Carlos Cruz-Diez L'Euforia del Colore vedute della mostra Galleria Continua, San Gimignano exhibition views Galleria Continua, San Gimignano Photo by: Ela Bialkowska OKNO Studio Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA Copyright Line: © Carlos Cruz-Diez / Bridgeman Images 2023

Cruz-Diez, Pistoletto e Jospin a San Gimignano

Alcuni sostantivi essenziali, quali colore, spazio, tempo, materia e spettatore connotano le tre personali allestite da Galleria Continua a San Gimignano, aperte fino al 10 settembre, dedicate a Carlos Cruz-Diez, a Michelangelo Pistoletto e a Eva Jospin, tre voci assolutamente originali della ricerca contemporanea.

Le due mostre personali, inaugurate recentemente da Galleria Continua a San Gimignano e aperte per la stagione estiva, L’euforia del colore di Carlos Cruz-Diez e I Quadri Specchianti di Michelangelo Pistoletto, contemplano entrambe la presenza dello spettatore come soggetto centrale e necessario al lavoro artistico, per quella che si connota come un’arte partecipata e aperta a variazioni continue in ragione della percezione individuale nei vari punti dello spazio. Anche l’esposizione di Eva Jospin, aperta in concomitanza e allestita all’Arco dei Becci, dal titolo Vedute, coinvolge l’osservatore in una scoperta di “paesaggi” carichi di mistero e di suggestione.

Di Carlos Cruz-Diez, esponente anzitempo dell’arte ottico-cinetica, Galleria Continua nel centenario della nascita presenta i capisaldi fondanti la sua ricca storia di pensatore e di artista, attraverso opere e installazioni esemplificative, da quelle storiche fino alle più recenti, di un lavoro teoricamente approfondito e sperimentato su colore, luce e spazio. 

Fin dalla fine degli anni Cinquanta l’artista franco-venezuelano, di cui si annoverano oltre duecento grandi installazioni permanenti in spazi urbani di tutto il mondo, ha posto al centro della sua attenzione il colore, la sua fisicità, l’essere accadimento, o meglio evento e non complemento della forma,  né fattore compositivo.

Egli fin dal 1959 ha sviluppato varie linee di ricerca e di indagine che fanno capo a tre modalità essenziali inerenti il colore, quella dell’ addizione, della sottrazione e della riflessione, concretizzatesi in otto serie di lavori, di cui tre presentate nella personale di San Gimignano: un corpus di opere sorprendenti e interattive, pianificato a priori in una “combinazione di razionalità ed emozione”, secondo l’affermazione dell’artista stesso. 

Nei quadri esposti della serie Couleur additive, o irradiazione del colore, vi è una linea virtuale che scaturisce dalla fusione cromatica ottenuta quando i piani di colore si incontrano, che muta a seconda della distanza dello spettatore dall’opera. 

I lavori della serie Physichromies, mai uguali a se stessi in quanto collegati all’intensità e alla natura della luce, funzionano appunto , secondo la definizione dell’artista,  “come trappole di luce” e in base a ciò e ai vari punti di osservazione sono strutture cangianti che proiettano il colore nello spazio. 

Nella serie delle Induction Chromatiques, nate a partire del 1963, di cui alcune presenti in mostra,  il colore percepito per effetto retinico richiama il suo complementare, rendendo così ben evidente il fenomeno dell’immagine residua. 

La grande installazione collocata nella platea dell’ex cinema di Galleria Continua fa parte della serie Environnement Chromointerférent del 1974-2016 e crea un ambiente iconico quasi immateriale e trasfigurante dello spazio, dove lo spettatore muovendosi al suo interno ne è catturato, diventando elemento di trasparenza e in cui la proiezione cromatica determina, secondo le parole di Cruz Diez, “un’ambiguità di instabilità percettiva”.

L’Environement de Transchromie Circulaire del 1965/2017 è un’altra straordinaria installazione, che sembra quasi incorporata nel giardino della Galleria, costituita da una struttura circolare formata da scintillanti cromie che inondano lo spazio e guidano lo spettatore a un’azione immersiva di esplorazione del luogo. 

L’installazione Induction Cromatique Walkway del 2019, realizzata a Piazza delle Erbe, nella cornice medievale dei palazzi e delle torri di San Gimignano, procura un effetto sensoriale di grande rilevanza, di presenza e assenza di specifiche cromie a seconda della posizione che l’osservatore ha nello spazio, in un incontro di colore, spazio urbano e architettura.

L’esposizione I Quadri Specchianti di Pistoletto è la prima delle otto personali a lui dedicate che si terranno durante tutto il 2023 nelle altrettanti sedi di Galleria Continua, da un capo all’altro del mondo, in un unico progetto per celebrare, in un tributo di riconoscenza e di affetto, il novantesimo compleanno dell’artista. 

