È stata prorogata fino al 18 marzo la mostra Faces, personale di Sergio Lombardo, presso Le Nuove Stanze ad Arezzo a cura di Simone Zacchini.
Il titolo fa riferimento ad un tema col quale Lombardo lavora da sempre: il viso, la faccia, la fisionomia antropica priva di espressione, arbitrariamente alterata, le cui forme derivano da una serie di algoritmi calcolati dall’artista stesso. Partendo da tre modelli semplificati di fisionomie geometriche, Lombardo a queste forme anonime applica il metodo V-RAN, anche detto “pioggia di punti”, da cui poi genera una serie di facce dalla fisionomia impossibile da prevedere.
Fondatore dell’‘Eventualismo’, Sergio Lombardo pensa ad un’opera d’arte il cui spettro evocativo sia più ampio possibile, seguendo tecniche e teorie stocastiche per cui una situazione può variare in base a leggi possibilistiche e non deterministiche e la cui riuscita, dunque, si basa sul calcolo delle probabilità.
Proprio perché conseguenza di imprevedibili variabili, ogni osservatore può filtrare tali segni grafici in relazione al proprio vissuto, alla propria esperienza, spiega il curatore Simone Zacchini: «questi volti non hanno niente a che fare col concetto di volto a cui siamo abituati nella storia dell’arte, né col concetto di ritratto che è collegato chiaramente a quello di riproduzione del volto, perché sono delle semplificazioni inumane/disumane – ma anche transumane – del volto. Allo stesso tempo, in questa semplificazione o riduzione ai minimi termini di un prototipo di base da cui nascono le deformazioni, le facce realizzate da Lombardo, non hanno niente a che fare nemmeno con la schematizzazione essenziale dei volti delle emoji, ovvero semplificazioni di fisionomie umane facili, riconoscibili ma con un’interpretazione unica di quel tipo di rappresentazione grafica».
Volti senza nome, stilizzazioni di forme organiche, facce energiche ma volutamente piane pertanto create da Lombardo attraverso la stesura a campiture piatte di un colore vinilico che lascia spazio alle nostre personali interpretazioni piuttosto che all’indagine materica, pittorica. Anche la scelta dei colori è dettata dal caso, affidata ad un algoritmo calcolato dall’artista stesso, per un effetto che al tempo stesso incuriosisce e disturba.
Una serie di tele di grandi dimensioni appese alle pareti dello spazio in via Mazzini 12 ad Arezzo, per una mostra che parla di filosofia estetica e di inconscio ma in modo semplice e diretto, a tutti i curiosi che vogliono filtrare e commentare un’opera d’arte, una faccia, attraverso la propria esperienza di vita ed le proprie preferenze.
Il 18 marzo, giorno del finissage della mostra, verrà presentato il volume Sergio Lombardo Faces con testi di Sergio Lombardo e Simone Zacchini, edito dalla casa editrice Magonza.