Il Museo Madre di Napoli, inaugura la nuova stagione espositiva dedicandola all’artista giapponese Kazuko Miyamoto in una poderosa ricognizione storiografica. Buona la prima per la neo direttrice Eva Fabbris che con questa mostra dichiara le sue intenzioni: guardare ad una storia dell’arte recente gettando luce su storie che al suo interno sono ancora poco note. L’esposizione ripercorre le diverse fasi e i numerosi media attraverso cui si è sviluppata la pratica di Miyamoto dagli anni Settanta ai primi anni Duemila. Fino ad ottobre 2023, il MADRE presenta anche Detto tra le righe. Lamostra, a cura di LET_Laboratorio di Esplorazioni Transdisciplinari, rappresenta il secondo episodio del progetto “Materia di Studios”, in cui il collettivo curatoriale del museo invita gli artisti Ninì Sgambati e Paolo Puddu a confrontarsi sul tema dell’archivio d’artista. Sgambati e Puddu reinterpretano la definizione stessa di archivio, inteso da essi come interazione tra forze contrastanti. Spingere e tirare, equilibri e disarmonie come dispositivi di potere, vengono riassunti in questa mostra in cui l’autore individuale si annulla per fare spazio ad un’esposizione che è un vero e proprio progetto site-specific per gli spazi istituzionali del museo partenopeo.
La galleria Tiziana Di Caro, propone fino al 9 settembre 2023 la mostra collettiva La tecnica del pensiero, ad opera degli artisti Vincenzo Agnetti, Carl Andre, Tomaso Binga, Henri Chopin, Betty Danon, Maria Adele Del Vecchio, Amelia Etlinger, Teresa Gargiulo e Maurizio Nannucci. La mostra indaga le possibilità di produzione artistica attraverso la macchina da scrivere, al fine di rappresentare assunti poetici. Interessante il confronto tra opere e artisti di diverse generazioni che permette la visualizzazione di precise esigenze individuali le quali generano risultati singolari nonostante la coincidenza del mezzo.
La galleria Alfonso Artiaco, ospita fino al 9 settembre 2023, la prima mostra personale di Veronica Bisesti. Dove brulica l’altrove è il risultato di una ricerca in corso sul libro della scrittrice Christine de Pizan, “La città delle dame”, del 1405. In questo testo l’autrice racconta di avere avuto la visione di tre dame che la incoraggiarono a costruire una città che ospitasse donne virtuose. Un ragionamento che Bisesti porta avanti sulla possibilità di un futuro “altro” e che ci viene presentato attraverso opere di varie dimensioni con una grande presenza di disegni a carboncino e acquerelli: simboli, rimandi e suggestioni sull’essere femminile in rapporto ad elementi tellurici e naturali dell’essere.
La galleria Acappella, fino al 15 settembre 2023, inserisce nella sua programmazione la mostra personale di Marta Ravasi. Una pittura preziosa, di piccolo formato, allestita intimamente. Il titolo, Bucce, ci racconta delle superfici, che si mostrano lisce e levigate ma anche increspate e spesse. Il riferimento alle bucce è accompagnato da fiori che tendono alla monocromia e a un’uniformità cromatica delicata e affascinante.
La Fondazione Made in Cloister, propone fino al 16 settembre 2023, la mostra Crossing the sea, il progetto di Carole A. Feuerman curato da Demetrio Paparoni. La Feuerman con i suoi nuotatori iperrealisti rappresenta qualcosa del futuro che sta per accadere, creando un’atmosfera sospesa, di attesa.
Al Palazzo Reale di Napoli, fino al 3 ottobre 2023, sono esposti nella Galleria del Genovese, a cura di Flavio Arensi, i 104 disegni di Pulcinella realizzati oltre trent’anni fa da Mimmo Paladino, che si ispirò all’album “ Divertimento per li regazzi”(1797) di Giandomenico Tiepolo. Un omaggio di Paladino al capolavoro del Settecento veneziano composto da 104 carte dedicate in cui si illustrano le avventure, la morte e la resurrezione di Pulcinella. A questi si aggiunge un recente disegno inedito, realizzato in onore della vittoria dello scudetto.
Le Gallerie d’Italia di Napoli dedica fino al 29 ottobre, a Mario Schifano, uno dei più importanti artisti italiani della scena nazionale e internazionale del XX sec., l’esposizione di oltre 50 lavori della sua produzione artistica dagli anni Sessanta agli anni Novanta, attraversando le varie fasi della sua ricerca.
