Fronte e retro si pone in linea con un preciso impegno di ricerca seguito prima dalla GAM poi dal MAMbo. Il museo bolognese infatti porta avanti da sempre il proposito di affiancare all’osservazione del panorama internazionale l’approfondimento dell’arte contemporanea italiana.
In questa occasione la mostra di IZuffi è pensata con l’intento di offrire una completa e rinnovata attenzione a uno fra i più originali artisti italiani attivi negli ultimi decenni. Italo Zuffi è infatti una figura significativa tra quelle della generazione che ha esordito tra la metà e la fine degli anni ’90.
Nella mostra, è proprio la volontà di guardare in modo nuovo la sua produzione a dettare le scelte del percorso espositivo. Il criterio di di vicinanza tra le opere infatti segue i principi dell’assonanza e l’analogia piuttosto che quelli cronologici.
In riferimento a quanto detto nella mostra Fronte e retro sono posti in evidenza i motivi d’indagine sui quali da sempre si fonda la ricerca di Italo Zuffi. Quest’ultima può essere sintetizzata nell’analisi di valori come contrasto e opposizione, quindi nello studio di fenomeni che implicano costruzione e caduta, lavoro e dispersione di energia, mollezza e rigidità, fragilità e competizione.
A partire da questi punti di osservazione l’artista ci invita a confrontarci con eventi e rappresentazioni che fanno riferimento al mondo reale, nei quali lui stesso è frequentemente coinvolto. Tali esperienze possono riguardare lo spazio, anche architettonico, oppure, con un approccio più olistico, gli ambienti. Questi ultimi sono studiati in rapporto agli oggetti e alle persone che li abitano, oppure alle forze esterne che vi agiscono. L’indagine di Zuffi coinvolge anche soggetti umani, nella loro corporeità, nel loro agire, nelle aspettative premiate o deluse.
Come esempio di quanto detto ricordiamo brevemente, fra le opere esposte, il video Perimetro realizzato nel 2000. L’opera ci mostra, osservato da vari punti di vista e angolazioni, un ragazzo in accappatoio intento a percorrere la linea esterna di una piscina. Proprio l’esperienza di questo personaggio innesca, e allo stesso tempo mantiene sospeso, il racconto di una forma, di un’ampiezza, di una sostanza (l’acqua). Ricordiamo anche la serie dal titolo Scomposizione, realizzata tra la fine degli anni ’90 e il 2000, che domina la parte centrale della Sala delle Ciminiere. Si tratta di vere e proprie sculture eseguite a partire dalle maquette di un edificio. Queste opere mettono in luce la potenzialità dell’architettura sul piano formale e sul modo che ha quest’ultima di inserirsi nello spazio. Ciò avviene attraverso il frazionamento, la divisione e la visione simultanea delle sue parti. La serie Scomposizione denuncia anche le numerose, possibili mutazioni di una struttura soggetta a interventi esterni. Tra i lavori esposti che restano nella memoria vi è certamente l’installazione legata alla performance “Zuffi per Bonami” (2010). Il titolo dell’opera corrisponde alla frase contenuta nei foulard di due gruppi di performer che marciano come in una parata militare. I foulard del secondo gruppo per la verità riportano una scritta più lunga: “Zuffi per Bonami Inglese”. Le due frasi erano le stesse riportate nelle copertine di due CD che l’artista trovò nella scatola restituitagli da una galleria con cui aveva lavorato. Questa restituzione segnava la fine del loro rapporto.
In riferimento a quest’ultima descrizione occorre ricordare come, nell’opera di Zuffi, l’indagine sui temi di costruzione e stasi, di arresto e casualità porta in campo questioni puramente umane e sociali. La riflessione dell’artista si estende dunque ai sistemi del potere e alle dinamiche della competizione . Questi ultimi investono anche il sistema dell’arte e le consuetudini che ne regolano il funzionamento. Il lavoro di Zuffi in fondo, pur formalmente rigoroso e dominato da una marcata impronta speculativa è assolutamente in grado di coinvolgere ed emozionare lo spettatore. Le sue opere sono sorprendentemente capaci di generare in chi le osserva i fenomeni di identificazione e catarsi.
ITALO ZUFFI
Fronte e retro
A cura di Lorenzo Balbi e Davide Ferri
MAMbo dal 20 gennaio al 1 maggio 2022
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna Via Don Minzoni 14 – 40121 – Bologna
orario: martedì e mercoledì dalle 14 alle 19
giovedì dalle 14 alle 20
venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19
chiuso lunedì
ingresso a pagamento
tel. +39 051 6496611
sito: www.mambo-bologna.org
info per una visita in sicurezza: http://www.mambo-bologna.org/news/news-170/