Laura de Santillana raccontata da Sabino Maria Frassà

Lo scorso 21 ottobre ci ha lasciati Laura de Santillana. Nata a Venezia nel 1955, si forma a New York ed inseguito torna nella città lagunare per lavorare il vetro e disegnare per due importanti aziende; Venini prima ed Eos dopo, che arriva a dirigere.

La sua ultima mostra è stata inaugurata lo scorso 25 settembre negli spazi di Gaggenau Hub in corso Magenta a Milano. L’esposizione in corso rende evidente come l’arte sia l’eco che tramanda il suo creatore ai posteri, per l’eternità, rendendolo immortale.

Ab – l’Essenza dell’Assenza è un progetto di Sabino Maria Frassà, curatore di Laura de Santillana, con la quale ha costruito nel tempo un importante relazione professionale. Gli abbiamo chiesto di parlarcene.

Alice Ioffrida: «Il primo contatto con Laura lo hai avuto durante la mostra I Santillana, de “Le stanze del vetro”, un progetto della Fondazione Cini. Com’è nato questo rapporto professionale e come si è protratto negli anni?»

Sabino Maria Frassà: «Ho conosciuto Laura nel 2014 quando ho visitato il progetto presso l’Isola di San Giorgio a Venezia. Ero affascinato dalla sua idea di scultura, quindi le scrissi una mail in cui precisavo che apprezzavo le opere a prescindere dal vetro. Questo catturò la sua attenzione e iniziammo un lungo carteggio, anche perché io amo parlare, lei riflettere, dunque la scrittura fu un efficace compromesso.»

A.I.: «La sua produzione si caratterizzava per l’estrema eleganza e l’apparente leggerezza, in opposizione al peso effettivo del materiale. Cosa ti ha coinvolto maggiormente della sua poetica e nella sua produzione?»

S.M.F.: «Dal 1993, Laura si è dedicata totalmente all’arte, abbandonando la frenetica vita aziendale che conduceva prima. Fa un viaggio in India dove inizia una ricerca introspettiva che la conduce verso lo studio del concetto induista di genesi dell’universo. Questo bisogno, da lei stessa definito ‘filosofico’, di fare arte la porta a produrre i cosiddetti ‘Schiacciati’, ovvero dei vasi in cui non possiamo più inserire nemmeno un fiore: sono oggetti a cui è stata negata ogni velleità funzionale, per divenire opera d’arte.»

A.I: «La mostra in corso da Gaggenau Hub raccoglie lavori differenti, anche molto distanti tra loro, nel tempo e nello spazio, ma con uguale intensità qualitativa. Qual è stata l’intenzione nella selezione delle opere?»

S.M.F.: «Laura è sempre stata affascinata dal vetro per le sue qualità iconiche. Abbiamo deciso insieme quali opere esporre, perché questa doveva essere la mostra della maturità. Dunque, siamo partiti dai grandi vasi collassati (grand transparent), per poi passare alle opere realizzate tra il 2010 e il 2011, ovvero, uova e cervelli del ciclo Space egg. Tale forma vitrea, che somiglia ad una massa cerebrale, è stata inserita nei forni in esposizione da Gaggenau Hub. È un passaggio intermedio del processo di astrazione tipico di Laura, che l’ha poi portata ad una produzione sempre più complessa, sempre più scultorea che, interpretando l’ideologia della genesi induista, giunge alla forma ovale. Con le uova si passa da una materia complessa al tatto, come se la scultura divenisse immateriale, come delle delicate bolle di vetro. La mostra doveva inizialmente concentrarsi proprio su queste opere, ma nel corso del tempo abbiamo compreso come, in realtà, parlasse più dell’evoluzione della sua poetica. Difatti, per la prima volta sono esposte delle fotografie. Laura è partita da uno scatto di Fabio Zonta, non solo graficamente, ma anche concettualmente, per sottolineare i punti di contatto del suo grande trasparente. Ha realizzato una sorta di scintigrafia alla ricerca dell’essenza della materia e perciò, del suo lavoro. La nostra è stata una collaborazione duratura e stabile nel tempo, questo è stato il periodo di maggior vicinanza tra noi. Lei era una persona generosa e poco competitiva, si è fidata di me lasciandomi apprendere moltissimo, sempre con una lievità ed un sarcasmo unico. Mentre commentavamo il fatto che non ci sarebbe stata all’inaugurazione mi disse: “l’essenza dell’assenza? Vedi Sabino, Sarà assente anche l’artista.” Ora ha lasciato un grande vuoto.»

GAGGENAU DESIGNELEMENTI HUB

Corso Magenta 2
Milano – Lombardia
info.it@gaggenau.com
http://www.gaggenau.com