Gianni Asdrubali
Gianni Asdrubali alla Galleria Giraldi. Foto Roberto Sala

Gianni Asdrubali ad Artefiera 2024

In occasione del cinquantesimo anno della Fiera dell’Arte Moderna e Contemporanea di Bologna, la più longeva del panorama italiano, la Galleria Giraldi dedica e offre il suo spazio alle opere di Gianni Asdrubali.

Nella 47esima edizione di Artefiera Bologna, nello stand P26-B48 Galleria Giraldi, le forme e i colori delle opere di Gianni Asdrubali sono la prima componente a colpire i visitatori. La seconda è l’energia emanata dalle composizioni proposte dall’artista.

Quello che si osserva è una formalità né orizzontale e neanche verticale ma una discontinuità visiva a primo impatto. La bidimensionalità vince sulla tridimensionalità dell’opera, proprio perché non sono sculture.

La sua pittura è stata definita “una tecnica che assume in sé le sembianze di una scultura” ma per Gianni Asdrubali la tridimensionalità nello spazio porterebbe ad una banalizzazione, perché per lui è tutto interno nel suo lavoro. L’artista racconta di vedere le sue opere come più dimensioni schiacciate in un limite soglia, dove tutto è dentro e da qui si applica l’energia, definita “energia del vuoto, di cosa manca”. Sono elementi, indipendenti e elementari, che funzionano da soli in quanto chiusi: sarebbero aperti se l’energia fosse strettamente connessa al nucleo di sé stesso, ma la loro autonomia li rende di conseguenza fermi, statici, ancora chiusi. Questo emana una tensione che apre ad una nuova visione.

Sono opere finite in sé, non moduli intesi come opere, che componendole singolarmente una ad una rimangono sempre e solamente uniche opere. Semplicemente un “uno più grande”.

Risalta una concretezza assestante nelle opere esposte, in rilievo tra di loro componendo complessivamente un Sistema. Un sistema quantico per Asdrubali che ridefinisce una distribuzione di probabilità, per i risultati di ogni possibile misurazione su un Sistema. 

Sono nuovi strumenti di lettura che si differenziano dall’astrazione, il segno e la spazialità. Si genera così un altro linguaggio nel quale il segno diventa solo strumento, non è il fine per l’artista.

Gianni Asdrubali parla delle sue opere come tanti nuclei che portano alla costruzione di un’altra modulazione. Il risultato, dato dal fine che non giustifica i mezzi, si colma di un punto di vista nuovo, di collettivo. Rende le sue opere uno strumento di lettura identificativo per lui.

Le opere hanno capacità evolutiva, nel quale l’immagine cambia ma l’energia sprigionata e la tensione rimangono tali per sempre. Ogni elemento in sé è infinito e questo crea equilibrio.

Nel suo linguaggio artistico l’astrazione viene messa in secondo piano, in confronto alla progettualità. Ogni forma e colore corrisponde ad un Sistema Sociale rappresentato da una modularità degli elementi: si crea un processo gestionale dove ognuna delle opere ha un suo ruolo e unendole formano un processo nuovo a seconda di come vengono composti, visti e frammentati.L’arte ha il compito di riflettere quello che il Mondo ci chiama a vedere, e per Gianni Asdrubali ognuno ha il suo ruolo. Come Artista fa la sua parte unendo pezzi che rispecchiano settori vivi del presente, guardando e usando i mezzi del tempo futuro.