Figure popolari e mitologiche slave, al contempo visibili e invisibili, protettrici e custodi della casa e del nucleo familiare come i corrispondenti Lari romani, i Domovoi invadono in forma trasposta gli ambienti di Casa Vuota nella mostra omonima dei Mozzarella Light, a cura di Sabino de Nichilo e Francesco Paolo Del Re.
Spiriti benevoli del focolare, a volte identificati come divinità o personificazione stessa del fuoco domestico che illumina, cuoce e riscalda, i Domovoi, nella prima esposizione personale del duo artistico, si connotano come ospiti incarnati in essenze robotiche inconsuete e in luminosità diffuse, immersive, delimitanti lo spazio interno, le traiettorie e direttrici architettonico-geometriche degli ambienti, in una demarcazione liminale che innesta una dimensione favolistica, un’interazione sonora, una metafora poetico-spaziale ed un’estraniazione intermittente.
La mostra si muove in una suggestione di tradizioni e folclori popolari lontani, similari a leggende e credenze di un’antichità a noi vicina, connesse idealmente in una tangenza lucente di tratti rettilinei e sculture tecnologico-costruttive dagli accenti metrici, a cui fa eco e raccordo la trasparenza di una finissima membrana scultorea. Ancorate a puntelli, tracce e residuati del tempo caratterizzanti i muri della casa, linee di luce blu e verde attraversano le stanze introducendo l’osservatore in una dimensione percettiva rifratta in formazioni visuali e ordinamenti costruttivi interagenti, dove introdursi rispettando un ingresso normativo, mentre il suono con il suo influsso diretto, imprevisto, disorganico.
Il movimento di sculture robotiche contribuisce a rendere autonomo l’ambiente domestico, governato da se stesso come entità intrinseca e relazionale mossa nei fili di una propria storia, indipendente e al di là della presenza del fruitore, coinvolto e vincolato in una disposizione compositivo-formale dinamica, una semantica abitativa luminescente e variazionale.
Nella direzionalità geometrica rifrattiva e riflessa dei laser, si evidenzia una memoria architettonica e un sistema connettivo inscritto in nuovi segni e delineamenti visivi, nuovi tracciati e territorialità domestiche conglomerate alle età trascorse lungo i muri dell’abitazione, nuovi percorsi progressivi e compositi che vivono il luogo familiare come decodifica luministica spazializzata e affermazione presenziale di entità tecnologiche in movimento.
La luce, nel buio degli ambienti, definisce un piano incorporeo e intangibile, proiettivamente accordato, in linee confinarie e traversamenti stranianti, dove la tensione cromatica pulviscolare, incalzante e continua, tende forme nitide e nette, punti di fuga e corrispondenze geometriche come paradigmi razionali in dialogo reciproco con una meccanica poetica artificiale, imprevedibile, mobile, in ossimorico scambio con la superficie plasmatica, posizionata medialmente tra le due stanze dominate dall’iridazione verde e blu.
La mostra Domovoi prende corpo in metafore e soglie di enigmi logaritmici e di orchestrazioni architettoniche costruite in frazioni segniche lucenti, in elementi robotici, in fantasmatiche e diafane presenze, che modificano e conducono la fruizione in spazialità inusitate, misteriose, attiranti ed ermetiche.
Mozzarella Light
Domovoi
Una mostra a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo
Roma, Casa Vuota (via Maia 12, int. 4A)
8 aprile – 31 maggio 2022