In corso l’ottava edizione di Photo Basel

Photo Basel è la prima ed unica fiera internazionale svizzera dedicata interamente all’arte della fotografia.

La rassegna, che dura sei giorni, riunisce rinomate gallerie da tutto il mondo ed è svolta in maniera ibrida. È dunque una piattaforma capace di connettere e integrare gli attori più importanti del mondo dell’arte sia online che offline. Quest’anno, Photo Basel ospita trentanove gallerie internazionali da undici paesi, che prendono parte al programma ufficiale ideato dagli organizzatori della fiera. In corso dal 2016, l’evento si svolge nei pressi di Art Basel, più precisamente nel suggestivo complesso di Volkshaus Basel, edificio situato in Rebgasse 12, su cui sono intervenuti gli architetti svizzeri Herzog & de Meuron. Con oltre 400 opere fotografiche realizzate da 169 artisti invitati, Photo Basel accoglie anche gallerie novizie nel suo roster: Peter Fetterman Gallery (Santa Monica), Fisheye (Parigi), Foreign Agent (Losanna), Francis Boeske Projects (Amsterdam), Galerie S. (Parigi), Fotonostrum (Barcellona), Art is Bond (Houston), Alexandra de Viveiros (Paris), The Bridge Gallery (Parigi) e WBB Gallery (Zurigo).

In collaborazione con la Galerie Esther Woerdehoff e la Alex Kayser Foundation, Photo Basel dedica l’edizione di quest’anno al fotografo nativo di Basilea Alex Kayser (1949-2015). Assieme alla WBB GALLERY di Zurigo, invece, è stata presentata la mostra “Pure Photography. 20th Century Floral Masterworks” con i lavori di fotografi quali Ansel Adams, Imogen Cunningham, Brett Weston, Edward Weston e Don Worth. Queste due esposizioni rientrano nel programma speciale della fiera elvetica. Interessato all’ambito delle sequenze fotografiche, Kayser inizia a lavorare con il bianco e nero, per poi passare nel 1974 ad una narrazione sempre più ricca di colore. Oltre all’interesse per il colore, che lo porta a realizzare una grande varietà di nuovi lavori, il fotografo svizzero comincia ad approcciare diverse discipline, come la performance. Attraverso un approccio ironico, Kayser dà vita a serie fotografiche tra le più disparate: quando nel 1978 torna a New York si concentra sui cosiddetti “Ritratti d’artista”, i cui protagonisti sono personaggi della scena artistica della Grande Mela. Successivamente, porta avanti l’approccio seriale e in particolare dà vita a serie come “SX-cult”, “Heads” e “Swiss Federal Councillors”, che mostrano il processo ripetitivo di raffigurazione di gruppi tematici. “Pure Photography. 20th Century Floral Masterworks”, l’altra mostra del programma speciale della fiera, riunisce opera proveniente da una collezione privata svizzera. L’espressione “Pure Photography” venne coniata dal leggendario Group f/64, attivo a San Francisco dal 1932. I rappresentanti del Gruppo si opponevano fermamente al pittorialismo imperante, cercando di mantenere puro e autentico l’atto del fotografare in bianco e nero. Di seguito gli highlights della fiera elvetica.

Ming Smith, statunitense del roster della Art Is Bond di Houston, porta in fiera il suo mondo fatto di storie raccontate tramite il medium fotografico. Esplorazioni e racconti del Midwest e della East Coast, la fotografia della Smith è ispirata agli incontri che l’artista ha collezionato lungo il suo percorso di vita. Dopo che il MoMa aveva acquistato nel 2017 alcune delle sue fotografie – prima fotografa di colore ad entrare nella collezione del museo – la Smith è stata protagonista, a inizio 2023, di una importante personale presso il project space del museo della Grande Mela. In mostra è stato presentato anche il lavoro del fotografo israeliano Michal Chelbin, rappresentato dalla Galerie Alex Schlesinger di Zurigo, il quale ha già esposto nei più importanti musei americani e internazionali, tra cui il MET, il LACMA, il Getty Center LAdi Los Angeles, il Jewish Museum di New York, il Cleveland Museum of Art, il Tel Aviv Museum, la Sir Elton John collection e lo SF MoMa.

Un altro protagonista della fiera è Arnold Odermatt della Galerie Springer di Berlino. Fotografo della Nidwalden police già dal 1948, l’elvetico inizia a farsi apprezzare per le sue fotografie di scene di incidenti realizzate con la sua Rolleiflex come supporto per gli archivi della polizia. Cronista dalla grande accuratezza, Odermatt documenta i paesaggi rurali dove si svolge la sua vita da ufficiale, dando vita a composizioni eccezionali grazie alla sua naturale propensione a catturare le piccole cose che si celano dietro “banali” scene di incidenti stradali. Le situazioni descritte dall’occhio di Odermatt risultano spesso assurde, ironiche, anche in modo involontario. Se è vero che i paesaggi catturati sullo sfondo delle sue foto rappresentavano un particolare secondario ai fini delle indagini poliziesche, è altresì indubbio che sia stata la sua grande maestria nel documentare scene inusuali in paesaggi immersi nella natura ad attirare l’interesse di fotografi, critici ed esperti di fotografia. Il suo sapere fotografico riuscì a venir fuori nonostante il suo ruolo fosse quello di supporto agli agenti e oggi, grazie soprattutto alla ricerca portata avanti dal fratello Urs, Odermatt è considerato un maestro della fotografia a livello internazionale.

E’ quindi il turno di Shen Wei, fotografa cinese rappresentata dalla Lausanne Foreign Agent. La sua mostra è una celebrazione dell’individualità e del potere trasformativo del mondo naturale: attraverso le sue serie raffiguranti autoritratti e lavori multimediali adornati con elementi floreali, la Wei invita gli osservatori in un viaggio di esplorazione all’interno del proprio Io, di scoperta delle intricate dinamiche tra la libertà e le prigioni interiori, del significato più profondo delle nostre vite. La fotografia di Shen Wei è unione, semplicità, pace interiore; riflessione sui desideri universali di intimità, bellezza, appartenenza.

Sarfo Emmanuel Annor & Fatoumata Diabaté, della The Bridge Gallery di Parigi, sono invece protagonisti di una rappresentazione fotografica del continente africano che segue due approcci differenti ma complementari. E’ ormai più di un secolo che l’Africa può essere considerata patria di una importante tradizione fotografica, che nel corso degli anni si è evoluta assieme alla società civile. Nuove tecnologie e sviluppi territoriali e abitativi hanno condizionato le abitudini del continente, che oggi cerca di diventare protagonista – al pari dei paesi occidentali – nell’ambito artistico, fotografico, della moda e del design.

La Peter Fetterman Gallery di Santa Monica chiude il programma di quest’edizione di Photo Basel. Gallerista pioniere del medium fotografico, Peter Fetterman aveva iniziato come regista e collezionista, per poi dare luogo nel 1988 al Bergamot Station, Centro delle arti di Santa Monica. Fettermann espone a Photo Basel 2023 una selezione di lavori fotografici vintage e contemporanei di Willy Ronis, Robert Doisneau, Lillian Bassmann, Sabine Weiss, Brigitte Carnochan, Sarah Moon, Pentti Sammallahti, Michael Kenna, Len Prince e Cig Harvey.

Infine, si è deciso di assegnare per la prima volta il Maurice de Mauriac Award. Maurice de Mauriac ha selezionato una short list dei lavori che sarebbero stati esposti durante Photo Basel e che, contestualmente, sarebbero poi stati premiati durante lo svolgimento della fiera (il 15 giugno).

Dal 13 al 18 giugno 2023