Giovane uomo con in mano un tondello, Sandro Botticelli. Immagine dalla pagina Facebook di Sotheby's

Un ottimo scambio

I nostri capolavori vanno all’estero, a noi rimangono (in prestito) i veri falsi di Hirst. Solo gli indiani, scambiando l’oro con le perline di Colombo, erano riusciti a fare meglio.

Che bella giornata. Non ho neanche iniziato il mio foglio digitale che mi ritrovo questa terribile notizia: per rintracciare nel modo più efficace i malati di Covid, non importa se o meno asintomatici, la Cina ha iniziato a fare massicciamente ricorso ai …tamponi anali.

Avete capito bene: non si parla di quelli su cui Rocco e i suoi fratelli sprecano facili ironie. Pazienza. A giudicare dalle feste che la tv trasmette nelle città cinesi sino a ieri rese spettrali dal lockdown, potrebbe essere la giusta soluzione. Bisogna prenderli sul serio, i cantonesi. Sarà per questa ragione che la Disney, che all’epoca di Bianca e Bernie e del primo Re Leone largheggiava nella diffusione, anche implicita, di costumi non proprio castigati, ha vietato ai minori di sette anni, tra le altre cose, Gli Aristogatti: Shun Gon, il siamese coi denti spioventi, gli occhi a mandorla e le bacchette, avrebbe infatti l’aspetto di uno “sporco muso giallo”: “piuttosto che rimuovere questi contenuti”, spiegano, “vogliamo riconoscerne l’impatto dannoso, imparare da esso e stimolare il dibattito per creare insieme un futuro più inclusivo”.

I giapponesi no, non vanno tenuti in conto: loro sono cattivi. Perciò Netflix non si fa scrupolo nel proiettare anime dove le donne sono trattate come oggetti. C’è poco da fare. Ci agitiamo, a dispetto della peste, in un mondo rovesciato come i dipinti che Baseliz ha da poco donato al Metropolitan Museum. Non si spiegherebbe altrimenti l’invito ai giovani del Magnifico direttore degli Uffizi: “Se dovete fare forca a scuola, venite a visitarci”. Che è come dire: se proprio non trovate il tempo per dedicarvi alla cultura, rubatelo alla scuola. La scuola della vita è più importante.

E cosa avrebbe da insegnarci, la vita, se non che di buone intenzioni è costellata la strada per l’inferno? Lo dimostra l’impegno con cui i cittadini di Santa Fiora, piccolo centro sull’Amiata in provincia di Grosseto, hanno cercato di riportare in patria una Madonna col Bambino di Luca Della Robbia in asta da Sotheby’s il 28 gennaio: “Siamo disponibili a fare la nostra parte e a stanziare delle risorse”, ha dichiarato il Sindaco, “ma il prezzo è proibitivo per il nostro Comune. Ecco perché lanciamo un appello a imprenditori o collezionisti perché possano acquistare l’opera e intanto farla almeno rientrare in Italia. Dopo, cercando il sostegno di Fondazioni, Istituzioni bancarie e privati cittadini, potremmo avviare un percorso per farla tornare a Santa Fiora. Lanciamo anche un appello al Ministro della Cultura perché faccia quanto in suo potere per poter riportare la Madonna in territorio italiano, possibilmente a Santa Fiora”.

Invocazioni, probabilmente, cadute nel vuoto, visto che la Madonna è stata battuta per 2.016.500 dollari (commissioni comprese) durante la vendita del catalogo “Masters Week”: un prezzo ben più alto della stima, ritenuta essa stessa esagerata, tra i 700mila e il milione di dollari. In quella stessa asta, il Giovane uomo con in mano un tondello di Sandro Botticelli ha toccato la cifra record di 92 milioni e 183mila bigliettoni. Chissà in quale caveau verrà serrato.

E dire che, nelle sale del Botticelli degli Uffizi, i nostri studentelli scioperati di quadri anche più belli ne trovano a decine! Nel frattempo, per non farci mancare nulla – e non mi riferisco a ulteriori, fantastici modi di sottoporci al tampone – prepariamoci ai fuochi d’artificio della Galleria Borghese: dal 10 maggio al 10 ottobre prossimi potremo rivedere nella mostra Damien Hirst, a cura di Anna Coliva e Mario Codognato, i Treasures from the Wreck of the Unbelievable dell’ex ragazzo terribile dei Brit mescolati ai Raffaello, ai Tiziano e alle sculture di Bernini. I nostri capolavori vanno all’estero, a noi rimangono (in prestito) i veri falsi di Hirst.