Girando tra i caratteristici vicoli di Napoli e precisamente in Vico San Pietro a Majella e delle Rampe del Salvatore, Antonio Marras realizza Questi miei fantasmi, un’installazione luminosa concepita per questo spazio pubblico, chiuso dagli anni Settanta e riaperto per l’occasione. Luoghi che, con loro stratificazione di epoche e influssi culturali, rappresentano un terreno fertile per la creatività di Marras. Preziose lanterne create con scampoli di stoffa d’alta moda accompagnano la passeggiata in un intervento ben riuscito di riscoperta, fruibile fino all’1 settembre 2023.
Il MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, arricchisce con una varietà di esposizioni degne di nota, l’offerta culturale della città. Fino al 27 agosto 2023 sarà possibile visitare la mostra Picasso e l’antico, curata da Clemente Marconi, inserita in occasione del cinquantenario della morte dell’artista.L’esposizione è allestita nelle sale della collezione Farnese e fa riferimento sia ai soggiorni di Picasso a Napoli, sia al confronto dialogico tra le opere maestose del museo, quelle dell’artista, e i dipinti da Pompei, fondativi nel percorso artistico dell’artista come apporto monumentale alla sua tridimensionalità in pittura e in scultura. Da non perdere fino al 28 agosto 2023, la mostra Alessandro Magno e l’Oriente, curata da Filippo Coarelli ed Eugenio Lo Sardo, dedicata alla straordinaria figura del re macedone. L’allestimento è disposto tra gli spazi dell’atrio sito al piano terra e il Salone della Meridiana al secondo piano che ospita circa 170 opere provenienti dai territori conquistati da Alessandro Magno a cui si aggiungono i folti reperti della collezione permanente del MANN, tra cui il Mosaico della battaglia di Isso (attualmente in fase di restauro e sostituita da una riproduzione). Come rappresentare il cielo infausto e renderlo “umano” grazie al linguaggio dell’arte, ce lo svela fino al 4 settembre 2023, l’artista tedesca Hella Berent con Le guerre del celeste. La Berent torna a distanza di anni a Napoli dopo una lunga ricerca artistica di trasformazione della materia che diventa poesia nei volti dei rifugiati, scolpiti in ceramica blu e verde. A questa mostra si collega la personale di Ernesto Terlizzi, Ma che ne sanno gli altri, curata da Marco Di Capua. Con questa esposizione, visitabile fino al 18 settembre 2023, l’artista chiude un cerchio tematico decennale rivolto ai profughi e al Mediterraneo. L’inconfondibile segno a china su carta pregiata thailandese narra la storia, sotto il cielo e sopra il mare, di luoghi e forme in esilio.
Il Museo e Real Bosco di Capodimonte apre le sue porte nelle calde sere del mese di luglio 2023. Nei giorni 16, 22, 23, 29 e 30 luglio, sarà possibile visitare il percorso espositivo “Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli” con opere di Luca Giordano, Mattia Preti, Jusepe de Ribera, Cosimo Fanzago e altri. Nelle stesse sere è prevista la fruizione gratuita di musica dal vivo nel cortile centrale del Museo con i quattro concerti del Luglio Musicale 2023. A quasi due anni dalla scomparsa dell’artista Marisa Albanese (Napoli 1947 – Napoli 2021) il Museo e Real Bosco di Capodimonte presenta l’ultima opera a cui l’artista stava lavorando: Massi erratici, il progetto site-specific a cura del direttore Sylvain Bellenger. Il progetto Massi erratici prende forma dal ritrovamento dei resti dei bombardamenti subiti dalla città di Napoli nel 1943, che sono emersi all’interno del Bosco durante i lavori di restauro del giardino storico. L’artista realizza un’opera in apparenza monumentale che integra memoria e ambiente, adempiendo alla sua funzione simbolica, politica ed etica.
Chiudiamo con la galleria Paola Verrengia che presenta, fino al 28 luglio 2023, la prima mostra personale a Salerno dell’artista Gioacchino Pontrelli, dal titolo Un frammento dilatato del tempo, a cura di Antonello Tolve. L’esposizione riprende il filo antologico dell’artista e raggruppa opere realizzate tra il 2010 e il 2023 in cui è evidente la relazione profonda, interiore e onirica di Pontrelli con la pittura che lascia al colore il timone della narrazione.