Cristina de Matteis al Consiglio Regionale dell’Abruzzo

È in corso presso il Consiglio Regionale dell’Abruzzo a L’Aquila Esplorazioni evanescenti, la prima mostra personale dell’artista Cristina De Matteis, inserita nel calendario eventi della 728 a Perdonanza Celestiniana.

La sede espositiva vale da sola una visita: il Palazzo dell’Emiciclo, già considerato come uno dei simboli della città, è oggi sinonimo di rinascita grazie all’intervento post terremoto che ha permesso non solo il recupero di un complesso monumentale di base seicentesca, ma anche la realizzazione di una nuova fondazione antisismica all’avanguardia in Europa.

La scelta come curatrice è stata quella di esporre una trentina di opere che riguardano l’intero percorso artistico della pittrice, posizionate sui due piani del così detto “giardino d’inverno” ovvero un’orangerie di acciaio e vetro, dove sostare prima di accedere alla sala ipogea adibita ad auditorium. Scendono poi dalle vetrate a soffitto, che investono gli ambienti di luce naturale, tre tele imponenti, appese a fili invisibili che contribuiscono a dare l’effetto di spettri in movimento e continuo dialogo coi visitatori. Si tratta di opere site specific, realizzate insieme a una quarta tela delle stesse dimensioni che è emblema della mostra (campeggia nell’elegante catalogo, distribuito gratuitamente in mostra) e prende il nome di Misticismo. Quest’opera è stata protagonista di una performance messa in scena da Cristina De Matteis durante la vernice, insieme alla Master gong Daniela Caloisi. Per portare i visitatori a una presa visione della mostra quanto più intima possibile, le vibrazioni emanate dallo strumento di origini cinesi hanno agito su un doppio livello percettivo, entrando in risonanza nel corpo fisico e muovendo lo stato emotivo, mentale e, non ultimo, spirituale. In questo modo chiunque è stato invitato alle esplorazioni che sono al centro del lavoro dell’artista, quelle che riguardano mondi sottili di cui talvolta avvertiamo l’energia, senza mai
poterne provare l’esistenza attraverso i sensi. Ecco perché si tratta di una ricerca evanescente, ovvero destinata a finire nel vuoto, inteso nella sua accezione positiva di respiro esistenziale tra le cose, di spazio per il non-essere.

L’intensità della linea di ricerca di De Matteis rende impossibile ogni definizione. Certo è che alcuni lavori di sapore accademico (l’origine è il diploma all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila) strizzano l’occhio all’arte cinetica degli anni Sessanta, ma la geometria è solo un pretesto per tramutare la forma eletta del cerchio nella figura della luna. Questo è l’unico elemento figurativo riconoscibile all’interno di una pittura informale: la luna archetipo della madre, la luna custode di un’idea, la luna forza attrattiva dell’energia femminile. E le tele tutte sono donne che esplodono di femminilità, di bellezza, di sensualità: tutti concetti che riaccendono il desiderio che l’arte contemporanea conservi i propri valori estetici formali.