà il risultato finale di un lavoro come accennato in precedenza che è da considerarsi in itinere, in evoluzione costante e dai risvolti misteriosi. In definitiva, l’opera di Clementi non tende all’infinito – da intendersi, come nelle filosofie occidentali, a quella Linea Infinita di cui trattava Piero Manzoni che altro non rappresenta che una retta verso l’ignoto. Piuttosto, l’artista delle corde mira a capovolgere la visione eurocentrica e, avvolgendo il pubblico attraverso i suoi intricati grovigli, riporta in auge quell’idea della vita umana come grande movimento rotatorio cara alle filosofie orientali. Come un tessitore di vita, Clementi intreccia storie e mette in connessione il mondo esteriore (fatto di dinamiche relazionali e incontri) con quello interno (quel Sé profondo che secondo Jung non poteva essere separato dall’immagine di Dio).

La mostra “Trame” di Andrea Clementi rimarrà aperta fino al 4 maggio 2023. Lo Studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni sarà aperto in orario pomeridiano, dalle 15 alle 19, dal lunedì al venerdì. Clementi continuerà a tessere le sue trame fino al 3 maggio, giorno in cui l’artista concluderà la sua opera “dinamica” e le sue azioni cesseranno in favore della staticità del mandala completato. Il lavoro sarà così “cresciuto” e gli spettatori, una volta usciti da quel processo ipnotico che li avrà visti intrappolati nelle pratiche manuali di Clementi, potranno ricongiungersi con quel disegno ancestrale che sottende l’origine dell’esistenza.


Studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni
 Via Fiori Chiari, 16 – Milano
19 aprile 2023 – 4 maggio 2023
La mostra è visitabile solo su appuntamento