Fin dalla prima edizione di Arte all’Arte nel 1996, Pistoletto, uno dei più grandi maestri contemporanei,  ha collaborato a lungo negli anni con i fondatori di Galleria Continua, Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo, in uno scambio improntato allo sviluppo di idee e di progetti comuni. 

Nella mostra aperta recentemente a San Gimignano, la prima del consistente percorso intercontinentale, sono presentati più di sessanta anni di storia dell’artista in una sintesi espositiva che inizia dalle opere del 1957-1958 e prosegue negli anni Sessanta, fino ad oggi. 

Nell’iter degli esordi la ricerca di Pistoletto è centrata sull’autoritratto e sulla figura umana;  emblematiche sono  in tal senso le due opere esposte: Autoritratto Oro e Autoritratto Argento che risalgono al 1960. In entrambe la figura umana è dipinta su un fondo monocromo, il secondo quadro è un dittico con la stesura in argento e in ampia parte vuota, che anticipa le superfici metalliche dei futuri Quadri specchianti. In queste celebri opere che l’artista inizia a realizzare dal 1961 vi è un fondamentale rapporto fra la figura ritratta e l’osservatore, la cui immagine si riflette nello specchio, in un’istantaneità di visione e di riflessione, fra passato, presente e futuro. Lo spettatore diventa anch’egli parte del quadro e lo modifica nel momento presente , in una variazione che può ripetersi ancora con altre persone e in altri luoghi. Ecco che il Quadro Specchiante è una sorta di “autoritratto del mondo”, utilizzando le parole di Pistoletto, una finestra aperta sul futuro, in cui l’arte si fa interprete della vita. 

Gli specchi ha affermato nella giornata inaugurale “sono un’opera unica” e ha aggiunto che: “in tutta la sua carriera c’è un solo specchio, punteggiato da momenti diversi del suo percorso di vita, momenti del suo presente che diventano memoria”. Questa memoria legata al suo lavoro, arricchendosi della presenza dello spettatore, rende l’ opera unica e va oltre la bidimensione e la tridimensionalità, perché caratterizzata dal divenire dello spazio-tempo. 

Fondamentale nel processo di ideazione è la ricerca che l’artista conduce rispetto al linguaggio e all’utilizzo delle tecnologie, anche le più sofisticate fra le attuali. 

Significativo è il quadro specchiante Qr code Possession – Autoritratto del 2022 che lo raffigura con dodici tatuaggi corporei, segno di dodici azioni e momenti della sua vita, in cui ogni Qr Code ha al suo interno un simbolo del Terzo Paradiso.

Il richiamo costante al Terzo Paradiso connota l’elaborazione teorica di Pistoletto di un valore etico, per una connessione equilibrata di natura e artificio, che riguarda la responsabilità individuale e la ridefinizione del linguaggio, nel quale il segno matematico dell’infinito si arricchisce di un cerchio a espressione di un’umanità più consapevole.

Vedute è la prima mostra personale di Eva Jospin in Italia, con opere appositamente create per Galleria Continua, in cui si coniugano la grande dimensione e il dettaglio degli elementi compositivi in un affascinante rapporto di macro e micro cosmo.

L’artista francese, nota internazionalmente, nei suoi paesaggi, tema fondamentale della sua opera, parla di una natura che reca le tracce della presenza umana e che, non rispondendo ad evocazioni romantiche, porta in sé sia il concetto di libertà che quello di inquietudine relativamente alle problematiche ecologiche ad essa connesse.

Foreste, grotte e giardini sono gli universi ricreati da Jospin attraverso una ricerca che spazia su vari materiali, primo fra tutti il cartone alveolare, un materiale povero, che si presta al lavoro scultoreo e che viene trasformato dall’artista in opere di forte impatto visivo.

Incavi e parti aggettanti connotano le sue foreste monocrome, foreste mentali, come ad esempio in La Forêt del 2023 qui presente, laddove il materiale dell’industria conserva il suo colore originario e la composizione, nell’intreccio di rami impenetrabili e di spazi vuoti, crea una scenografia vibrante ed evocatrice di immagini mitiche ed arcaiche. 

Grotte dello stesso anno ricorda le grotte presenti in Italia, quelle che si trovano nei giardini barocchi e non, che l’artista ama e di cui quest’opera conserva il fascino, realizzata nel cartone per stratificazioni scultoree e adorna di foglie, ramoscelli e conchiglie.

Galleria del 2023 è un’opera realizzata invece con il ricamo in filo di seta sulla tela dello stesso tessuto, in cui i fili colorati scandiscono ritmicamente la superficie, in una poesia delle forme che in orizzontale e verticalmente si rarefanno verso elementi astrattivi. Il ricamo riguarda anche la cornice ed è la prima volta che viene realizzato da Jospin in così grande formato. 

I disegni esposti fanno parte del processo creativo dell’artista, con i quali da una parte si riferisce al passato, dall’altra guarda al futuro e alle prossime realizzazioni.